Inzaghi, chi si rivede. L’attaccante del Milan, classe ’73, torna a indossare la maglia da titolare questa sera, negli ottavi di finale di Coppa Italia (gara secca) che a San Siro vede i rossoneri opposti al Novara. Superpippo in questa stagione non è praticamente mai sceso in campo: appena tre presenze per lui, per 34 minuti complessivi. Troppo poco per uno che avrà anche 38 anni, ma resta uno dei simboli non solo del Diavolo (è alla undicesima stagione) ma di tutto il calcio italiano. Eppure questo status non gli ha impedito di essere escluso, in agosto, dalla lista Champions stilata da Massimiliano Allegri. Proprio questo “peccato originale” ha fatto riflettere Inzaghi: che ama i colori rossoneri, l’ha sempre ripetuto e l’ha fatto nei giorni scorsi, ma il rischio di veder allontanarsi Raul nella classifica dei bomber europei (lo spagnolo è a +1) è uno stimolo troppo forte per chi vive di gol e record. Così il bomber, non è un mistero, ha ventilato eccome l’ipotesi di lasciare Milanello e accasarsi in una squadra in grado di garantirgli presenze continentali. L’allarme sotto forma di ultimatum lanciato ad Allegri di ritorno da Dubai (“O gioco o me ne vado”) sembra essere rientrato, è stato lo stesso calciatore ad affermare che è troppo legato a questa maglia per pensare di cambiare aria; eppure la voglia di giocare è tanta, quella di battere altri record ancora maggiore, e anche se alla fine Tevez probabilmente non arriverà, la situazione di Superpippo rimane critica. Allegri non lo vede: l’esclusione dalla Champions League, nonostante la motivazione “ufficiale” fosse quella dell’obbligo di inserire i giovani, ne è la prova più cruda. Inzaghi non è uno che possa chiudere la carriera intristendosi in panchina, lo sa lui come tutti. La pensa così anche uno che di gol se ne intende, Roberto Pruzzo, che interpellato in merito qualche giorno fa aveva sentenziato: “Inzaghi vuole il record di gol in Europa e sta cercando una squadra che lo metta nelle condizioni di ottenerlo”. Poi sono arrivate le parole del piacentino, di amore incondizionato alla causa rossonera, di professionalità (“So qual è la situazione se resto qui e la accetto”), ma certo non aiuta il fatto che il Milan sia alla costante ricerca di un attaccante e in queste settimane è sembrato che l’acquisto Tevez fosse una questione di vita o di morte.
Tutto ciò non aiuta l’autostima di Inzaghi, che a questo punto ha un solo modo per rispondere: sfruttare al massimo occasioni come quella di stasera, fare bene il suo mestiere – cioè quello di battere i portiere avversari – e sperare che Allegri a febbraio gli conceda l’occasione di giocare in Europa. Quella che, detto molto onestamente, SuperPippo meriterebbe eccome.
(Claudio Franceschini)