“L’intervento si è reso necessario per stabilizzare il quarto osso metatarsale, impedendo così il sovraccarico sulla zona della pregressa frattura da stress e al contempo per stimolare la stessa zona del piede in modo da ottenere un’assoluta guarigione“. Avanguardisti nella materia economica, novelli commercialisti e risparmiatori della prima ora, i milanisti 2.0 devono anche fare i conti con i comunicati medici al limite del professionale. E naturalmente parliamo di Stephan El Shaarawy. Un 2013, il suo, ben riassunto dal nostro Lino Dimitri che domenica sera si è cimentato in un breve storico dei suoi infortuni: dalla lesione muscolare al bicipite femorale della coscia sinistra di settembre, alla maledetta microfrattura al quarto osso metarsale del piede sinistro di nemmeno un mese più tardi, fino alla contusione, sempre al piede, che lo ha costretto a saltare le ultime gare dell’anno. Ora l’intervento che, se dovrebbe aver messo la parola fine al tormento del dito del piede sinistro, di fatto porterà Stephan a rivedere il campo, se tutto va bene, a marzo inoltrato. Con buona pace degli ottavi di Champions League e, chissà, forse anche del Mondiale. Difficile, infatti, preventivare un rientro in grande stile in un Milan che, ci auguriamo, potrà avvalersi dei soliti noti più Keisuke Honda e Giampaolo Pazzini. Prevedibile, ma ugualmente curioso, il pensiero del segretario della Lega Nord Matteo Salvini, fervente rossonero e intercettato ieri da SpazioMilan.it: “Vorrei sapere chi ha massacrato e continua a massacrare De Sciglio ed El Shaarawy. La casualità degli infortuni è lecita, ma non vorrei che all’origine di alcuni loro stop ci fosse una preparazione errata“. Dubbio lecito, possiamo dirlo? Anche perché parlare di sfortuna sempre e comunque rischierebbe di diventare un tantino ipocrita. Gli spettri del passato tornano, c’è poco da dire: l’idea e le premesse che Stephan possa rivivere il calvario di Alexandre Pato ci sono tutte. In tal senso, ecco l’opinione mistica di un grande cantore del calcio e dello sport in genere: parliamo di Federico Buffa, apprezzato collega Sky e ospite per tanto tempo negli studi di Milan Channel. Una sua intervista di meno di un anno fa, che riproporremo in video in tarda mattinata, è tornata d’attualità proprio in questi giorni: “El Shaarawy, se riesce a resistere dal punto di vista fisico, può diventare uno dei più forti al mondo. Ma ho una brutta storia su questo ragazzo: il mio guru nella Lodigiana (non meglio specificato, ndr) un po’ di tempo fa mi disse: ‘Pato ti piace? Vedrai, fra 3/4 mesi inizierà a farsi male muscolarmente e non smetterà più’. Lui mi disse il perché e che cosa aveva sbagliato il Milan ben 4/5 mesi prima del suo primo infortunio. El Shaarawy, secondo il mio guru, o cambia in maniera posturale oppure si farà male con continuità come Pato…“. Non abbiamo ulteriori informazioni sul guru lombardo dell’amico Buffa, come non abbiamo la riprova dell’autenticità delle sue parole. Ma al momento, ci permetterete, poco importa: resta la situazione, restano i fatti, restano analogie che vanno anche aldilà della sfera tecnica e agonistica e sulle quali preferiremmo non soffermarci. Tutti conosciamo la parabola di Pato: era l’erede di Shevchenko, dissero in tanti al suo arrivo, nel 2007. E cinque anni al Milan li ha pur sempre trascorsi, alternando alti e bassi, ma risultando determinante nella vittoria tricolore di due anni fa. Ma oggi, a 24 anni, la stella di AP7 sembra già lontana anni luce dal suo vero splendore. Rivivere lo stesso calvario con ElShaa sarebbe davvero troppo: troppo per i tifosi e ingiusto per chi, chiamato a trascinare faticosamente il carro giusto un anno fa, non merita di finire nel dimenticatoio a soli 21 anni. Che gli addetti ai lavori, dunque, si comportino di conseguenza: un’altra imbroccata del guru lodigiano sarebbe francamente inammissibile.