CALCIOMERCATO – Lo sbarco ormai imminente (poi decaduto) di Carlitos Tevez dal Manchester City al Milan ha avuto come risvolto quello di far accelerare la partenza di Alexandre Pato. Ieri le agenzie italiane e francesi si sono scatenante, parlando di un affare già concluso fra i campioni d’Italia in carica e il Paris Saint Germain, sulla base di 35 milioni di euro, suddivisi fra 28 subito e un bonus di 7. Smentite subito dal diretto interessato tali voci, mentre pare difficile smentire la sua partenza futura. Manca infatti ormai poco per l’addio del Papero. Lo scarso feeling con Massimiliano Allegri, i continui infortuni muscolari nonché la difficoltà nel superare nella gerarchia gente del calibro di Robinho e Ibrahimovic, spingeranno il Milan e lo stesso brasiliano a dirsi addio, ma non subito. Sono in molti già convinti del fatto che alla fine l’affarone l’abbia fatto il club rossonero e il solito ad Galliani. C’è infatti il rischio (per Pato) che il giovane verdeoro ripercorra le orme di Ricardo Kakà e Andrey Shevchenko, i due Palloni d’Oro che hanno lasciato il Milan praticamente nel pieno della sua carriera. Sheva disse addio ai rossoneri nel 2006, in piena vicenda Calciopoli, trasferendosi al Chelsea. Dopo un gol all’esordio, con tanto di bacio alla nuova maglia, il nazionale ucraino si perse, e complice anche un rapporto complicato con l’allora allenatore dei londinesi Josè Mourinho, l’ex stella entrò in un circolo vizioso da cui praticamente non ne uscì più. Dopo due anni di purgatorio, infatti, decise di tornare a Milanello, quasi supplicando gli ex compagni a riaccoglierlo, ma anche a San Siro fu solo l’ombra di se stesso. Al termine della stagione 2008-2009 decise di tornare nella Dinamo Kiev dove gioca attualmente con regolarità. Caso per certi versi simile quello di Ricardo Kakà, che salutò il Milan durante la famosa estate del 2009, quella in cui lasciarono il rossonero non soltanto l’ex numero 22 ma anche Carlo Ancelotti e Paolo Maldini. Anche Kakà, così come Sheva, si è perso al Santiago Bernabeu e fino ad oggi, tra infortuni, incomprensioni con gli allenatori, ed altro, non è mai riuscito a ripetere in Spagna le prestazioni dei tempi del Milan. Pato, come Kakà. Tre inverni fa il brasiliano disse no al Manchester City per poi trasferirsi al Real Madrid l’estate seguente, e anche allora, come oggi, fu il presidente Berlusconi a convincere il giocatore a non lasciare Milanello.



Ora il Papero, che ha respinto le avance del PSG in attesa che sbarchi a Milanello il Barcellona, e sicuramente arriverà…

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