La storia si ripete. Come da copione, si allungano i tempi di recupero di Alexandre Pato. Il giovane attaccante del Milan, infortunatosi durante l’ultima sfida di Champions League contro l’Anderlecht a Bruxelles, sembrava destinato al rientro in campo in due settimane. Ieri però, nella conferenza stampa pre-Zenit, l’allenatore Massimiliano Allegri ha escluso categoricamente che il Papero possa scendere in campo nel match di domenica, la trasferta contro il Torino, aggiungendo la necessità di un recupero blando per evitare ricadute deleterie. Insomma, nulla di nuovi diranno molti, e la netta sensazione è che alla fine l’ex Internacional Porto Alegre possa tornare a calcare i campi da gioco soltanto durante l’inizio dell’anno venturo. Come accaduto ormai negli ultimi due anni il Milan vuole evitare di affrettare i tempi di recupero, e preferisce quindi tenere in infermeria il ragazzo per una/due settimane in più piuttosto che vederlo fermo ai box il giorno successivo al ritorno in campo. Una situazione preoccupante che di fatto scombussola i piani di mercato dei rossoneri in vista del prossimo gennaio. Nonostante fossero state escluse possibili cessioni a breve, l’idea di un piazzamento in prestito in qualche big brasiliana era molto attuale e concreta. La terra verdeoro, la patria dello stesso attaccante rossonero, sarebbe stato lo scenario ideale per tornare ad acquistare un po’ di fiducia. Del resto Pato ha giocato le Olimpiadi con la propria selezione durante la scorsa estate e in quell’occasione è sempre apparso sorridente ma soprattutto non si è mai fermato ai box. Si spiega quindi la “riconciliazione” recente fra l’agente dell’attaccante, Gilmar Veloz, e la dirigenza del Milan, dopo l’incontro della scorsa settimana. Quando Pato ha infatti confessato al termine di Anderlecht-Milan di voler giocare di più si è subito pensato alla rottura, ma viste le condizioni fisiche dello stesso giocatore le varie parti in gioco hanno deciso di proseguire l’avventura attuale anche perchè cambiamenti sembrano quasi impossibili. Se ne riparlerà quindi durante la prossima estate quando, a meno di una metà stagione da Pallone d’Oro, Alexandre Pato svestirà per sempre la casacca del Milan in virtù anche del contratto in scadenza al 30 giugno del 2014 e la volontà di arrivare in piena forma ai Mondiali che giocherà in casa. Non si parla però solo di cessioni: in via Turati sono molto attenti anche al mercato in entrata. In cima alla lista continua ad esserci Mario Balotelli. Ieri l’amministratore delegato rossonero, Adriano Galliani, intervistato sull’argomento si è illuminato in volto: “SuperMario? E’ solo un fatto sentimentale, prima dobbiamo scendere a 26-27 giocatori, siamo in 32″. All’ad ha replicato Allegri che ha voluto mandare un messaggio all’attaccante del Manchester City e della nazionale: “Balotelli è un giocatore importante, con straordinarie qualità tecniche e fisiche, ha già buttato qualche anno di carriera e a 23 anni deve capire che il tempo vola”. Mino Raiola…
… è stato a Manchester nell’ultimo weekend per aggiornarsi sul futuro del proprio assistito e c’è stato un summit anche con Roberto Mancini. L’intenzione è quella di ricucire il rapporto fra i due ma il Milan rimane comunque alla finestra anche se è conscio che il giocatore non potrebbe essere utilizzato per la seconda metà della Champions League. Il presidente rossonero, Silvio Berlusconi, avrebbe comunque già dato mandato a Galliani di provare a fare un tentativo offrendo un prestito semestrale con diritto di riscatto fissato al prossimo 30 giugno, attorno ai 25 milioni di euro, e garantendo l’attuale stipendio percepito dall’attaccante italiano, pari a 6 milioni di euro netti annui a stagione. Occasioni potrebbero arrivare anche dall’Olanda, terra visitata spesso e volentieri in queste ultimi mesi dal direttore sportivo Ariedo Braida. Il ds rossonero sta seguendo le orme di Christian Eriksen così come di KevinStrootman. Il primo è il trequartista dell’Ajax e della nazionale danese il cui contratto scadrà nel 2014 e che lo stesso non sembra intenzionato a prolungare.