Non solo polemiche dopo Barcellona-Milan. Ci sono anche stati episodi piacevoli che hanno contribuito a distendere il clima, fin troppo infuocato per la posta in palio e le controverse decisioni dell’arbitro Kuipers. Un fatto su tutti è quello legato all’intervista di Clarence Seedorf che, ai microfoni di Sky Sport, ci ha tenuto a rimarcare come fosse giunta l’ora di smetterla di parlare di arbitri, di schermaglie con la Juventus, di dossier: il Milan ha sempre dimostrato sul campo il suo valore, la squadra è campione d’Italia in carica e giocherà le rimanenti partite per confermarsi tale, senza prestare il fianco alle polemiche. Poi, a margine di questo, c’è stato anche l’incontro tra Galliani e Leo Messi. L’argentino è stato decisivo martedi sera, realizzando due calci di rigore (il primo da lui stesso procurato), e per la quinta stagione consecutiva giocherà con il Barcellona le semifinali di Champions League. Adriano Galliani, amministratore delegato del Milan, ha ammesso, ai microfoni di RAC1, di aver incontrato la Pulce e di aver scambiato qualche parola con lui. Cosa si siano detti non è un mistero: “Leo mi ha detto che intende chiudere la carriera con la maglia del Barcellona; io, comunque, darei di tutto per ingaggiarlo”. Non solo lui: è il sogno proibito di Massimo Moratti, che da anni vorrebbe portarlo all’Inter; e sostanzialmente di tutte le altre squadre del panorama calcistico mondiale, che pur di poter schierare Messi nella loro formazione farebbero qualunque tipo di follia. Stiamo pur sempre parlando del miglior calciatore del pianeta, che ha vinto 18 trofei in poco meno di otto stagioni in Spagna, tre Palloni d’Oro consecutivi, 237 gol con la maglia del Barcellona, già 57 quest’anno. Un fenomeno, semplicemente. Che, per di più, ha anche un debito di riconoscenza nei confronti della società catalana: a 12 anni gli venne diagnosticata una forma di ipopituitarismo, che di fatto gli impediva di crescere. Il Barcellona lo ingaggiò, lo portò in Spagna insieme alla famiglia e gli pagò le cure mediche necessarie. Ora Messi è il numero uno senza discussioni, e non può che ringraziare enormemente il Barcellona per questo. Da qui, la sua decisione di voler rimanere fino al momento in cui appenderà le scarpette al chiodo. Si sa che tutto può cambiare nel corso degli anni, ma oggi sembra davvero difficile ipotizzare che Messi possa abbandonare il Camp Nou e la squadra che concorre al titolo di più forte di tutti i tempi. 



Chissà, magari nel giro di un paio di stagioni il Barcellona crollerà e Messi avrà voglia di cambiare aria per vincere ancora; ma la bacheca strapiena per adesso allontana anche questa ipotesi. Questa volta nemmeno un investimento personale da parte di Silvio Berlusconi riuscirà a regalare al Milan quello che sarebbe il più grande acquisto da quando il Cavaliere è presidente. Con buon pace di Ibrahimovic.

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