Silvio Berlusconi torna in carica. E’ di nuovo lui, ufficialmente, il presidente del Milan. Il consiglio di amministrazione della società, che si è riunito oggi, lo ha nominato per acclamazione presidente onorario, come annunciato dai rossoneri in una nota apparsa sul sito ufficiale. Un ritorno reso possibile dal venir meno del governo da lui presieduto, e del relativo conflitto di interessi. Non lo si può definire, ad ogni modo, come un fulmine a ciel sereno. E’ da molto tempo, infatti, che lo stesso Berlusconi annunciava il suo imminente rientro alla presidenza del club condotto trionfalmente ai vertici mondiali. Del resto, inoltre, era stata proprio la figlia Barbara ad invocarne il ritorno, che oggi si è ufficialmente materializzato, per la prevedibile gioia di tutti i tifosi rossoneri. Un Berlusconi di nuovo vicino alle vicende della squadra può voler dire tante cose. Per il tecnico Allegri, ad esempio, potrebbe anche non essere una notizia positiva. Al di là della sua passione calcistica, sono note le ‘interferenze’, per così dire, del patron nel campo d’azione che compete all’allenatore. Appena ieri sera, per dirne una, Berlusconi era apparso piuttosto deluso per la prestazione offerta dal Milan al cospetto dei ‘campioni di tutto’ del Barcellona. Pur non essendo troppo ciarliero – non come al solito, almeno – il vulcanico Silvio aveva lasciato intendere chiaramente di non essere rimasto per nulla soddisfatto dello spettacolo visto in campo. Colpa di una tattica troppo difensiva e, dunque, di un Allegri, a suo giudizio, fin troppo pavido dinanzi ai catalani, riconosciuti maestri dell’arte del palleggio. Un Berlusconi-bis, dicevamo, può dunque significare tanto. Può significare un deciso ritorno sul mercato, ad esempio, fair-play permettendo. E Allegri per primo non potrà stare troppo tranquillo, nonostante il recente rinnovo fino al 2014. Al Berlusca, si sa, son sempre piaciuti gli allenatori che teorizzano il calcio-spettacolo. L’ideale, a dire il vero, sarebbe proprio uno come Guardiola, che dovrebbe rinnovare da un momento all’altro col Barça, anche se in realtà nulla ancora si è mosso. Certo, decidesse di lasciare i catalani, troverebbe la fila dinanzi alla porta. Porta a cui busserebbero anche i cugini dell’Inter, e questo Berlusconi lo sa fin troppo bene. Ma sperare non costa nulla, nel suo caso come in quello di Cristiano Ronaldo, il grande sogno presidenziale. E’ sempre stato l’asso portoghese il preferito del patron rossonero. Anche più di Messi, sì, anche se CR7, qualche tempo fa, spense piuttosto brutalmente ogni fantasia: “Berlusconi mi sogna? Io faccio altri sogni…”.
Ma un Berlusconi di nuovo in primo piano nelle faccende di Milanello è un evento che non può e non potrà passare inosservato. Non potrà non avere conseguenze, sul mercato, come detto, e non solo. Guardiola per la panchina e Ronaldo per l’attacco, laddove un certo Ibra in Europa stecca sempre. Questi i sogni proibiti del presidentissimo. L’estate è ancora lontana. I tifosi sperino pure.