Dopo aver fatto coppia nella Sampdoria ed essere stati protagonisti di uno scambio che ha portato i due giocatori a trasferirsi da una sponda all’altra del Naviglio, il destino di Antonio Cassano e Giampaolo Pazzini potrebbe nuovamente incrociarsi. Stando a quanto riporta l’emittente televisiva emiliana Teleducato, il fantasista pugliese avrebbe chiamato l’attuale numero undici rossonero con l’intento di convincerlo a raggiungerlo nel Parma. Quest’ultimo, di rientro da un lungo stop dopo l’infortunio al ginocchio (successivamente operato) subito nel finale dello scorso campionato contro il Genoa, dopo l’arrivo di Alessandro Matri dalla Juventus per una cifra intorno ai 10 milioni di euro, infatti, rischia di finire sempre più ai margini del progetto del tecnico Allegri (o chi per esso, qualora il tecnico toscano venisse esonerato). L’operazione, però, non si presenta affatto semplice per una serie di motivi, in primis per una questione di costi, in secondo luogo per una questione numerica. Il presidente Ghirardi, dopo le cessioni illustri degli ultimi anni di Sebastian Giovinco, Fabio Borini e Ishak Belfodil (quest’ultimo, oltretutto, ceduto solamente in comproprietà), dispone sicuramente di un discreto gruzzoletto da poter reinvestire sul mercato, ma la presenza in rosa di ben cinque attaccanti, a cui vanno aggiunti anche Jonathan Biabiany (il quale potrebbe giocare in quel ruolo nei casi di emergenza) ed il giovane talento Alberto Cerri, sommati ad un’eventuale tranquilla posizione di classifica, potrebbe far si che la squadra non abbia bisogno di nessun rilevante investimento, almeno non in quel reparto. L’unica opzione, sarebbe legata alla cessione di qualche attaccante, su tutti Amauri, nonostante sia fresco di rinnovo di contratto fino al 2016. La punta 33enne italo-brasiliana è solo il fantasma di quello potuto ammirare la scorsa stagione (10 gol in 33 partite) e tra il gennaio ed il giugno 2011 (7 centri in 11 gare), e, per questo motivo, ci sono parecchie voci che lo vogliono prossimo ad un trasferimento nella MLS dove vanta parecchi estimatori.



C’è stato un periodo in cui Alessio Cerci sembrava in procinto di trasferirsi al Milan. Erano i tempi del 4-3-3 sfrenato, di un tridente che aveva in Stephan El Shaarawy la sua arma tattica devastante a sinistra e in Giampaolo Pazzini il suo attaccante centrale, e che cercava un complemento a destra, “dovendo” schierare un Kevin Prince Boateng fuori ruolo. Cerci sembrava rappresentare la soluzione ideale: mancino e quindi in grado di rientrare sul piede destro, un talento naturale tra i migliori in Italia, ma anche una discontinuità di fondo che gli hanno, anche oggi, sempre precluso le porte di una grande squadra. Quei tempi a Milanello non ci sono più: è passato poco, eppure adesso la società deve affrontare ben altri climi e ben risolvere ben altre situazioni. Cerci però resta lì: un’idea, forse solo quello, ma un giocatore così servirebbe ancora. Otto gol lo scorso anno con la maglia del Torino, già otto oggi, che sono passate appena 11 giornate: con Giampiero Ventura l’esterno romano spicca il volo, e forse non è un caso che – se escludiamo il primo dei due anni alla Fiorentina – solo con il tecnico genovese sia riuscito ad esprimersi al meglio (10 gol con la maglia del Pisa in Serie B). Che davvero Cerci sia un giocatore da “media squadra”, cioè una squadra che gioca per lui, nella quale sia la star indiscussa? “Lo abbiamo rilanciato, e avvicinandosi alla porta si è scoperto goleador”. Così Urbano Cairo gongola, su Sky Sport, appena dopo il gol del suo numero 11, che ha consentito al Torino di fermare la striscia vincente della Roma (che sarebbe giunta, guardacaso, a 11 partite). Strano destino: romano e cresciuto nella Roma (con cui ha anche esordito in prima squadra, giocando però un totale di 24 partite segnando tre gol), proprio lui ha segnato un gol importante contro i giallorossi. “Me lo tengo stretto”, ha continuato Cairo, “è un giocatore importantissimo. Nessuno me l’ha chiesto, ma comunque non è in vendita e credo possa anche fare più di 20 gol in campionato perchè ha grossi margini di miglioramento”. Niente da fare dunque: Cerci non si tocca. Dai suoi piedi passa la salvezza del Torino e anche il Milan, qualora decida di rituffarsi alla carica, dovrà farsene una ragione.



Si è recato oggi alla sede della Gazzetta dello Sport per la consegna ad Eric Abidal del premio Facchetti. Il vice-presidente e amministratore delegato ha parlato dei temi “di campo” della crisi del Milan, dalla conferma di Massimiliano Allegri al futuro di Mario Balotelli: “C’è fiducia nel tecnico. Se poi le perde tutte, è ovvio che si metta in discussione l’allenatore, ma c’è fiducia. Allegri non è il problema. Balotelli? Super Mario è ncedibilissimo. I consuntivi facciamoli a fine anno. Per esperienza dico che bisogna stare tranquilli”. Dichiarazioni volte a riportare serenità, che però hanno evitato i temi di un possibile nuovo assetto societario, specie in relazione al comunicato emesso ieri sera da Barbara Berlusconi: su questo, Galliani si è limitato a dire di avere parlato con il presidente Silvio Berlusconi, senza però andare oltre. Di certo il periodo non è dei migliori: per ritrovare un inizio stagione così negativo bisogna risalire al 1981, e quel campionato si concluse con la seconda retrocessione della storia milanista (l’unica sul campo). Ecco perché le voci non riguardano più soplo il futuro del tecnico, ma anche quello dello stesso Galliani. Tuttosport ipotizza una rivoluzione ad ogni livello, con Clarence Seedorf in panchina e il ruolo oggi ricoperto da Galliani diviso in due: Paolo Maldini per la parte tecnico-sportiva e l’attuale dirigente della Roma Claudio Fenucci come nuovo amministratore delegato. Il nome di Fenucci era stato già fatto qualche tempo fa, e l’ipotesi diventa più credibile se si considera che il suo contratto con i giallorossi scadrà a fine giugno 2014.



