Rivoluzione in casa Milan: i senatori salutano. E’ di pochi minuti fa la notizia dell’addio, meglio dell'”arrivederci”, di Rino Gattuso. L’annuncio arriva solo un giorno dopo che Alessandro Nesta, tramite conferenza stampa, ha voluto ringraziare tutto il Milan per i dieci anni passati in rossonero, confermando che il suo futuro non sarà in serie A. Adesso c’è anche il terzo addio. Era nell’aria, ma forse è quello che fa più male di tutti: Filippo Inzaghi lascia il Milan, dopo 11 anni in cui ha vinto tutto e ha fatto emozionare tutti i tifosi con i suoi gol, la sua energia, la sua voglia di cercare la rete che è rimasta sempre intatta, come il primo giorno, più del primo giorno. Inzaghi era stato vicino al passo d’addio già lo scorso gennaio, quando la sua cessione al Siena sembrava cosa fatta: non gli era andata giù l’esclusione dalla lista della Champions League, l’impossibilità di concorrere al record di miglior marcatore europeo. Per amore del Diavolo decise di restare, ma da allora le cose non sono migliorate. Così, a quasi 39 anni, Superpippo dice stop: si ritira, appende le scarpette al chiodo, e lo fa nel modo più commovente, tramite una lettera aperta ai tifosi, alla società, alle sue vecchie squadre, a tutti coloro che nel corso di una straordinaria carriera l’hanno aiutato ad arrivare dove è arrivato: “Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan”, si legge sul sito ufficiale della società rossonera. “La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate è che ho giocato e vinto per Noi”. Sono parole sincere, emozionanti, e chissà quanto sono costate a Inzaghi, lui che non avrebbe mai smesso, se fosse stato per la rabbia agonistica che ancora oggi sente dentro. “Caro il mio Milan, ti lascio solo perchè è la vita, perchè è il momento”; e quanti momenti hanno passato insieme, dalla trattativa che lo ha portato a Milanello, lui che per quattro anni era stato della Juventus (“Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il prima possibile. I primi mesi mi avete studiato, ci siamo guardati”). Poi, i grandi successi con il Milan, a cominciare da “quella sera contro il Torino. Mi sono tolto le stampelle, il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita”. Da lì, un’escalation di gol, di vittorie, di trionfi. La notte di Manchester, la finale di Atene con la sua doppietta decisiva per stendere il Liverpool: “Io e noi, voi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva concedersi. Certo la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli”. Insomma, sono parole che qualunque tifoso del Milan, ma in fondo ogni appassionato di calcio, non può non leggere con un brivido, se ripensa alla carriera di questo straordinario campione. Che prosegue, concedendosi ai ringraziamenti personali: 



“Grazie al presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite”. Ma poi anche tutte le persone e le società che “mi hanno aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono oggi”. Infine un pensiero alla famiglia, fondamentale, secondo Inzaghi, nella sua carriera. Insomma, un altro grande del calcio lascia. Non raggiungerà Raul, deve abbandonare il suo record, deve lasciarlo ad altri; ma il ricordo delle sue giocate e dei suoi gol sarà sempre vivo nel cuore di tutti, a cominciare da quei due gol contro il Real Madrid, in Champions League, che restano gli ultimi realizzati su un campo di calcio. Certo, già quest’anno era la quinta opzione nell’attacco del Milan; ma chissà per quanto tempo i rossoneri dovranno sudare per ritrovare un attaccante e una persona del calibro di Inzaghi.

Leggi anche

Matrimonio Filippo Inzaghi e Angela Robusti, mega-party a Formentera/ La coppia è pronta a celebrare le nozzeAngela Robusti verso il matrimonio con Filippo Inzaghi/ Addio al nubilato a Ibiza per la fidanzata del bomber