Finisce 3 a 2 Milan–Barcellona. E il neo ministro all’istruzione Profumo potrebbe decidere di far proiettare questa partita a scuola nelle ore di Storia dell’Arte, perché poco avrebbe da invidiare a un’opera del Caravaggio o a una musica di Beethoven. Già, in campo si è concretizzato il “Calcio”, imbastito da queste due formidabili squadre: il menu prevedeva come primi gol e spettacolo, per secondo agonismo sfrenato, di contorno un ambiente che a tratti ha fatto impallidire il San Paolo, e per dolce una serie pregevole di giochi acrobatici. Purtroppo è stato servito anche l’amaro, visto che il Milan è uscito sconfitto. Ma non ma la sento di banalizzare il tutto a semplici numeri. Perché gli applausi a scena aperta del finale dimostrano, ancora una volta, che le accuse agli italiani di pensare solo al risultato sono ampiamente infondate. I rossoneri, dati sfavoriti dai bookmakers, se la sono giocata faccia a faccia, e non hanno sfigurato. Il copione, ovviamente, è stato quello di sempre: tic-tac del Barcellona, a tratti asfissiante; ma le ripartenze del Diavolo erano grintose, sanguigne, e talvolta si trasformavano in assedi all’area catalana. Con la matematica che aveva già promosso entrambe alla fase finale, si lottava per il primo posto, conquistato appunto dagli ospiti, passati per ben tre volte in vantaggio e rimontati solo in due occasioni: ma qualsiasi testa di serie affronti il Milan agli ottavi, è stato avvisato.
– Il primo tempo si apre subito a ritmi elevati, con i padroni di casa all’attacco. È solo un minisfogo iniziale però, visto che gli ospiti salgono in cattedra: bacchetta a Xavi, violino a Messi, flauto traverso a un ottimo Thiago Alcantara. La sinfonia è pregevole, e non si sentono stonate. Al 15’ minuto cala il silenzio alla Scala del calcio; purtroppo però non è dettato dallo stupore per la bellezza davanti agli occhi, ma dal fatto che il Barcellona è già in vantaggio. Messi si inventa un taglio che attraversa l’area e pesca Keita sulla sinistra, cross teso e doppia deviazione sulla riga, di Xavi prima e di Van Bommel poi. Gol o autogol, è roba per gli statistici: la questione è che serve un gran carattere per rimontare. In realtà il Milan, per qualche minuto, accusa il colpo, e tre minuti dopo Alcantara scucchiaia sul dischetto per Fabregas: Cesc tira al volo, Abbiati fa un miracolo. Scossi dal proprio portiere, i campioni d’Italia si svegliano, e si riversano all’attacco. Al 19’ Robinho (che se segnasse ogni occasione chiara da gol che gli capita, starebbe già deridendo Pelè per numero di gol fatti) spreca un gol da mangiarsi le mani, e anche di più: Boateng la mette tesa in mezzo, il brasiliano, sulla riga, decide che no, non vale segnare così facilmente, e allora la spara alta. Chissà la faccia di Galliani… Ma i milanisti sono tenaci, e il pareggio arriva un minuto dopo: deliziosa carezza alla palla di Seedorf, che la mette dentro l’area dove arriva il diretto Eurostar Ibra che fulmina Valdes con una rasoiata. “Non decisivo chi?” avrà pensato lo svedese. Il problema è che il Milan si siede, e non puoi farlo contro questi marziani. Che subito si riversano all’attacco, feriti nell’orgoglio: Messi imita Robinho fallendo un gol identico al 23’, ma alla mezzora esatta succede il finimondo. Aquilani, già ammonito, tira leggermente la maglia a Xavi: rigore e ammonizione, ma per Nesta (?). Messi tira, segna, ma si è fermato prima di calciare: proteste, pulce ammonita, rigore da rifare, Abbiati intuisce ma è gol. 2 a 1, tutto da rifare. Il Milan però non reagisce come prima, o almeno non riesce a farsi davvero pericoloso. Nell’ultimo quarto d’ora si vedono uno slalom tra 5 giocatori di Messi, che neanche Tomba, un rigore reclamato, probabilmente a pieno titolo, da Binho, e sul gong un colpo di testa di Thiago Silva che decide di ripetere lo scherzetto dell’andata, ma calcola male le misure. Finita qua, e sarebbe già abbastanza.
– Ma per fortuna le partite hanno due tempi, e la ripresa inizia da dove si era finito. Al 51’ Fabregas bacia la palla per Messi, che invece le da uno schiaffone al volo: palla sull’esterno, illusione ottica del gol. Al 55’ succede un episodio su cui la Magistratura di Milano potrebbe aprire un’inchiesta: Boateng infatti, dopo un doppio tocco Ibra-Pato (entrato per Binho), si inventa uno stop al volo in area, fredda Abidal con un tacco omicida e completa il crimine con una fucilata sul primo palo. 2 a 2, Barcellona steso, diversi tifosi morti d’infarto. Ma si sa, i marziani sono chiamati così perché fanno cose disumane: chi potrebbe reagire a un Milan così in uno stadio così? “Facile”, dice Messi, “ghe pensi mi”: e al 63’ infila il pallone in una selva di gambe in cui pure l’aria faticherebbe a passare, servendo alla perfezione Xavi che, a tu per tu con Abbiati, lo fa prima sedere con una finta, e poi rialzare per raccogliere il pallone che intanto è in fondo al sacco. 3 a 2, ora è davvero dura: Nesta molla per infortunio, si rivedono Sanchez e Pedro, oltre a un indemoniato Nocerino. Ma ormai i giocatori sono stanchi, sfiniti. Hanno già dato tutto, difficile chiedere di più. E infatti gli ultimi venti minuti sono un attacco del Milan più con la volontà che effettivamente col pallone, anche perché, strano ma vero, il Barcellona si chiude tutto dietro la metà campo, con Messi quasi terzino, e appena in possesso, la tiene per minuti e minuti. Le offensive dei rossoneri sono scariche, Seedorf guadagna diverse punizioni dalla trequarti, ma stavolta, a differenza dell’andata, il “tutti su” non funziona. Finisce con una sconfitta agrodolce, che riscatta ancora una volta il calcio nazionale dopo l’impresa partenopea e la qualificazione dell’ArgentInter.Con negli occhi lo spettacolo di stasera, non ci resta che affermare semplicemente: “Lunga vita al calcio!”