Lo sbarco imminente di Honda a Milanello spinge lontano da San Siro, il baby Saponara: di questo e di molto altro ne abbiamo parlato in esclusiva con Guercini, agente Fifa. Tiziano Crudeli ci ha invece detto la sua sul comunicato emesso ieri sera da Barbara Berlusconi e sulle responsabilità di questo Milan davvero deludente.

«Il Milan ha speso troppo e male negli ultimi due anni!». Sono queste alcune delle dichiarazioni rilasciate ieri da Barbara Berlusconi, figlia del presidente rossonero nonché dirigente in carica in via Turati. Un allarme che riecheggia come un fulmine a ciel sereno negli ambienti meneghini e che potrebbe rappresentare una vera e propria svolta in casa Milan. Difficile capire a chi si riferisca in particolare Lady B quando parla di aver speso troppo e male ma non si “fa peccato” pensare ad Alessandro Matri. L’ex attaccante della Juventus rappresenta infatti il simbolo della campagna acquisti fallimentare dei rossoneri della scorsa estate, uno degli elementi principali che hanno portato a questa crisi di inizio stagione. Serviva un difensore centrale che potesse registrare la retroguardia fin troppo ballerina del Milan, ma il Diavolo ha preferito voler puntare sull’ex bianconero, dopo l’infortunio di Giampaolo Pazzini. Un grave errore tenendo conto della presenza dei vari Balotelli, Robinho, Niang, Kakà ed El Shaarawy, tutti giocatori più o meno intercambiabili che avrebbero potuto rimpiazzare al meglio il “Pazzo”.

Matri ha fin qui deluso le attese al di là di un gol inutile nel disastro del Tardini di Parma di due domeniche fa. La situazione per lui potrebbe addirittura peggiorare visto che fra un paio di settimane è previsto il ritorno in campo di Pazzini e a quel punto per il bombe di Sant’Angelo Lodigiano non vi sarà più spazio. Ecco perché il Milan starebbe pensando di cedere il giocatore al miglior offerente e l’ultima idea porta in casa Lazio. A Formello c’è un Hernanes stranamente in crisi che potrebbe clamorosamente lasciare la capitale già in occasione del mercato di riparazione che inizierà fra esattamente due mesi. Galliani potrebbe girare Matri ai biancocelesti con l’aggiunta del cartellino di Nocerino e probabilmente un piccolo compenso monetario, ottenendo in cambio il Profeta. Il Nazionale brasiliano potrebbe risolvere in parte i problemi di gioco e di qualità di questo Milan, vicino al baratro.

Sarà una settimana di fuoco quella che inizia oggi per Massimiliano Allegri. L’allenatore rossonero non è mai stato così in bilico come in queste ore. Mercoledì dovrà affrontare il Barcellona al Camp Nou e poi il Chievo il prossimo weekend. Due gare fondamentali per la permanenza del Conte Max a Milanello e già in caso di debacle contro i catalani potrebbe arrivare il cambio in corsa. Il Milan non è mai partito così male nell’era Berlusconi e nella sua storia ha fatto peggio solo nella stagione 1981-1982, quella che poi si concluse con la retrocessione. Allegri è sulla graticola, lo sa benissimo anche lo stesso allenatore, e servirà la svolta oppure verrà sicuramente esonerato. Sono molti i tecnici pronti a subentrargli, a cominciare dagli ex rossoneri Gattuso e Inzaghi. Il primo è attualmente libero dopo l’esperienza negativa al Palermo mentre il secondo sta guidando la Primavera. Seedorf verrà rimandato eventualmente alla prossima estate, visto che è sotto contratto fino al 30 giugno con il Botafogo e soprattutto in via Turati non si vogliono effettuare spese folli. Attenzione quindi all’idea inedita che porta a Giovanni Trapattoni.

Il 74enne tecnico di Cusano Milanino, milanista nonché milanese, è attualmente disoccupato dopo aver lasciato l’incarico alla guida della nazionale irlandese. Sarebbe una soluzione interessate, e nel contempo affascinante, un tecnico che tornerebbe alla guida di un top club italiano dopo 25 anni, e che garantirebbe all’ambiente rossonero un grandissimo bagaglio di esperienza. Oltre al “Trap” c’è anche Devis Mangia, ex commissario tecnico della Nazionale italiana Under-21, capace di ottenere un ottimo secondo posto ai recenti Europei di categoria. E’ considerato il pupillo di Arrigo Sacchi, e l’allenatore di Fusignano lo ha spesso e volentieri sponsorizzato in via Turati. Mangia, 39 anni, rappresenta la novità rispetto a Trapattoni, l’idea per provare a trovare una svolta fuori dagli schemi, così come iniziò a fine anni ’80 il famoso ciclo degli invincibili di Sacchi…