CASSANO – E’ definitivamente finito l’incubo per Antonio Cassano. Dopo circa cinque mesi e mezzo, dallo scorso novembre a pochi giorni fa, il fantasista barese può finalmente ri-calzare gli scarpini da gioco e tornare a macinare chilometri sui campi verdi. L’ex Sampdoria è molto carico, ha voglia di dimostrare di essere quello di pochi mesi fa, e in allenamento ha dimostrato la sua energia, andando a realizzare un gol in partitella. Ieri, una lunga intervista concessa ai microfoni di Studio Sport in cui il fantasista di Bari Vecchia ha deciso di confessarsi. «Ho avuto paura di morire», ammette senza nascondersi l’attaccante del Milan. Prima dell’operazione al cuore per un attacco ischemico, il numero 99 dei rossoneri si è sentito veramente in pericolo: «Quattro giorni prima dell’operazione ho avuto tanta paura, l’idea di far soffrire i miei cari mi angosciava. Per 36 ore dopo il malore ho fatto fatica a parlare e a ricordarmi le cose. Per fortuna ora è tutto passato, ho iniziato una nuova vita». Dopo diversi controlli medici accurati e con il tempo che passava inesorabilmente alla fine è arrivata l’idoneità all’attività agonistica tanto sperata e desiderata. Il giorno fatidico è stato quello di martedì scorso mentre il Milan era a Barcellona per affrontare i colossi catalani. Da quel giorno Cassano è tornato ad allenarsi con frequenza e costanza insieme al resto del gruppo; ora sta bene e non è da escludere che oggi mister Allegri lo convochi in vista della partita prevista domani pomeriggio allo stadio San Siro contro la Fiorentina. Cassano si sente tornato quello dello scorso autunno ma manda comunque un avviso: «Adesso torno a giocare e se mi accorgo che sto bene okay, ma se vedo che dopo 3, 4, 6 mesi, un anno non sto in piedi, dico a tutti “ragazzi, è stato un piacere” e me ne torno a casa. Voglio che la gente ricordi il Cassano buono, non quello che fa compassione». Del resto il barese lo aveva già annunciato poco prima dell’attacco al cuore che la sua carriera nel calcio non sarebbe stata ventennale come i vari Del Piero, Maldini e Zanetti. Nei suoi pensieri vi è infatti da tempo la chiusura con il calcio “positiva”, al top della forma, per poi ritirarsi e godersi in santa pace e tranquillità la propria splendida famiglia.
Infine, un messaggio chiaro al medico del Milan: «L’uomo che mi ha salvato la vita è Rudy Tavana, che mi ha preso per i capelli e mi ha portato in ospedale».