Sembra ormai certo l’addio di Massimiliano Allegri al Milan al termine della stagione in corso. Non in questa sessione di mercato, ma il Milan a giugno dovrebbe separarsi dal suo attuale allenatore. Qualcosa era già stato anticipato durante lo scorso autunno, in seguito ad un inizio di stagione negativo che susseguiva ad un finale di 2011-2012 bruciante, ma nelle ultime ore si è avuto di fatto la conferma. Il presidente, tramite la nota “non risposta” sul futuro del tecnico livornese, ha dato il là al divorzio, aprendo a nuovi scenari in vista della stagione 2013-2014. Ieri sera, intervistato da Sportmediaset.it, il patron si è in parte ricreduto, confessando che “Il futuro di Allegri è legato ai risultati”, ma è chiaro che le strade delle due parti in gioco si separeranno, nonostante l’allenatore rossonero abbia esclamato di voler rimanere a Milanello fino alla scadenza naturale del contratto datata 30 giugno del 2014. «Io voglio rimanere qui – ha detto Allegri nella conferenza stampa pre-Juventus-Milan – ho un contratto fino al 2014 e non rispondo al presidente». Parole che sono sembrate più di circostanza che rispecchianti la realtà anche perché lo stesso Allegri cosa avrebbe potuto dire? La storia fra Allegri e Berlusconi è storia di un rapporto mai nato realmente. Scelto dall’amministratore delegato rossonero Adriano Galliani dopo il divorzio doloroso da Leonardo, l’ex Cagliari riuscì a vincere lo scudetto al primo colpo, ma rendendosi però protagonista di magre prestazioni in Champions League. Il primo anno, infatti, uscì dalla Coppa contro un modestissimo Tottenham, risultando alla fine inerme, mentre il secondo anno cadde sotto i colpi del Barcellona ma venendo dalla sconfitta dell’Emirates Stadium che il presidente Silvio Berlusconi ancora ricorda. Fu proprio la Champions il primo squillo nella mente del patron che iniziò quindi a meditare il da farsi e a decidere se proseguire ancora con Allegri o meno. In estate è stato fatto qualche timido sondaggio ma complice anche un bilancio economico in rosso alla fine si è deciso di puntare sulla scelta più facile. A giugno ci sarà il grande cambio e sono già diversi i candidati. Si va dalle scelte romantiche legate a Seedorf, Gattuso e Van Bommel, passando per Roberto Donadoni e Luciano Spalletti (l’ipotesi più gettonata), arrivando fino al sogno Pep Guardiola, destinato però ad allenare in Premier, a meno di clamorosi colpi di scena.



E Allegri? L’ipotesi permanenza è quasi da escludere ma in caso di raggiungimenti di traguardi clamorosi, leggasi lo scudetto o la Champions League, tutto potrebbe succedere. In caso contrario il Napoli ha già un posto riservato per lui…

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