Pep Guardiola è un uomo di parola. Lo scorso anno l’ex allenatore del Barcellona, giuda tecnica di uno dei cicli più vincenti nella storia del calcio (tre campionati nazionali, due Coppe del Re, tre Supercoppe di Spagna, due Champions League, due Supercoppe Europee e due Mondiali per Club), ha lasciato la sua squadra e le panchine: troppo stress, la motivazione addotta. Tutti esterrefatti, a cominciare dai suoi giocatori che – almeno la rappresentanza dei catalani – nel giorno dell’annuncio lo fissavano attoniti e con gli occhi lucidi mentre lui e Andoni Zubizarreta consegnavano le chiavi dei blaugrana a Tito Vilanova a partire dal luglio 2012. Nei mesi che sono seguiti le voci sono rimbalzate da un capo all’altro del mondo: quando tornerà Guardiola? Vilanova gli lascerà la panchina in caldo? E soprattutto: tornerà? Lui non ha mai parlato: attraverso il suo manager ha fatto sapere che ogni offerta o proposta da parte di qualunque squadra l’avrebbe presa in considerazione da gennaio. Oggi siamo nella seconda settimana del 2013 e, con una puntualità e un senso del momento impeccabili, Guardiola ha parlato. Per dire una manciata di semplici parole, ma che da qui a giugno scateneranno un tourbillon infinito. “L’anno prossimo tornerò ad allenare, anche se non so ancora con quale squadra lo farò”. Fuoco: mezza Europa ha già drizzato le orecchie e composto il numero al cellulare. L’allenatore più vincente degli ultimi anni torna in sella: quale migliore notizia di questa? Già, ma adesso il punto sarà convincere Pep a sposare la propria causa. Decisamente non facile. Proviamo a ipotizzare: quante squadre possono ragionevolmente puntare al catalano? Detto che nella lista andrebbero inserite almeno due o tre squadre per ogni Paese europeo, pare che la cerchia delle contendenti al gran ballo sia tutto sommato ristretta. In pole position, ovviamente, il Barcellona: è casa di Guardiola e, se Vilanova dovesse dire basta (anche e soprattutto per la malattia che lo affligge), la dirigenza penserebbe decisamente a lui per un clamoroso ritorno, e lui ovviamente non sarebbe indifferente. Tuttavia, volendo pensare che i blaugrana proseguano senza guardarsi indietro, le altre squadre interessate e con possibilità di pagare il lauto ingaggio sono Manchester City, Chelsea, Manchester United e Paris Saint Germain. In ordine: i Citizens hanno messo sotto contratto due ex dirigenti del Barcellona e la mossa è sembrata precludere all’arrivo del manager. Qui però Mancini sembra saldamente in sella: lo sceicco Mansour è dalla sua parte, i risultati attualmente un po’ meno ma se il Mancio dovesse rivincere la Premier si guadagnerebbe la conferma. In più, il Manchester City non ha attualmente un progetto imperniato sui giovani che possa fare gola a chi, al Camp Nou, ha fatto crescere tanti canterani e li ha trasformati in stelle. Per lo stesso motivo il Paris Saint Germain, pur avendo ingenti disponibilità economiche, pare tagliato fuori: d’accordo il giovanissimo Rabiot per il quale Ancelotti stravede, ma il francesino (che peraltro gioca poco) è una goccia nell’oceano di top player. Perde quota anche il Manchester United: per Guardiola sarebbe forse la scelta più suggestiva, ma la panchina dei Red Devils porta con sè tanto stress (il motivo per cui ha detto stop) perchè ci sarebbe sempre l’ombra lunga di Alex Ferguson, il quale peraltro a fine stagione farà sapere se continua o meno. Resta il Chelsea



Si è sempre detto che Abramovich avesse già un accordo con Guardiola, e a ben guardare un manager come Benitez ha al momento il 5% di possibilità di restare a Stamford Bridge oltre giugno, come del resto le avrebbe avute Roberto Di Matteo se non fosse stato esonerato. Lo spagnolo a Londra? Possibile, ma bisognerebbe operare una rivoluzione nel progetto (vedi sopra). Dunque, restano in piedi candidature alternative: il Milan, che non ha mai perso le speranze di mettere sotto contratto Guardiola e che, parole di Berlusconi, da ora in poi punterà sugli Under 22. Le indiscrezioni relative alla costruzione di un vivaio simil-Barcellona e fondi illimitati a disposizione di Pep sono note; da qui a dire che il catalano sarà rossonero ce ne corre, anche perchè in Germania c’è il Bayern Monaco che ha finanze e progetto serio. In più Jupp Heynckes ha fatto sapere da tempo che non continuerà: quale posto migliore allora di Monaco di Baviera, una piazza esigente sì ma tutto sommato non nell’occhio del ciclone a ogni piè sospinto? Per lo stesso motivo, secondo voci raccolte in esclusiva da Ilsussidiario.net, per Pep Guardiola si possono aprire le porte di una destinazione suggestiva come non mai: il Borussia Dortmund. Qui la dirigenza ha impostato un progetto vincente che ha già portato due titoli della Bundesliga e la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League; qui giocano ventenni cresciuti in casa e già fortissimi come Reus e Gotze; qui c’è uno stadio tra i più belli al mondo, sempre pieno ed entusiasta; e qui si è lontani dalle pressioni di piazze come Madrid o Manchester. JurgenKlopp è un idolo per la gente del Westfalenstadion, ma dopo cinque stagioni potrebbe lasciare: su di lui vigilano gli occhi del Bayern Monaco e del Real Madrid. Che sia giallonero il futuro di Guardiola? Vada come vada, la cosa certa è che sarà un valzer: il movimento di uno solo degli allenatori coinvolti rischia di provocare una rivoluzione delle panchine a grande livello. E intanto Berlusconi spera…



 

(Claudio Franceschini)

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