Questo Milan sembra proprio inarrestabile, almeno quello visto contro il Chievo e il Genoa. Una squadra che sembra aver trovato in campionato una sua identità ben precisa e quindi sembra essere in grado di sfidare la Juventus e le altre big come Napoli, Udinese e Lazio per la conquista dello scudetto. La partita di Bologna dovrebbe confermare il grande stato di forma della formazione rossonera, chiamata a un’altra prova superlativa. La compagine rossoblù dal canto suo ha però dimostrato di avere una sua precisa fisionomia, di non essere così facilmente battibile, come è successo nel match contro la Juventus di Coppa Italia a Torino. Ma certo per poter fronteggiare questo Milan ci vorrà un Bologna in grande giornata, capace di fermare Ibrahimovic, capace anche di fermare tutti i solisti rossoneri. Non sarà assolutamente cosa facile, ma il calcio ci ha abituato spesso a notevoli sorprese. Per parlare quindi di questo incontro abbiamo sentito Luca Serafini, giornalista tra i più apprezzati, autore del libro “Milan, 25 anni di gloria”, che racconta proprio questo periodo così denso di successi e di vittorie strepitose della squadra rossonera. Eccolo quindi in questa intervista in esclusiva a Ilsussidiario.net.
Oggi il Milan gioca a Bologna, che partita sarà?
Sulla carta vedo un Milan in grado di portare a casa la vittoria. Conte ha detto che questo Milan sembra vincere passeggiando. E in effetti la sua superiorità tecnica sul Bologna è molto evidente. Ma nel nostro campionato non esistono partite facili e bisogna sempre stare attenti a qualsiasi incontro che si gioca.
Come vedi questo Bologna?
Una squadra che con Pioli privilegia soprattutto l’aspetto difensivo. Col Milan vista l’evidente inferiorità tecnica punterà quindi proprio a difendersi e poi a ripartire.
Come si svolgerà a livello tattico questa partita?
Milan in attacco, che cercherà di sfruttare le qualità tecniche di Pato o Robinho, a secondo di chi giocherà. Credo però che Pato possa far più male alla difesa rossoblù.
Il Bologna su quali armi punterà?
Sulle qualità di Marco Di Vaio e poi su quegli esterni veloci che sono parte della fisionomia tattica di questa squadra, che il Milan dovrà cercare di fermare.
Parliamo un po’ del tuo libro: 25 anni di successi rossoneri, per un Milan che ha vinto un’infinità di trofei, saranno ancora altri 25 anni così?
E’ quello che spero, visto che il Milan è legato a una famiglia che tanto ha fatto e tanto ha speso per raggiungere questi traguardi. Le condizioni perché questo accada ci sono tutte. Poi forse non si otterrà lo stesso numero di vittorie, ma è un Milan che promette di fare ancora grandi cose.
Nel tuo libro affermi che Van Basten è il simbolo di questi 25 anni rossoneri, il giocatore che più incarna queste vittorie, qual è il simbolo attuale, forse proprio Ibrahimovic?
Direi di si, penso che sia Ibrahimovic il giocatore che rappresenta meglio il Milan attuale, è lui il trascinatore, l’ispiratore di tutta la squadra rossonera.
E quello futuro chi sarà?
Potrebbe essere Pato. Dovrebbe solo perdere quell’indolenza che l’accompagna in tante partite, quella sua caratteristica a non fare differenze tra amichevoli e incontri di Champions League. Se solo mettesse quella grinta che fa parte per esempio di Pippo Inzaghi!
Perché parli di Inzaghi?
Perché se dovesse partire sarebbe una grave perdita. Ha giocato sempre con la sua caratteristica voglia di lottare nelle sue partite con il Milan. Con tanta grinta appunto. Già il Milan aveva perso in passato Kakà che ne era diventato per il periodo in cui aveva giocato per la squadra rossonera un po’ un simbolo.
(Franco Vittadini)