Si avvicina la vera “ultima spiaggia” per Massimiliano Allegri e la sua panchina. Dopo tanti avvisi e annunci, la doppia sfida contro il Malaga di mercoledì sera in Champions League e quella contro il Genoa di sabato in serie A, sarà l’ultimo esame l’ex allenatore del Cagliari. Nel post-partita di Lazio-Milan, dopo l’ennesima prestazione stagionale terminata con una sconfitta (clicca qui per il video della partita), l’amministratore delegato rossonero Adriano Galliani ha confermato il tecnico livornese, e ieri lo stesso numero due di via Turati ha parlato intensamente con il patron rossonero Silvio Berlusconi. La squadra starà in ritiro fino a sabato a Milanello per cercare di chiudersi e provare a trovare la forza per reagire, ma i prossimi 180 minuti saranno fondamentale per il proseguo della stagione. La situazione è gravissima, il Milan è in zona Serie B, una parola che alcuni nell’ambiente rossonero non hanno neanche il coraggio di proferire: ma la realtà, purtroppo, è questa. Si pensava ad un Milan nettamente ridimensionato ad inizio stagione ma nessuno poteva immaginarsi di trovarsi a fine ottobre a lottare con Siena&Company per non retrocedere. Il patron rossonero, preso atto della situazione, ha dato il proprio assenso alla scelta di Galliani di proseguire ancora con Allegri, non credendo inoltre che un avvicendamento con Tassotti, che lavora in sintonia con l’ex rossoblu da due anni e mezzo, porterebbe a grandi rivoluzioni. Fra le due partite in programma nei prossimi cinque giorni è logico che conterà più la sfida di San Siro che quella di Malaga, ma è anche vero che se la squadra dovesse tornare dalla Spagna con una nuova prestazione negativa a quel punto si potrebbe optare per il cambio in corsa. Sembra invece ormai scritta la separazione a fine stagione nonostante il contratto in scadenza al 30 giugno del 2014. Il nome in cima alla lista continua ad essere quello di Pep Guardiola, che ha confessato ad alcuni amici di essere pronto per l’Italia (clicca qui per saperne di più) ma nel contempo vorrebbe capire le prospettive e soprattutto le possibilità di spesa per i prossimi anni. Il tecnico catalano si getterebbe a capofitto nella realtà meneghina ma a fronte di un gran progetto e soprattutto a lungo periodo, evitando quindi di dover lavorare con eccessiva pressione sulle spalle.



Insomma, per parlare chiaramente: a uno come Guardiola bisogna affidare un progetto di alto livello, altrimenti non se ne farà nulla. L’idea è quella di riportare il Milan in alto nel giro di due/tre anni, ma se si capirà che gli investimenti in programma saranno minimi a quel punto si potrebbe optare su un altro allenatore, il classico piano B. Già, proprio quella lettera che volteggia su Milanello e che nessuno vuole pronunciare…

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