Kakà al Milan, ora si può. In via Turati stanno seriamente pensando al grande ritorno del brasiliano, ormai un pesce fuor d’acqua in quel di Madrid, sponda Real. Josè Mourinho lo ha preso da parte e gli ha comunicato di non rientrare più nei suoi progetti, poi – pubblicamente – ha fatto sapere che nel calciomercato può succedere di tutto, e – chissà – Kakà potrebbe anche non vestire più la Camiseta Blanca del Real Madrid. E così un cupido “antieroe”, tutto diverso dal putto paffutello con le alucce l’arco e le frecce a forma di cuore che tutti si immaginano, ma non per questo meno preciso, come Mourinho potrebbe davvero riaccendere la passione tra Kakà e il popolo rossonero. L’ex 22 rossonero ha quindi subito pensato al suo amore, a quella squadra che lo ha consacrato ormai 5 anni orsono, con la vittoria della Champions League prima e del Pallone d’Oro poi. Ora il numero 22 è di nuovo lì, e sembra aspettarlo dopo che Nocerino ha optato per il numero 8, raccogliendo la pesante eredità di Rino Gattuso, e ora la fantasia vola. E vola anche Ernesto Bronzetti, agente Fifa sinonimo di trattative con la Spagna, che – come novello ambasciatore d’amorose lettere – fa la spola tra Madrid e Milano cercando di riavvicinare le posizioni. L’obiettivo dei vice-campioni d’Italia è quello di ri-accogliere l’ex 22 rossonero con la formula del prestito secco, ma il Real Madrid è nelle condizioni di dover cercare la cessione a titolo definitivo, evitando lo spettro della rescissione (meno che mai con tanto di buonuscita). Ipotesi, quest’ultima, che invece sarebbe la preferita per i rossoneri, primo, perché metterebbe sul mercato il cartellino di un giocatore che – altro che Paris Saint Germain, anche se c’è Ancelotti – vuole solo il Milan. Secondo, perché una eventual ebuonuscita rendeebbe più incisivo e meno doloroso per il giocaotre una riduzione dell’ingaggio che è comunque indispensabile per rientrare nei parametri del Milan del dopo Spending Review. Bronzetti e Florentino Perez, il presidente del Real Madrid si sono già incontrati a pranzo. La situazione è complicata dal punto di vista fiscale visto che le Merengues rischiano di vedere la tassazione sull’ingaggio di Kakà passare dall’attuale 24% al 43% al rientro da un eventuale prestito, mentre il Milan, come per la trattativa Tevez, chiede un prestito gratuito ed è disposto ad un ingaggio al massimo di 5 milioni di euro netti all’anno per il giocatore, con il resto dello stipendio pagato dallo stesso club madrileno. Ma ripercorriamo le tappe di una operazione, quella del matrimonio-bis, che ha origini lontane. Kakà al Milan è infatti un binomio che va avanti da ben due anni e mezzo e precisamente dal 15 ottobre 2010. Nell’autunno di due anni fa l’amministratore delegato rossonero aprì per la prima volta ad un ritorno dell’ex San Paolo a Milanello e incalzato dai giornalisti dopo un match disse: «Kakà torna al Milan Non esiste questa possibilità, ma nel calcio tutto è possibile. Al momento non ci sono le condizioni, ma mai dire mai…». Tre paroline, mai dire mai, che nel calciomercato vogliono dire tutto e niente, che possono racchiudere scenari impensabili poi smentiti un istante dopo. E’ un Milan, quello del 2010-2011, che ha dato il ben servito a Leonardo, per la nota querelle a distanza con Berlusconi, e che si appresta a vincere, nuovamente, lo scudetto, grazie ad Allegri nonché alle reti di Ibrahimovic, Robinho e Boateng. Una squadra di grandi qualità, completa, che non sembra forse aver bisogno dei servigi dell’ex paulista, ma in primavera arriva il secondo sms dell’ad a Kakà. Siamo precisamente a marzo del 2011 e già all’epoca si parlava di aspetti economici e di ingaggi: «Ricardino guadagna troppo, anche perché paga meno tasse. Mi spiace che abbia dei problemi a Madrid, ma per tornare da noi dovrebbe ridursi di un bel po’ lo stipendio… Possiamo permetterci l’ingaggio di un solo Ibra». Parole mai sembrate così attuali se riascoltate ora. Il Diavolo si è appena sbarazzato di Ibrahimovic, spedito al Paris Saint Germain, proprio per motivi di stipendio, e Galliani (già all’epoca), invocava una riduzione dell’ingaggio a “Riccardino”. Passano pochi giorni, circa 60, ed ecco la nuova ennesima dichiarazione d’amore di Galliani, forse la prima realmente “spudorata” da quando Kakà ha svestito la casacca del Diavolo. E’ l’8 maggio e rispondendo ad un sms dello stesso brasiliano che si congratulava per il fresco tricolore, il numero 2 di via Turati ha confessato: «Io per Kakà farei qualunque cosa, è un giocatore ed un ragazzo straordinario. Quando l’ho venduto è stato uno dei momenti più tristi della mia carriera, ho pianto». Una vera e propria sinfonia che da il via a tormentoni estivi sfociati a metà agosto quando il plenipotenziario rossonero ripete la solfa di sempre: «Noi per poterlo prendere dovremmo farlo a titolo definitivo, non in prestito – dice al 16 agosto 2011 – Mi spiace deludere i tifosi ma l’ipotesi Kakà è impercorribile. Qualcosa però può succedere…».
Da quella data nessun altro sms di corteggiamento è partito da via Turati nei confronti del brasiliano, fino alle scorse ore, alla canzone di Antonello Venditti intonata da Galliani, alla visita di Gaetano Paolillo nella sede rossonera, al volo di Bronzetti a Madrid. Il resto della favola, è vero, va ancora scritto, ma i tifosi sperano che naturalmente ci sia il lieto fine…