Averne, di dubbi così. A due giorni da Milan-Barcellona, andata dei quarti di finale di Champions League, Pep Guardiola fa le prove della formazione che scenderà in campo a San Siro. I blaugrana sono in fiducia: hanno vinto a Maiorca e mantengono sei punti di ritardo dal Real Madrid (con il Clasico da giocare in casa). Adesso i catalani si immergono nell’Europa, con l’obiettivo dichiarato di vincere la seconda coppa consecutiva, impresa mai riuscita a nessuno da quando la manifestazione ha cambiato nome. In casa Barcellona sono indisponibili Adriano, Abidal, Afellay e David Villa; i dubbi di Guardiola riguardano però il reparto avanzato, se è vero che in difesa sarà Puyol ad agire come terzino sinistro (ruolo già ricoperto nelle passate stagioni) e a centrocampo l’intoccabile Xavi partirà da centrodestra con Sergio Busquets davanti alla difesa e Fabregas sarà la mezzala sinistra. In attacco c’è più incertezza. Messi ovviamente sarà al suo posto: i suoi 54 gol stagionali, con record di segnature in blaugrana appena conquistato, parlano da soli. Al suo fianco possibile l’utilizzo di Andres Iniesta, che sulla carta è un centrocampista ma si disimpegna benissimo come esterno offensivo: più volte l’abbiamo visto in quella posizione, da cui spesso risulta essere letale, senza contare che potrebbe scambiarsi il ruolo con Fabregas mettendo in crisi la retroguardia del Milan. Dall’altra parte (a destra) il ballottaggio è a due: Sanchez o Pedro. Il primo, ex Udinese, ha segnato sabato sera, sbloccando la partita di Maiorca: fino a qui sono 9 i gol nella Liga per il Nino Maravilla, che ha dovuto anche star fuori per circa un mese a inizio stagione; e in Champions League è già risultato decisivo a Leverkusen, con una doppietta che ha spianato la strada al successo esterno del Barcellona. Pedro non sta certo vivendo la sua miglior stagione al Camp Nou, da quando Guardiola lo promosse titolare nel 2008: su di lui sono anche spuntate voci di mercato (la Roma sembra interessata al prestito). Tuttavia, Pedrito è il talismano di Guardiola: ormai non si contano più i gol decisivi di questo ragazzo, che ha timbrato nel ritorno della semifinale di Champions League contro il Real Madrid, poi in finale contro il Manchester United, ha deciso la Supercoppa Europea 2009, è andato a segno nel Mondiale per Club dello stesso anno: quando conta, Pedro c’è. Ecco perchè Guardiola sa che lasciarlo fuori non sarà facile: l’alternativa è impiegarli entrambi, Pedro e Sanchez, ma questo vorrebbe dire rinunciare a Iniesta o arretrarlo a centrocampo, dovendo però lasciar fuori Fabregas.
Bello avere dubbi così, senza contare che c’è anche un certo Thiago Alcantara che partirà dalla panchina. A volte il troppo stroppia, si sa, perchè in campo si va sempre e comunque in undici. Certo rispetto ad Allegri, che conta gli uomini e ha la formazione più o meno obbligata, è un bel troppo: non ci stupiremmo di veder tutto stravolto domani, magari con Cristian Tello, nuovo ragazzo prodigio della cantera blaugrana, al fianco di Messi. Un azzardo, ma con Pep non si sa mai.