Pirlo ha salutato Milano e, dopo dieci anni al Milan, fatto le valigie: la destinazione finale è Torino, sponda Juventus. Si è molto parlato del suo addio, dei tentativi vani di trovare un accordo con la società rossonera per il rinnovo e delle visite del suo procuratore a Vinovo: tutto lasciava presagire che sarebbe finita così, con una separazione. Per approfondire le cause dell’affare Pirlo abbiamo chiesto, in un’intervista esclusiva a ilsussidiario.net, l’opinione del giornalista sportivo di Tuttosport Alberto Pastorella, che ci ha detto: “Penso che sia giusto essere arrivati a questa soluzione. Non c’erano più le premesse per continuare, nè dal punto di vista tecnico nè dal punto di vista economico”. Con il procedere della stagione Pirlo, infortunio a parte, aveva ricoperto sempre di più un ruolo marginale nella rosa rossonera ma, come ci dice Pastorella, non poteva che essere così dato “Allegri ha chiaramente dimostrato di prediligere un tipo di gioco nel quale l’utilizzo di Pirlo era piuttosto superfluo”. Non di secondo livello la questione economica, dato che Pirlo non pareva particolarmente disposto a tettare un rinnovo sulla base di una diminuzione di stipendio.



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Prosegue Pastorella: “Anche dal punto di vista economico penso che sia stato giusto cederlo, perchè per il ruolo che Pirlo avrebbe eventualmente ricoperto – non dico marginale, ma sicuramente non di leader – i milioni di euro di che chiedeva per il rinnovo del contratto erano decisamente troppi”.



Pirlo va quindi a Torino, dove lo attende un triennale a quattro milioni di euro a stagione. “Spero che mi rimpiangano” ha detto salutando Milano.

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