Catania-Milan è l’antipasto della quindicesima giornata del campionato di serie A 2012-2013. Si tratta di un match importante per entrambe le squadre: il Catania vuole riprendere la corsa dopo aver perso il derby, mentre il Milan vuole dar seguito ai recenti risultati positivi. Peraltro le due squadre sono molto vicine in classifica: il Catania ha 19 punti ed è una delle maggiori sorprese, o conferme, di questo campionato. Il Milan invece ha 18 punti ma sta rialzando la testa verso i quartieri che gli competono. Per introdurci a Catania-Milan, che si giocherà venerdì sera al Massimino, ilsussidiario.net ha intervistato in esclusiva Gennaro Delvecchio, centrocampista del Grosseto. Che può considerarsi un doppio ex della partita, avendo militato sia nel Catania (a più riprese, dal 2004 al 2011) e anche nel Milan, nella tournée americana del maggio 2009. Ecco le sue impressioni sulla partita del Cibali:
Contro la Juventus il Milan ha proposto Boateng nel ruolo di falso centravanti: potrebbe essere una soluzione duratura? Decisamente sì perché potrebbe comunque agire da mezzapunta, senza costringere il Milan a privarsi di un centrocampista puro. Allegri potrà così utilizzare un centrocampo più folto, che gli garantisce più copertura e nello stesso tempo anche inserimenti in avanti.
Potrebbe essere la mossa che sblocca Boateng, apparso un pò sottotono quest’anno? Sì perché non avrebbe più il compito di dover stare anche a difendere, cosa che lo allontanava dalla porta. Penso che sia una soluzione tattica che può rendere il Milan più compatto.
Nel Catania mancheranno per squalifica Spolli e Gomez, e forse anche Bergessio: questo riduce drasticamente le possibilità di fare risultato? Sono giocatori che conosco benissimo perché ci ho giocato assieme l’anno scorso. Spolli è il perno della difesa, Gomez può essere sempre un valore aggiunto per la sua capacità di creare superiorità numerica, perché nell’uno contro uno ha il colpo in canna; Bergessio invece è importante perché riesce a fare reparto anche da solo. Sono tre assenze importanti, ma io credo che se il Milan non va al Massimino con lo spirito giusto potrà anche incappare in una brutta sorpresa, nonostante le assenze del Catania.
Che tra l’altro non finiscono qua: mancheranno anche Biagianti e Izco per infortunio. Si profila un centrocampo con Lodi, Almiron e Ricchiuti: troppa qualità e nessun “portaborracce”? Lodi ormai ha trovato la sua posizione: davanti alla difesa, in attacco si propone solo per i calci piazzati; Almiron è più portato ad inserirsi, ma penso che col Milan sarà più protettivo, per permettere a Ricchiuti di sfruttare le sue caratteristiche, che sono più offensive. Almiron rinuncerà a qualche inserimento, e Ricchiuti o chi per lui avrà più libertà di attaccare.
Lei che è stato a Catania si è fatto un’idea del perché così tanti allenatori, da Mihajlovic a Maran passando per Zenga e Montella, riescono a fare così bene in questa piazza? Non tanti, ma tutti hanno fatto bene a Catania, penso anche a Pasquale Marino ad esempio. Questo significa che a Catania c’è una base importante che è quella societaria, che mette l’allenatore nelle condizioni di lavorare con la sua testa e la sua libertà mentale. Ogni mister che arriva a Catania è aiutato dal grande lavoro che ha fatto quello precedente, e dalla mentalità di una società che è pronta a passare da “piccola” e realtà medio-grande del nostro calcio. Quindi merito a Maran e agli ex allenatori, ma anche al lavoro che c’è dietro.
Nel maggio 2009 ebbe modo di vestire la maglia del Milan, in una tournée americana: che ricordo ha di quell’esperienza?
Conoscevo il Milan da tifoso, e alcuni dirigenti per qualche stretta di mano. In America ebbi modo di conoscere la squadra da vicino, e devo ringraziare tutti perché mi hanno regalato la fortuna di giocare nel Milan. Ogni calciatore sogna di arrivare a quel livello, perché in una società come il Milan non ti manca veramente nulla. L’esperienza in rossonero è durata poco ma mi è servita a capire cosa significa fare il calciatore ad alto livello.
C’è stata la possibilità di essere acquistato dal Milan o era nei piani che tornasse a Catania? Questo lo sa solo il Milan, però io mi sono goduto quello che mi è stato dato, senza pensare al dopo. Ero sotto contratto col Catania, che aveva stipulato col Milan il mio prestito: ho dato tutto sperando che potesse cambiare qualcosa. Però sono contento di quello che ho vissuto: rimarrà sempre una grande esperienza e mi ha fatto capire veramente cos’è il Milan. Avevo solo un’idea delle persone che lo compongono: lì ho avuto la certezza che si tratta di gente che sta lì per un motivo, per delle qualità importanti.
Se la sente di fare un pronostico per Catania-Milan? Sbilanciarsi è difficile. Sicuramente il fattore campo conterà tantissimo: se il Milan non va col piglio giusto potrà rischiare tanto, perché a Catania non si scherza. Se invece scenderà in campo con l’atteggiamento giusto avrà più possibilità di vincere.
(Carlo Necchi)