Top young. Questa eè la parola d’ordine per il mercato di gennaio del Milan. Li ha chiamati così Silvio Berlusconi, che si è riavvicinato alla squadra negli ultimi mesi con visite costanti a Milanello (anche portafortuna). Non c’è solo Mario Balotelli nei pensieri rossoneri, non si parla esclusivamente del duello con l’Inter per Francesco Lodi: il Milan è attivo sul mercato dei giovani. Devono essere Under 22 e tra i migliori in Europa: questo il diktat presidenziale, da qui in avanti inizierà un progetto improntato sui talenti in erba. Non fine a se stesso, perchè l’obiettivo è vincere: costruire una base solida che possa crescere negli anni e andare alla conquista dell’Italia e dell’Europa, come il Milan è stato abituato a fare sotto la gestione Berlusconi. I primi passi sono stati fatti: per giugno è stato bloccato Riccardo Saponara, esterno o trequartista dell’Empoli (a metà con il Parma). Nove gol in questo campionato cadetto, il 21enne è uno dei migliori prospetti in Italia e i rossoneri non hanno perso l’occasione. Ma non è finita qui: sempre per la prossima estate Adriano Galliani valuta la possibilità di portare a Milanello altri giovani. Ricardo Centurion, centrocampista offensivo argentino già nel mirino del Napoli e su cui si sprecano i paragoni niente meno che con Angel Di Maria, guida la schiera di possibili talenti in arrivo: c’è Nicola Bellomo, 21enne del Bari che sulle orme di Antonio Cassano cerca di esplodere sulla scena del grande calcio, forte di 6 gol realizzati in questa stagione, del numero 10 sulla maglia e di una fila di pretendenti già molto lunga (Inter e Roma ci provano); e poi Jorge Luiz Frello, al secolo Jorginho, dal 2011 agli ordini di Andrea Mandorlini nel Verona con il quale ha giocato un ottimo campionato lo scorso anno e anche in questa stagione sta provando a trascinare gli scaligeri in serie A. Ha il vantaggio di avere passaporto italiano: teoricamente sarebbe tesserabile subito, pur se è difficile pensare che il Verona lo faccia partire prima dell’estate. Nomi sicuramente interessanti, ma la domanda resta: possono questi giocatori reggere l’impatto con la serie A, soprattutto in una grande società come il Milan? Lo abbiamo chiesto a chi la cadetteria la conosce bene: Alessandro Dal Canto ha allenato il Padova, ha lanciato Stephan El Shaarawy e sa bene cosa significa fare il salto in “tenera” età. Ecco le sue parole, in questa intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net. 



Mister, il progetto giovani del Milan può davvero avere successo? Per funzionare, funziona di sicuro; basta avere la pazienza di aspettare i ragazzi, perchè per società abituate a vincere subito -come possono essere Juventus, Inter, lo stesso Milan – calarsi in questo progetto non è immediato. Bisognerà far presente che ci vorrà tempo, e non avere pretese, i ragazzi potrebbero fare fatica.



In che cosa soprattutto? Possono avere alti e bassi, soprattutto quando ce ne sono tanti nella stessa squadra. Un conto è averne uno o due, un altro farne giocare tanti come ha in mente il Milan con questo progetto, che secondo me è una politica ottima e deve essere un viatico per tutti.

Magari ci vorrà un veterano per reparto a guidare questi giovani? Non è questione di uno per reparto, quanto di avere cinque, sei o sette giocatori di spessore che possano aiutare i ragazzi a crescere; credo che, in un organico, giocatori di esperienza e giovani vadano sempre equilibrati.

Si parla di Bellomo e Jorginho come obiettivi: sono da Milan? Possono fare la serie A sicuramente; poi dipende da ogni ragazzo sapersi calare in quella specifica serie A. Penso che giocare nel Milan sia diverso che farlo nel Siena, con tutto il rispetto; solo allenandosi con certa gente o in certi ambienti si capisce cosa vuol dire stare in una squadra come il Milan. 



El Shaarawy potrà già essere il leader del Milan 2013/2014? 

Già quest’anno ha fatto un po’ la parte del giocatore “trascinatore”: ha fatto un sacco di gol e tantissime ottime prestazioni. Non so se in questo momento sia un leader dal punto di vista caratteriale; sicuramente lo potrà diventare. Io gli darei il tempo di farlo con i dovuti modi, senza mettergli ansia o pressione.

Per gennaio invece su che obiettivi dovrebbe puntare il Milan? Penso che meglio di Allegri non sappia rispondere nessuno; uno può fare tutte le valutazioni che vuole, ma è solo chi allena il gruppo tutti i giorni che capisce davvero di chi c’è bisogno.

 

(Claudio Franceschini)