Quindici infortuni muscolari nelle ultime due stagioni, l’anno sportivo di fatto concluso in anticipo, una situazione che non migliora e anzi senza peggiorare: questo il calvario di Alexandre Pato, volato ad Atlanta per curarsi, tornato guarito e poi costretto allo stop dopo 14 minuti in campo contro il Barcellona. I tifosi e la società sono preoccupati: tornerà mai come prima? A questo punto, non era meglio venderlo a gennaio al PSG che offriva 40 milioni di Euro? Adesso è chiaro che il valore di Pato è notevolmente calato, ma il problema è un altro: quello di un ragazzo di 23 anni che ultimamente non riesce più a giocare. Per farci un’idea più completa del quadro medico di Pato, abbiamo chiesto un parere al dottor Lorenzo Marugo, medico della Federazione Italiana Nuoto. Ecco quello che ci ha raccontato, nell’intervista esclusiva rilasciata a ilsussidiario.net:
Dottor Marugo, per Pato si parla di lesione muscolare al bicipite della coscia: nello specifico, di cosa si tratta?
Lesione è un termine volutamente un pò vago, può essere uno stiramento o uno strappo o altro. Si tratta comunque di un danno ai muscoli posteriori della coscia.
Normalmente, senza tenere conto dei precedenti, in quanto si recupera da un infortunio simile?
I tempi di recupero variano molto in funzione del tipo e dell’entità della lesione, è necessario aspettare la prognosi ufficiale.
Per Pato è il quindicesimo infortunio muscolare in due anni: può essere un problema di eccesso di carichi nell’allenamento?
Si tratta di un numero di infortuni fuori dall’ordinario, può essere in parte dovuto a predisposizione oltre a errori o sovraccarichi.
I tifosi si chiedono se sia normale che il ragazzo abbia messo su 17 chili di muscoli in due stagioni, lei cosa ne pensa?
E’ possibile ottenere un tale aumento di peso anche con mezzi leciti; forse è eccessivo in uno sport come il calcio e sicuramente predispone a lesioni. Il muscolo diventa troppo forte e riesce a realizzare delle tensioni superiori alla capacità di resistenza dei tendini e delle stesse fibre muscolari.
Anche El Shaarawy ha aumentato la sua massa muscolare da quando è al Milan: anche lui rischia?
Il calcio è di per se stesso uno sport a forte richio di traumatismi dell’apparato locomotore. Chiunque rischia traumi di questo tipo.
Può essere colpa della preparazione sbagliata? Mi spiego meglio: ogni giocatore, ogni fisico, ha bisogno di carichi di lavoro diversi. Forse hanno sbagliato con Pato nella valutazione?
Certamente, ma spesso non è facile riconoscere il colpevole: può essere l’allenatore, il preparatore atletico, l’atleta che non rispetta le direttive, il fisioterapista o il medico che non eseguono perfettamente prevenzione, terapia, riabilitazione.
A questo punto tutti si chiedono: perchè, di ritorno da Atlanta, il giocatore era stato dichiarato completamente sano?
Talora risulta difficile certificare la completa guarigione. Ed anche a guarigione clinica avvenuta non sempre si può ottenere una resistenza ai carichi identica a prima.
A proposito di Atlanta: una scelta legata a privacy e serenità, o in America ci sono effettivamente strutture all’avanguardia che in Italia non abbiamo?
Sicuramente sono importanti privacy e serenità, poi contano i contatti, le amicizie a livello scientifico, le gelosie e contrapposizioni a livello locale e la volontà dell’atleta, del presidente, del procuratore. In Italia esistono strutture all’avanguardia. E poi basta ricordare che capita anche negli Stati Uniti che una persona venga dimessa dai medici, magari dopo un problema cardiaco che sembra risolto e che invece muoia poco dopo……..
Può essere che il problema sia anche psicologico, cioè che dopo così tanti problemi Pato abbia abbassato, consciamente o meno, la propria soglia di sopportazione del dolore?
Direi che è l’ultima eventualità da prendere in considerazione.
Se lei dovesse curare un nuotatore con problemi simili, cosa penserebbe della sua riabilitazione? La considererebbe possibile?
E’ difficile che si presenti una situazione simile negli sport acquatici. Certo che una spalla di un nuotatore operata più volte torna difficilmente in piena efficenza ed i carichi sopportabili sono ridotti.
(Claudio Franceschini)