La grande operazione che riporta Mario Balotelli in Italia inizia tempo fa, ben prima che il mercato invernale aprisse ufficialmente i suoi battenti. Scenario: il Milan si barcamena attraverso i flutti di una stagione iniziata sotto cattivi auspici e con risultati semi-pessimi. In estate hanno salutato i senatori, i pezzi pregiati sono andati a rinverdire i fasti della Parigi romantica, intellettuale e ricca di fine Ottocento, la nuova realtà parla di una rosa in rifondazione. Massimiliano Allegri ha la panchina bollente una domenica sì e l’altra pure, si fanno già i nomi dei sostituti, si dice di Guardiola, di Spalletti, di una soluzione interna. E’ qui che scatta l’atto primo della pièce teatrale, in puro stile Milan. Pare quasi di vedere la scena: Adriano Galliani, immancabile cravatta gialla, incontra Silvio Berlusconi, che sta iniziando a riaffacciarsi a Milanello. “Presidente, servono rinforzi a gennaio. Chi compriamo?”. Il nome di Balotelli affiora subito: viene scritto sul taccuino in grandi e chiare lettere. Rimane lì, perchè prima bisogna sondare il terreno, sviare, depistare. Berlusconi affronta i microfoni in cerca di notizie. Apre ai giovani, anzi: esclusivamente ai giovani. “Da ora in poi solo Under 22, ma i migliori al mondo”. Segnatevi questa frase. Passano pochi giorni: i rossoneri mettono sotto contratto Riccardo Saponara. Umore dei tifosi: discreto, non buono. D’accordo, dicono, ma adesso? Ecco l’atto secondo: Galliani e Berlusconi intuiscono che i due nomi di attualità, in tema mercato, sono quelli di Kakà e Drogba. Il primo, perchè il ritorno del brasiliano a Milano non passerà mai di moda, forse nemmeno tra quindici anni quando lo si vorrà in panchina a guidare la squadra; il secondo, perchè sta dando segnali di malumore cinese, la Juventus si sta muovendo e si sta parlando dell’uomo che ha vinto la Champions League quasi da solo. Galliani studia, prende appunti, verifica: ma sono specchietti per le allodole. Il vero obiettivo resta là, nella fredda Manchester. I negoziati con Mancini e lo sceicco Mansour partono in gran segreto: non vuoi mai che qualcuno si inserisca e alzi il prezzo. Anzi: per sviare ancor più le operazioni, Berlusconi si inventa l’uscita della mela marcia. Ammettiamolo: ci eravamo cascati tutti. In realtà le alte sfere del Milan vogliono capire il margine di trattativa che hanno in mano, vogliono sapere se davvero il Mancio vuole liberarsi di Super Mario. A Milano intanto arriva Kakà: è solo una cena con Robinho, ma impazziscono tutti. Torna davvero? Questa volta i tifosi si agitano, si percepisce che l’affare alzerebbe non poco l’indice di gradimento. Intanto però viene annunciato ufficialmente il via alla trattativa, che non si sa mai; e almeno la piazza rossonera ha qualcosa cui rivolgere l’attenzione, qualcosa con cui sognare. Altro colpo di teatro: quando Kakà sembra ad un passo, l’affare sfuma. “Colpa della fiscalità”, quasi si scusa Galliani, mentre cerca di disturbare la Juventus sul fronte Drogba. Tutte manovre studiate: è come in un film, la tensione sale al punto giusto ed ecco il colpo di scena che sgonfia l’atmosfera. Di solito, in questi casi, ci si prepara al gran finale. Che arriva:
29 gennaio, il Milan chiude per Mario Balotelli. Le cifre sono note: potenzialmente, al netto delle bizze di Mario, un grande affare. L’ennesimo di Adriano Galliani, con gli effetti speciali. Ricordate la firma in diretta tv di Ronaldinho? La corsa sfrenata in motorino attraverso il traffico milanese per recapitare il contratto in tempo utile? Ecco lo stile Milan: una gigantesca opera in più atti che si conclude con l’acquisto top. Indice di gradimento? Ce lo hanno dato le immagini dei tifosi che ieri sera hanno invaso la clinica di Busto Arsizio dove Balotelli è arrivato per sostenere le visite mediche e poi hanno presso d’assalto il ristorante Giannino. Tuttavia, il ritorno di Super Mario in Italia non sarebbe un kolossal sbanca-botteghino se non avesse i contenuti extrai da edizione limitata: per la terza volta nel giro di sette anni il Milan acquista un giocatore che, nel bene o nel male, è stato legato all’Inter. Dopo Ronaldo e Ibrahimovic, ecco Balotelli: forse il meno amato di tutti, ma pur sempre il prodotto creato in casa, il giovane dall’avvenire sicuro, il potenziale fenomeno. Una vita fa, o almeno sembra a riguardarsi indietro, ci si chiedeva chi fosse più forte tra lui e Pato. Oggi in serie A c’è solo Balotelli, ma con l’altra maglia. E l’Inter? Avrebbe potuto rispondere: esisteva un’opzione. Vai tu, però, a decidere se investire venti milioni di euro in un giorno e mezzo o giù di lì, per di più su un giocatore che trenta mesi fa hai salutato senza pentirtene troppo e quando sei immerso nel difficile affare Paulinho. Scacco matto: il Milan è il re indiscusso del mercato, e la sensazione è che nemmeno i colpi balcanici Kuzmanovic e Kovacic pareggeranno i conti. Sipario? Resta l’ultimo inchino: ricordate il mantra di Berlusconi, il nuovo corso del Milan? Anche noi: Mario Balotelli ha 22 anni. Chapeau un’altra volta, signor Galliani.
(Claudio Franceschini)