Novara-Milan, secondo atto: le due squadre si affrontano per la seconda volta nel giro di pochi giorni in quest’ultima giornata di andata, stavolta in Piemonte dopo il 2-1 di Coppa Italia per il Milan, maturato ai tempi supplementari. Un match di grande valore per tutte e due le squadre con obiettivi significativi da raggiungere. La rincorsa alla Juventus per il Milan, la conquista di punti utili per la salvezza per il Novara. 37 i punti per la squadra diretta da Allegri, solo 12 per quella di Tesser. Vedendo la differenza di punti in classifica non ci dovrebbe essere partita, con il Milan nettamente favorito, a meno che Rigoni e compagni non portino il Novara a un successo clamoroso. Nel calcio del resto può succedere di tutto. Per commentare questo match abbiamo sentito Renato Zaccarelli, che all’inizio della sua carriera poi trascorsa quasi tutta con la maglia del Torino, ha passato due anni a Novara, tra il 1971 e il 1973. Eccolo in questa intervista in esclusiva a ilsussidiario.net.
Come vede questa partita tra Novara e Milan?
Sulla carta non dovrebbe esserci partita: il Milan è troppo superiore e non può perdere punti nella lotta per lo scudetto. Il Novara invece per fare punti deve veramente trovare la giornata perfetta, non sbagliare niente.
Come si svolgerà questo match?
Il Milan attuerà il suo solito possesso palla, il Novara dovrà approfittare delle ripartenze per impensierire la squadra rossonera.
Nell’ultimo match di Coppa Italia però il Novara ha messo in difficoltà la squadra di Allegri, portandola ai supplementari…
Già, il Novara ha fatto una buona partita, ma credo che la differenza tecnica tra le due squadre sia molto grande. Il Novara aveva già battuto l’Inter, ma in un periodo di scarsa vena della formazione nerazzurra. Sarà difficile che possa conquistare lo stesso risultato con il Milan.
Rigoni è l’uomo in più di questa squadra?
Credo che la forza del Novara sia il gruppo. Poi bisogna ammettere che Rigoni è un ottimo giocatore che ha già segnato in questo campionato sei gol.
Lei ha giocato proprio al’inizio della sua carriera a Novara, cosa ci può dire di quel periodo?
Venivo dal Torino che mi mandò al Novara per farmi le ossa. Ero giovane. Qui ebbi l’opportunità di crescere calcisticamente in un ambiente tranquillo, senza alcuna pressione. Poi andai al Verona, quindi ritornai al Torino dove ho passato il resto della mia carriera.
Un ambiente tranquillo, ma anche una squadra ambiziosa…
Era una squadra che aveva le sue ambizioni, quella di fare campionati importanti per salire in A. Una squadra che aveva un rapporto profondo con la città, un club con una grande storia, fatta di tanta partecipazione e passione della gente. Il Novara ha dato tanto al calcio italiano, come altre squadre piemontesi, dall’Alessandria che ha lanciato Rivera, alla Pro Vercelli, club di grande tradizione, al Casale.
Si salverà il Novara?
E’quello che spero, anche se i punti per la salvezza non li deve cercare con il Milan, semmai era più importante ottenerli nel match contro il Cesena. Sarà più facile portarli a casa in altre partite più semplici. Certo, fare risultato oggi sarebbe tanto di guadagnato.
Il Novara in A e il Torino in B non le fa impressione?
E’ così. Adesso il Torino è primo e spero possa ottenere la promozione in A. Se il Novara conquistasse la salvezza la prossima stagione ci sarebbero 3 squadre piemontesi in serie A. Sarebbe veramente stupendo per il calcio di questa regione.
(Franco Vittadini)