Questa sera la decima giornata di serie A si apre con l’anticipo Palermo-Milan, sfida molto delicata tra due formazioni che hanno avuto un inizio di stagione decisamente deludente. Basta guardare la classifica per capirlo: il Milan ha 10 punti ed è nella seconda metà della classifica, il Palermo con 7 è addirittura in zona retrocessione. Fatti i debiti paragoni tra le diverse ambizioni e capacità delle due squadre, è comunque evidente che sia i rosanero sia i rossoneri abbiano dato finora molto meno di quello che potrebbero, e l’origine dei problemi è comune: l’attacco. In entrambe le compagini hanno segnato fino ad oggi solo tre giocatori in campionato (Miccoli, Giorgi e Arevalo Rios per il Palermo, El Shaarawy, Pazzini e De Jong per il Milan): nessun altro ha fatto peggio. Fatte queste premesse, è doveroso cercare di capire il perché con un attaccante che ha scritto pagine gloriose della storia milanista, Pierino Prati. Ecco cosa ci ha detto in questa intervista esclusiva per IlSussidiario.net.
Prati, Palermo-Milan sembra essere soprattutto una sfida tra attacchi in crisi… Sì, anche se la vittoria contro il Genoa – pur faticando molto – può avere aiutato il Milan, accrescendo l’autostima e la tranquillità del gruppo. I rossoneri infatti sono preoccupati in questo periodo: la situazione è diventata pesante, e la vittoria di sabato sera è stata a dir poco fondamentale per un gruppo che ha perso qualità ma non è neppure da zona retrocessione.
Dunque è un problema soprattutto mentale per il Milan? Sì, quasi tutti i giocatori stavano dando un rendimento sotto il loro standard. Non è possibile che il Milan perda cinque partite nelle prime otto giornate, ma quando capita una cosa del genere ci si fa prendere dalla paura, e tutto è più difficile. Comunque, Palermo-Milan è una partita tra due squadre che vogliono risollevarsi, i siciliani anche attraverso il cambio di allenatore, e che in effetti sono accomunate dal fatto di fare fatica a fare gol.
Come mai, secondo lei? Quando le cose vanno male, la fiducia e l’autostima calano e ti viene il cosiddetto ‘braccino corto’. Si rischia meno, nessuno osa, il primo obiettivo è non subire e quindi si finisce per costruire poco. Questo è quello che il Milan ha fatto contro il Genoa: partita attenta, ordinata, in cui ha controllato il gioco ma ha costruito pochissimo, e per fortuna il gol è arrivato.
Cosa non funziona nell’attacco rossonero? Come ben si sa, segna solo El Shaarawy. Bisogna recuperare Pato e Robinho, Pazzini vive un momento particolare, Bojan non si è ancora inserito, Boateng non c’è… è chiaro che bisogna recuperare l’autostima di tutti questi giocatori che erano abituati a momenti molto più felici. Credo che di questo stia soffrendo soprattutto Pazzini, che d’altronde dipende molto dal gioco della squadra e si ritrova in gruppo che produce troppo poco.
Invece cosa le sta piacendo di più di El Shaarawy? La sua capacità di segnare con iniziative personali: è davvero eccezionale nell’uno contro uno.
Il Palermo ha gli stessi problemi?
Sì, e per ora non riesce a risolverli nonostante abbia preso un allenatore come Gasperini, bravissimo nel gioco offensivo. In compenso, subisce pochi gol, e da tifoso del Milan mi auguro che non si risvegli proprio stasera Fabrizio Miccoli, che contro i rossoneri fa sempre molto bene.
Secondo lei sarà una partita bloccata anche quella di stasera? Credo di sì, anche se per entrambe le formazioni sarà molto importante vincere: solo la vittoria ti fa crescere davvero quando sei in un momento difficile. Quindi il Milan vorrà dare continuità al successo di sabato, mentre il Palermo deve sfruttare il fattore campo. La paura comunque ci sarà, e quindi entrambe le squadre staranno compatte e guardinghe.
Vuole fare un pronostico su questa partita? Un pronostico no, dico solo che spero che il Milan dia un segnale forte che confermi la ripresa.
(Mauro Mantegazza)