Il Milan ha ufficialmente annunciato di essersi messo sulle tracce di Kakà, e questo – che potrebbe essere il botto del mercato di gennaio per i rossoneri – potrebbe essere centrato martedì. Adriano Galliani in questi giorni è assediato: l’amministratore delegato dei rossoneri ha risposto alle domande dei giornalisti ribadendo che la trattativa c’è (“è l’unica aperta”) ma che resta molto, molto difficile. Eppure sarebbero tutti convinti: il giocatore in primis, perchè non vede l’ora di liberarsi di una situazione scomoda e di tornare nell’ambiente in cui calcisticamente è stato meglio. Il Milan, perchè al di là della politica dei giovani voluta da Berlusconi (e già iniziata, come dimostra l’acquisto di Saponara) un giocatore come il brasiliano sarebbe mediaticamente e tecnicamente un colpo che potrebbe cambiare le sorti della squadra nel breve periodo anche in virtù di una spinta emotiva, dopo il brutto colpo inferto dalla cessione di Pato. Infine il Real Madrid: Mourinho è da tempo ai ferri corti con il giocatore, soprattutto la dirigenza si sarebbe stufata di pagare un signor stipendio (12 milioni di euro netti) a un panchinaro che non gode della fiducia del suo tecnico. Se le cose stanno così, perchè non si chiude? Sostanzialmente per quel 12 scritto appena più sopra: il Milan non può permettersi di versare a Kakà uno stipendio così elevato, nè il brasiliano – pur con tutti i buoni propositi del caso – potrebbe ridurselo di troppo. Per fare un esempio: se Kakà accettasse di arrivare a 5 milioni (cioè meno della metà), il suo stipendio sarebbe comunque superiore a quello di Mexès e Robinho, ovvero i due giocatori che attualmente guadagnano di più. Insomma, quella che per convenienza si farebbe domani (o si sarebbe già fatta qualche anno fa) diventa semi-impossibile per ragioni di moneta. A volte però capita che quando ci sia la volontà di tutti di chiudere un affare un sistema lo si trovi: su questo fa leva il Milan, che non per niente è passato da posizioni che dicevano “Kakà è impossibile” a “Kakà è molto difficile ma trattiamo”, segno che qualcosa si sta muovendo e soprattutto che da Berlusconi è arrivato il nullaosta all’operazione. Si chiuderà? Abbiamo chiesto un parere a Giorgio Ciaschini, storico vice allenatore di Carlo Ancelotti e per questo molto legato a Milanello. Ecco le sue parole, in questa intervista esclusiva rilasciata a Ilsussidiario.net.
Kakà al Milan: pensa sia fattibile? Sicuramente Ricardo è stufo di stare in panchina, è assurdo che continui a non giocare. Tornando nel Milan ritroverebbe un grande palcoscenico e un ambiente che conosce molto bene; anche per lui potrebbe essere una prospettiva molto interessante, considerando che il Milan è ancora in corsa per il terzo posto e quindi per la Champions League.
Economicamente come si potrebbe sbloccare la trattativa? Posso dirle questo, per quella che è stata la mia esperienza nel Milan: Galliani da questo punto di vista non ha rivali. Credo che lui sappia perfettamente condurre questo tipo di trattative. Il Milan sta cercando di attuare una politica sana.
Cosa comporta questo? Ci dovrà essere un punto di incontro, in termini economici, tra le tre parti: Real Madrid, Kakà e Milan. Sicuramente è interesse di tutti che l’affare si chiuda: quindi le parti in gioco dovranno fare un passo, ciascuna verso le altre due.
Tecnicamente parlando, cosa comporterebbe il ritorno di Kakà?
Un suo ritorno darebbe un grande valore aggiunto al reparto offensivo del Milan; con l’inserimento di Kakà aggiusterebbe la situazione fornendo più alternative come moduli.
E a livello emotivo? Sarebbe un acquisto importante dal punto di vista del carisma. Sarebbe un beneficio per tutti se Kakà tornasse, perchè conosce bene l’ambiente e ha fatto benissimo nei suoi sei anni a Milanello.
A questo punto Robinho tornerà in Brasile? Questo non lo so, bisognerebbe chiedere al Milan…
(Claudio Franceschini)