Il Milan ha salutato Alexandre Pato. Era nell’aria da tempo, ora con l’apertura del mercato è diventato ufficiale. Il brasiliano è stato ceduto per 15 milioni di euro al Corinthians, salutando i compagni a Milanello in un momento molto toccante nel quale il Papero ha voluto ringraziare per cinque anni che ha definito bellissimi. Forse tornerà (lui lo ha promesso, tra due anni), forse no; sta di fatto che da oggi il Milan inizia l’era senza Pato. E, tra poco, dirà addio (questo definitivo) anche a Robinho, lui pure di ritorno in patria. Adesso parte la seconda metà di stagione che vedrà i rossoneri lottare per riconquistare il terzo posto e la qualificazione in Champions League, ma naturalmente si guarda al mercato soprattutto perchè le due cessioni in attacco fanno guadagnare un bel tesoretto a Galliani, fatto dei prezzi dei cartellini e del risparmio sugli ingaggi. Cosa faranno i rossoneri? Berlusconi è stato piuttosto chiaro in merito: niente top player, i campioni si formeranno in casa e dal mercato arriveranno solo Under 22, però tra i più forti al mondo. Una strategia sicuramente interessante, che rappresenta anche un taglio netto con il passato, se pensiamo agli acquisti di Ronaldinho e Ibrahimovic solo per citare i più recenti. Forse anche leggermente azzardata, a meno che Berlusconi non voglia fare degli strappi alla regola: Osvaldo, che ha 26 anni, è stato etichettato come “anziano” per il progetto Milan. Una sparata? Il presidente rossonero ci ha abituati a uscite simili, però la cosa merita quantomeno una riflessione. L’abbiamo fatta con l’agente FIFA Luca Vargiu, che in esclusiva a Ilsussidiario.net ha parlato della politica del Milan: “Sarebbe già un cambiamento di rotta rispetto al recente passato, quando c’era stata una ricerca di giocatori a fine carriera; personalmente non mi dispiace il ‘rischio’ di puntare sui giovani. Mancherà più esperienza e i risultati saranno più a lungo termine, ma in questo modo si può creare una migliore ossatura della squadra”. Poi Vargiu pone l’accento su un altro aspetto: “Non sempre si possono trovare giocatori come El Shaarawy, subito pronti e con delle qualità grandi che riescano a iniziare benissimo il campionato”. Tuttavia il parere è positivo: “E’ una filosofia che appoggio: è meglio lavorare con i giovani. Certo, per giovani possiamo intendere anche giocatori di più di 22 anni…”. Il riferimento è alle dichiarazioni su Osvaldo: “Non mi sembra sia così vecchio (ride, ndr). Direi che tra i 30 e i 35 anni possiamo definire un calciatore ‘anziano’, ma a 26-27 anni forse siamo nel periodo in cui si raggiunge il massimo dal punto di vista della maturità”. Come nome per il nuovo corso è circolato quello del marocchino Adel Taarabt, 23enne del Queens Park Rangers:



“E’ un ‘personaggio’, dentro e fuori dal campo. A me non dispiace, è sicuramente di difficile gestione perchè ha le sue idee. Dalle sue dichiarazioni non mi sembra affascinato dal campionato italiano, ma sarebbe un bel personaggio e ha anche detto che solo per il Milan lascerebbe l’Inghilterra. Chiaramente poi un giocatore così devi essere in grado di prenderlo, ma è interessante e sta facendo bene”. L’ultima battuta è ancora sul progetto Milan: “E’ affascinante l’idea di un Milan giovane, nè è sbagliata: l’ideale sarebbe avere un misto e penso si possa anche fare. E’ ovvio che, se davvero si sposasse questa linea, i risultati dovranno essere fissati nel medio-lungo termine, perchè a breve puoi anche vincere ma non è così scontato perchè se punti sui giovani il lavoro va visto nel tempo”.



 

 

(Claudio Franceschini)

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