Chi ha buona memoria probabilmente starà già facendo gli scongiuri del caso: l’ultima volta che Silvio Berlusconi era stato a Milanello era il primo ottobre del 2011, poco più di un anno fa. Era la vigilia della sesta giornata di serie A (per lo slittamento dovuto allo sciopero di inizio stagione si trattava però della quinta partita) e i rossoneri, anche allora partiti non alla grande, erano attesi alla trasferta insidiosa sul campo della Juventus. Come andò a finire lo ricordano tutti: una doppietta di Marchisio nel secondo tempo consegnò i tre punti ai bianconeri e acuì la crisi del Diavolo. Che, però, allora seppe rialzarsi, e arrivò a giocarsi lo scudetto con la squadra di Conte, che però fece pesare – anche – la vittoria dello Juventus Stadium per vincere il tricolore. Ci sono tanti punti di contatto tra la stagione passata e questa, ma anche due evidenti differenze: intanto qui sono già passate dodici giornate e il Milan è sprofondato a 17 punti dalla vetta della classifica e 12 dal terzo posto. In più, quest’anno non ci sono Ibrahimovic, Thiago Silva, Seedorf e gli altri senatori a dare la scossa. Anche per questo Berlusconi è tornato a calcare il centro sportivo del Milan, come già aveva anticipato Galliani a seguito della sconfitta (la sesta in campionato) contro la Fiorentina. Domani sera i rossoneri giocano a Napoli, trasferta che più insidiosa non si può, e allora il presidente ha voluto manifestare con i fatti la sua vicinanza alla squadra; da un po’ di tempo non si sentivano dichiarazioni del numero uno, solo voci di corridoio che dicevano che avesse esonerato Allegri dopo l’Anderlecht, o che invece riservasse la massima fiducia nell’allenatore. Oggi eccolo, accolto a Milanello non da Galliani ma dallo stesso Allegri: il Milan ha una serie di gare decisive che sfoceranno nel 4 dicembre, quando contro lo Zenit San Pietroburgo si proverà a centrare la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League. Per quella data saranno attesi i dirigenti del Guanghzou di Marcello Lippi per eventuali accordi ed entrata in società con quote di minoranza (clicca qui per approfondire), ma nel frattempo il presidente del Milan ha rilasciato alcune parole alla stampa, non prima di aver abbracciato El Shaarawy che gli aveva dedicato il gol in Nazionale mercoledi sera. “Anche su invito di Galliani, Tassotti e Allegri possono tornare ad occuparmi del Milan”, queste le sue prime parole dopo l’incontro con la squadra. “Tornerò allo stadio, mi farò vedere”. E scherzando ha aggiunto: “Sono venuto qui anche per impostare il modulo”, riprendendo il vecchio tormentone secondo il quale sarebbe lui a dettare le formazioni. Poi, scherzando meno, ha tuonato: “Mai più con la difesa a tre, Montolivo mi ricorda Pirlo e deve giocare al centro del campo”. Allegri è avvisato, pur se Berlusconi ha voluto rassicurare anche lui: “Lo avrei mandato via in quanto presidente se non fossi soddisfatto del suo operato. In 26 anni solo due volte abbiamo cambiato in corsa (in realtà sono quattro, ndr), non è una nostra tradizione. Ho un ottimo rapporto con Allegri, prima di essere un buon tecnico è una bella persona, e con lui prima dei mille infortuni abbiamo vinto uno scudetto”. Sarà, ma le sensazioni dicono il contrario. Probabilmente si aspetterà comunque l’anno prossimo, quando potrebbero entrare capitali stranieri. Su questo non c’è nessuna apertura a parole, dei cinesi il presidente ha accennato come eventuale sponsor. “Non avrebbe senso…
… vendere la società in questo momento”, ma di affari ha parlato poi a Milan Channel, quando si è riferito alle cessioni di Ibrahimovic e Thiago Silva: “In tre anni abbiamo risparmiato 160 milioni di Euro: nessuno sano di mente avrebbe rifiutato in questa situazione economica”. L’ultimo commento prima di lasciare Milanello è per Pato, tormentato dagli infortuni, in crisi tecnica e contestato dai tifosi (anche se forse non aggredito): “E’ un campione, è stato molto sfortunato ma tutti i referti medici dicono che può tornare se stesso. E’ lui per primo tuttavia che deve credere in questo; con Bojan ed El Shaarawy può formare un attacco niente male, poi è giovane”. Dunque, Berlusconi è tornato a far sentire la sua presenza ai giocatori, e chissà che questa iniezione di fiducia non si ripercuota sulla squadra già domani sera al San Paolo. Per il Milan una vittoria di prestigio a Napoli sarebbe un ottimo viatico per rialzarsi, e sapere che per il prosieguo della stagione il suo presidente tornerà allo stadio a soffrire e tifare potrebbe rappresentare una svolta.