La Fiorentina espugna San Siro battendo il Milan per 3-1 e si mantiene saldamente al quarto posto solitario, a quota 24, a meno due dal Napoli terzo. Il Milan invece resta a 14, lontano anni luce dalla Champions (distante 12 punti) e anche dall’Europa League (8). Analizzando le statistiche del match, si può notare come mai numeri furono più infingardi. A guardare le statistiche di Milan-Fiorentina, sembrerebbe una partita equilibrata portata a casa dai rossoneri. Niente di più falso, dato che innanzitutto hanno vinto gli ospiti, per 3-1, che peraltro hanno dominato il gioco, non rischiando mai particolarmente di perdere di mano la gara. Già il possesso palla, che vede il 51% a favore dei padroni di casa, è concesso dalla Fiorentina, che a tratti, vista la superiorità palese, concede ad un Milan stanco e senza idee di giochicchiare con la sfera a centrocampo, risparmiando fatiche in attesa di un eventuale assalto finale che, poi, non c’è stato. Come spesso succede quando gioca il Milan, i calci da fermo non sono stati decisivi: su ben 10 angoli totali, 6 rossoneri e 4 viola, non c’è stato nessun pericolo, non tanto per la solidità difensiva del Milan quanto per il fatto che Montella non predilige queste occasioni per punire le squadre avversarie. 612 le palle giocate dai rossoneri, più di quelle viola, 563, ma la differenza sta nella loro incisività più che nel numero: lo dimostrano le percentuali di protezione dell’area, dove Fiorentina batte Milan 52% a 51%, attacco alla porta, che vede i viola passare i rossoneri di un punto percentuale, 48 a 47, e pericolosità, nettamente a favore degli ospiti con il 50%, a fronte del misero 35% dei padroni di casa. E’ proprio quest’ultimo l’unico dato che ci sembra rispecchiare fedelmente la gara nel suo complesso. Singolarmente, si distinguono i difensori viola Savic e Rodriguez, con rispettivamente 24 e 22 palle recuperate, a testimonianza di una difesa che non ha subito nulla, e Aquilani, con 2 tiri e un gol. 57 palle giocate da Constant, che però non lo pongono tra i migliori in campo, così come Boateng, che con 5 tiri è quello ad aver provato più volte a segnare. Tutti tentativi non andati a buon fine.



Al minuto la Fiorentina è già in vantaggio. Rimessa laterale battuta da destra direttamente in area, Mexès ed Ambrosini bucano l’intervento permettendo a Toni di fare la sponda a centroarea, dove Aquilani è colpevolmente lasciato da solo. Per l’ex rossonero è un gioco da ragazzi prendere in controtempo Abbiati e piazzare col piattone sinistro il gol del vantaggio. Forse ancora più importante è l’episodio che accade al 33′ in area della Fiorentina: lancio lungo dalle retrovie per pato, che al centro dell’area prova a colpire di testa, ma si vede franare addosso Roncaglia. Il rigore è sacrosanto, e dal dischetto va lo stesso brasiliano, che provando a spiazzare Viviano mette la palla a destra, ma con troppa forza, spedendola in curva sud e vanificando le speranze di rimonta rossonere. Passano cinque minuti, e la Fiorentina, citando il più classico dei “gol sbagliato gol subito”, mette in ghiaccio la sfida: Borja Valero riceve palla sul vertice sinistro dell’area, si accentra e clamorosamente non trova opposizione. Dopo un contrasto facilmente vinto contro Mexes, è quindi davanti ad Abbiati, e lo trafigge con un diagonale mancino. 2-0. Al 50′ rischia di riaprirla Boateng, sfruttando un cross dalla sinistra di Constant, ma il suo colpo di testa ad incrociare esce di pochissimo. Ci pensa nove minuti dopo Pazzini, che raccoglie la sfera che aveva impattato sul palo dopo lo splendido tacco di Mexes, scaraventandola in area da mezzo metro. 2-1. E’ però un fuoco di paglia, anzi la Fiorentina prende coraggio e non rischia più nulla. Anzi, rischia di chiuderla all’86’, quando Cassani, spettacolarmente servito in profondità da uno smarcante Mati Fernandez, coglie il palo sbagliando l’angolo in cui trafiggere Abbiati. E’ il preludio al 3-1 di El Hamdaoui, che un minuto dopo ammazza la partita: il marocchino riceve da sinistra e al limite addomestica il pallone con un tocco, usando il secondo per colpirlo a giro sul secondo palo: traiettoria splendida e Abbiati beffato, per un primo gol in serie A coi fiocchi.



E’ un Massimiliano Allegri comprensibilmente deluso quello intercettato da SkySport a fine gara: “Abbiamo perso contro una buona squadra, abbiamo regalato due gol ai viola e una squadra come la nostra non può permetterselo. Nella ripresa abbiamo avuto una buona reazione ma non è bastata per rimontare, non si può prendere gol su due falli laterali. Forse crediamo che in quell’occasione possiamo riprendere fiato ma non è così, dobbiamo sempre stare attenti. Giocare ogni tre giorni non è semplice dal punto di vista psicologico. La Fiorentina ha avuto un buon palleggio, ma le occasioni più pericolose i viola le han create nel finale; la squadra di Montella nel primo tempo ha pressato tantissimo, rischiamo sempre di prendere gol quando giochiamo nei pressi della nostra area. Chi esce bocciato da questa gara? Credo che bisogna analizzare gli errori e non commetterli più nelle prossime gare. Abbiamo cambiato diversi sistemi di gioco, dobbiamo correre molto altrimenti andremo sempre in difficoltà. Adesso dobbiamo lavorare e stare zitti, nel calcio contano le occasioni da gol e nella prima frazione – gol a parte – abbiamo concesso poco alla Fiorentina.” Chiosa finale sulle effettive aspirazioni a cui questa squadra può puntare: “Eccessive pretese da questa rosa? Sono valutazioni che spettano alla società, stiamo facendo il massimo pagando gli errori commessi. Dispiace per il risultato, era una gara importante. Il Milan deve giocare sempre al massimo per fare bene, ma giocando ogni tre giorni non è facile“.



Giustamente euforico il collega Montella, che risponde così: “Sicuramente è stata una gara felice per noi contro un avversario in netta ripresa rispetto alle prime giornate. Credo che siano più i meriti della Fiorentina che i demeriti del Milan, sicuramente gli episodi nel corso della gara ci sono stati a favore. L’euforia fa parte del nostro mestiere, è bello che la gente sogni ma va presa nella giusta misura altrimenti può far male. Anche oggi poteva esserci eccessivo entusiasmo, invece le cose sono andate bene per noi. Stando nell’ambiente da tempo capisco i rumours, l’importante è saperli gestire e non lasciarsi distrarre. La nostra forza è nel gruppo, anche tra quelli che giocano meno c’è grande competitività. Fin da quando allenavo i ragazzini la mia idea era quella di arrivare ai risultati con il gioco e me la sono portata dietro“.

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