MILAN-BARCELLONA 2-3 (1-2)
MARCATORI: 14′ (aut.) Van Bommel (B), 20′ Ibrahimovic (M), 31′ pt (rig.) Messi (B); 9′ Boateng (M), 18′ st Xavi (B)
MILAN (4-3-1-2): Abbiati; Abate, Nesta (21′ st Bonera), Thiago Silva, Zambrotta; Aquilani, Van Bommel (27′ st Nocerino), Seedorf; Boateng; Robinho (1′ st Pato), Ibrahimovic. (Amelia, Antonini, Ambrosini, Emanuelson). All. Allegri
BARCELLONA (3-3-1-3): Valdes; Puyol, Mascherano, Abidal; Xavi, Busquets, Keita; Fabregas (35′ st Pedro); Messi, Thiago Alcantara (46′ st Dos Santos), Villa (23′ st Sanchez). (Pinto, Piquè, Maxwell, Fontas). All. Guardiola.
ARBITRO: Stark (Ger)
NOTE: Ammoniti Aquilani (M), Nesta (M), Messi (B), Van Bommel (M), Puyol (B), Abidal (B), Mascherano (B), Zambrotta (M). Angoli: 4-3 per il Milan. Recupero: 3′ pt; 4’st.



: andare in svantaggio con la più forte squadra del mondo, per ben due volte, mettendola spesso alle corde. Da annali
Abbiati: 7: una parata su Cesc da urlo, sui gol non può far davvero nulla 
Abate: 5.5: non è il solito pimpante Abate. Dalla sua parte nasce il primo gol 
Nesta: 6: nel primo tempo attento, nel secondo pasticcia perché dolorante 
Bonera: 6.5: entra sicuro, e rischia un gol nel finale 
Thiago Silva: 6.5: stoico, li affronta quasi da solo 
Zambrotta: 6.5: buona prova per costanza e intensità 
Aquilani: 6: manca un po’ troppo in fase offensiva a supporto dei punteros
Van Bommel: 5.5: che fatica fermare quei mostri: ricorre spesso al fallo e spreca molti palloni 
Nocerino: 6.5: entra come un indemoniato, ma non riesce a tradurre tutta la grinta in spinta all’attacco finale 
Seedorf: 7: sapienza nel gestire il possesso palla, pericoloso sui calci piazzati
Boateng: 8.5: solo il gol, meriterebbe un inchino. È un toro  
Robinho: 6: pimpante e spigliato, ma non può sbagliare certi gol!
Pato: 5: unico davvero insufficiente. Il Milan rientra con un uomo in meno
Ibrahimovic: 7.5: decisivo, eccome! Gol e sbattimento



All. Allegri: 7.5: sempre più bello questo Milan: di questo passo, in primavera cosa ci farà vedere?

è un altro mondo, ma la perfezione non esiste, altrimenti non si farebbe riprendere per ben due volte. Ma ri-reagisce subito 
Valdes 5.5: non si distingue per grandi miracoli, anzi sul gol del Boa si fa bucare sul suo palo 
Puyol 6: in pre-pensionamento, gli rimane solo l’esperienza, che comunque basta e avanza 
Mascherano 7: in un ruolo non suo, ma ormai suo, fa un figurone. Regge la difesa
Abidal 5.5: non molto propositivo, si fa uccellare da Prince 
Xavi 9: anche oggi lezione di possesso palla. Ma in più, fa un seminario su come si fa gol (ben 2): a lezione, Robinho! 
Busquets 5.5: impalpabile
Keita 6.5: molto coinvolto nell’azione, sforna un assist 
Fabregas 7: un acquisto azzeccatissimo, fa il centrocampista, poi l’attaccante, poi il centrocampista, poi il difensore, poi l’attaccante… insomma, è ovunque!
Pedro s.v.: tocca forse due palloni, ormai bisognava difendere 
Messi 7.5: qualche punto in meno per quel gol divorato, ma meno di così è davvero difficile! 
Thiago Alcantara 7: 19 anni e personalità da 30, sembra lì da mezzo secolo! 
Dos Santos s.v.: la classica sostituzione per perdere tempo
Villa 5.5: non è la sua serata, solo un tiro a giro che finisce all’Ippodromo
Sanchez 6.5: entra volenteroso e grintoso, c’è da scalare la concorrenza, e vuole dimostrare di esserci

All. Guardiola 8: un applauso a un tecnico che ormai ha tanto da insegnare, e pochissimo da imparare

(Giovanni Gazzoli)