Il Milan ha ufficialmente annunciato di essersi messo sulle tracce di Kakà. Ieri sera il brasiliano era a Milano: una cena con Robinho, le parole di affetto e amore nei confronti dei rossoneri: “Ho sempre detto di essere disposto a tornare, ma sono un giocatore del Real Madrid. Se si trova una soluzione…”. Niente di nuovo sotto il sole, ma il dettaglio dell’annuncio è importante. Oggi usa così: la Juventus aveva fatto lo stesso per Fernando Llorente. Come dire: fermi tutti, territorio off limits, ci siamo prima noi. Il ritorno di Kakà al Milan è storia vecchia: affonda le sue radici addirittura durante il primo anno del brasiliano al Santiago Bernabeu. L’allenatore allora era Manuel Pellegrini: fece 96 punti, ma le Merengues arrivarono dietro uno straripante Barcellona, al secondo titolo consecutivo. Kakà giocava male, stava spesso fuori per la pubalgia: l’anno seguente arrivò Mourinho, e fu ancora peggio. Da allora il trequartista è stato spesso e volentieri accostato ad un clamoroso ritorno a Milanello: del resto, quale suggestione migliore di questa? Poco importava che il precedente a nome Andriy Shevchenko non avesse funzionato: si sa, ai tifosi basta poco per sognare, e non si può far loro una colpa di questo. Adesso però le voci si fanno più concrete: il Milan vivacchia al settimo posto in classifica, ha venduto pezzi pregiati e senatori in estate, si è profondamente indebolito e il pubblico rumoreggia. L’occasione allora è buona per richiamare il grande amore di un tempo, anche se fino a pochi giorni fa sembrava destinato ad accasarsi altrove: Kakà in rossonero ha vinto scudetto, Champions League, Pallone d’Oro. Ha passato i sei anni migliori della sua carriera, si è fatto amare da tutti, tanto che quando è volato in direzione aeroporto Barajas è stato seguito da innumerevoli lettere e biglietti di adorazione totale. Fino a oggi il ritorno di Kakà è stato chiacchieratissimo ma sempre improbabile: fino a oggi, appunto. Perchè Tgcom.it in serata ha riportato un’indiscrezione incredibile, ovvero che tra Milan e Real Madrid sia tutto fatto e che il brasiliano sia un giocatore del Milan, in attesa di visite mediche e ufficialità. Si fa riferimento ad un incontro avvenuto di Adriano Galliani con Ernesto Bronzetti (che in effetti è stato visto nella sede del Milan) e a un altro con Gaetano e Dario Paolillo con l’ad del Milan (anche questo confermato): insomma, il grande affare che sembrava impossibile per costi e stipendio sarebbe concluso. Possibile? I tifosi sperano che sia così. Certo Berlusconi ha parlato di progetto giovane e Kakà ha 30 anni e una condizione fisica non più ottimale, ma è il numero 22 del Milan, è Ricardinho, è la storia recente del Milan: val bene uno strappo alla regola, soprattutto se parte della spesa può venire riassorbita dalla vendita delle magliette, dal merchandising, dai biglietti per le partite che vanno a ruba perchè Kakà è tornato. Massimo Brambati, molto vicino all’ambiente rossonero, ha però gettato acqua sul fuoco:
“A me non risulta nulla”, ha detto in esclusiva a Ilsussidiario.net, “e sinceramente mi sembra molto difficile che si possa fare. Dipende più dal Real Madrid che dal Milan: se le Merengues decidessero di accollarsi parte dello stipendio di Kakà allora un ritorno del brasiliano sarebbe possibile”. Ma molto, molto complesso: “Non credo proprio che l’operazione si chiuderà”. E’ proprio questo il problema: l’ingaggio di Kakà, che attualmente ammonta a 12 milioni netti. Improponibile per le casse del Milan, anche se il giocatore decidesse di dimezzarselo. Il Real Madrid da tempo vuole liberarsi del giocatore (clicca qui per approfondire) ma non è convinto di lasciarlo partire gratis proprio per non realizzare una minusvalenza: sembra dunque improbabile che di punto in bianco decida di pagare una parte dello stipendio del brasiliano. Ad ogni modo mancano ancora due settimane al termine del mercato invernale, e tutto è possibile: oggi come oggi però non sembra ci siano le condizioni per un ritorno di Kakà al Milan.
(Claudio Franceschini)