Ora che il peggio per la salute di Antonio Cassano sembra essere stato scongiurato, la domanda che ovviamente tutti si pongono, a partire dai tifosi del Milan, ma anche tutti gli appassionati di calcio e ovviamente i tifosi della Nazionale, è: quando potremo rivedere Antonio Cassano in campo? C’è una procedura standard che dovrà rispettare per ritornare a giocare? In merito abbiamo contattato il dottor Pierluigi Fiorella, membro della commissione medica della Federazione Italiana Di Atletica Leggera e uno dei più famosi e apprezzati medici sportivi italiani. Il dottor Fiorella ha voluto premettere che non può fare previsioni precise, dal momento che non conosce con esattezza la vicenda, e sottolinea pure che tutti i commenti rilasciati finora sono supposizioni: plausibili, fatte con la massima accuratezza possibile, ma sempre supposizioni o considerazioni generali, dal momento che – appunto – le caratteristiche specifiche del “caso clinico” di Antonio Cassano non sono note al pubblico. La prima cosa che il dottor Fiorella ha voluto sottolineare è stata infatti la seguente: “In questi casi la variabilità è estrema. Sappiamo tutti che per ictus si può anche morire, o rimanere paralizzati per tutta la vita. Evidentemente nel caso di Cassano si è trattato di qualcosa di più lieve (la “sofferenza cerebrale su base ischemica senza deficit neurologici permanenti… dovuta a un forame ovale pervio cardiaco interatriale” di cui parla il comunicato ufficiale del Milan, ndr). Il problema vero per il recupero, più che dal punto di vista cardiologico – il forame ovale pervio è abbastanza frequente – sarà il danno neurologico subito da Cassano. Sappiamo appunto che non è stato troppo grave, ma non sappiamo quanto è stato esattamente, e quanto la persona Antonio Cassano ci metterà a riprendersi: solo chi ce l’ha in cura potrebbe fare previsioni più accurate, e sempre fermo restando che non sanno ancora nemmeno loro come reagirà Cassano”.
Fiorella invece ritiene che l’eventuale terapia anti-coagulante (ammesso che sia necessaria) non costituirà un problema per il recupero di Cassano all’attività agonistica. Il dottore ha poi sottolineato che il caso del fantasista barese è tutto sommato abbastanza frequente e non può essere paragonato con altre vicende che hanno bloccato la carriera ad altri sportivi, ad esempio il campione olimpico di nuoto Domenico Fioravanti: “Quello di Fioravanti era un problema cardiaco strutturale, è una cosa completamente diversa”.
Fiorella non vuole ipotizzare “tabelle” di recupero con i tempi, ma ritiene che – per quanto se ne sa – “il decorso è positivo e le prospettive di recupero sono buone”. Infine, il medico sportivo ha tenuto a sottolineare l’abilità e la serietà della medicina sportiva italiana, anche ripensando a casi di altri calciatori che solo in Italia si sono visti diagnosticare problemi altrove sfuggiti ai medici: “L’Italia è all’avanguardia nella tutela della salute degli atleti”, e ha negato che Cassano possa avere bisogno in futuro di deroghe particolari alla normativa anti-doping per eventuali terapie (come ha avuto ad esempio Lance Armstrong): “Una volta risolto il problema, tutto tornerà alla normalità”.
(Mauro Mantegazza)