E’ il giorno di Mario Balotelli: alle 19 di oggi il nuovo attaccante del Milan sarà ufficialmente presentato alla stampa. Super Mario è già a Milanello: ieri ha svolto il primo allenamento con i compagni. Tra una foto e l’altra (inevitabile quella con El Shaarawy e Niang, che saranno i suoi partner in attacco oltre a condividere con lui la somiglianza della pettinatura) Balotelli ha avuto modo di iniziare ad ambientarsi con la squadra che, parole sue, ha sempre tifato da bambino e nella quale ha sempre voluto giocare, “ma prima ero da altre parti e non potevo venire qui”. Che il suo arrivo in rossonero sia stato accolto bene è un eufemismo: le immagini dei tifosi che hanno preso d’assedio la clinica di Busto Arsizio e poi hanno inscenato coreografie e cori da curva – arrivando anche a “tensioni” con la polizia – davanti al ristorante Giannino raccontano tutto. Insomma: se Galliani voleva rinverdire la passione dei sostenitori per il Milan ci è riuscito in pieno, magari anche giocando a scacchi sul mercato come solo lui sa fare: l’amministratore delegato rossonero ha confuso tutti sviando le attenzioni dei media. Prima si è concentrato sull’operazione Kakà, che a un certo punto sembrava anche in dirittura d’arrivo; poi ha immediatamente chiuso la porta al ritorno del brasiliano per provare a convincere Didier Drogba a firmare per il Milan. Nel frattempo il Diavolo portava avanti la politica dei giovani: acquistava – per giugno – Riccardo Saponara dall’Empoli, puntava Bellomo e Jorginho, trattava Salamon (poi chiuso nel pomeriggio di ieri). Balotelli è sempre rimasto ai margini dei discorsi dirigenziali: solitamente quando un giocatore interessa davvero se ne parla poco, per non attirare l’attenzione. Così ha fatto Galliani: che è riuscito a trovare l’accordo con il Manchester City sulla base di 20 milioni di euro (pagabili in 4-5 anni), mentre Super Mario ha firmato un contratto fino al 2017 con un ingaggio da 4 milioni più bonus. Un capolavoro, soprattutto perchè sembrava che i Citizens non fossero per niente dell’idea di liberarsi dell’attaccante della Nazionale, al di là delle scelte di Mancini che negli ultimi tempi aveva lasciato in tribuna il suo pupillo. Dopo la grande smobilitazione estiva dunque il Milan ottiene il suo top player, un giocatore che insieme a El Shaarawy rappresenta sì il futuro della squadra, ma anche uno straordinario presente: 42 anni in due, possono già guidare i rossoneri al terzo posto in classifica. Così, il mercato invernale dei rossoneri ci chiude con il segno + cerchiato in rosso.
Nato a Palermo il 12 agosto del 1990, Mario Balotelli è figlio di due immigrati ghanesi (poi trasferitisi a Brescia) ed è italiano a tutti gli effetti. I primi passi nel mondo del calcio li muove nella squadra dell’oratorio di Mompiano; il suo talento è così evidente che viene subito mandato a giocare con i più grandi. La sua prima squadra “vera” è il San Bartolomeo, periferia di Brescia: lì Balotelli passa tre anni (fino agli undici), arrivando al settore giovanile del Lumezzane e riuscendo a esordire con la prima squadra a soli sedici anni (in serie C1). Gioca solo due partite, poi lo nota l’Inter non prima di un provino con il Barcellona, che è convinto delle sue doti ma lo scarta per motivi economici. Passa così in nerazzurro nell’agosto del 2006, e alla Pinetina inizia la sua parabola: vince lo scudetto nel 2007, poi il Torneo di Viareggio l’anno seguente, realizzando sette gol. E’ il preludio al grande calcio: Roberto Mancini lo vuole nella squadra che deve difendere il primo scudetto conquistato sul campo. Mario risponde presente: sono già 3 le reti nel primo campionato, alle quali ne aggiunge 4 in Coppa Italia (in 4 partite); l’anno seguente arriva a 8 (10 stagionali), poi nel 2010 Balotelli vince il Triplete con José Mourinho in panchina. Contribuisce con 11 gol stagionali, ma arriva la rottura con i tifosi: al termine della semifinale contro il Barcellona Super Mario, accusato di scarso impegno dalla curva, getta rabbiosamente la maglia a terra uscendo dal campo. E’ l’addio: in estate Roberto Mancini lo chiama a Manchester, e inizia così la sua avventura inglese. 30 reti in due stagioni e mezza (20 in Premier League): le bizze dentro e fuori dal campo proseguono (qualche espulsione di troppo, il tacco sotto porta nell’amichevole di Los Angeles, e poi tutte le “balotellate” extra calcistiche), ma i tifosi del City lo adorano, così come lo adora lo sceicco Mansour, che mai vorrebbe vederlo partire. Con Mancini però arriva ai ferri corti: poco prima di Natale i due rischiano addirittura la rissa in allenamento, causa un’entrata dura dell’attaccante nei confronti dei compagni. Il Milan si inserisce così nell’affare e lo riporta in Italia: in rossonero aveva sempre voluto giocare, come testimoniato anche da Striscia la Notizia che ne aveva ricavato un servizio facendolo posare con la maglia rossonera, quella che stringeva appena sceso dall’aereo a Milano. E’ comunque in Nazionale che Balotelli ha fatto le cose migliori: i suoi gol sono appena 5 (in 16 partite), ma nessuno può dimenticare la fantastica doppietta con cui ha steso la Germania nella semifinale degli ultimi Europei. In più, Cesare Prandelli sembra aver trovato la formula giusta per farlo rimanere concentrato esclusivamente sul campo; se ci riuscirà anche Allegri, il Milan avrà fatto jackpot. Intanto siamo pronti ad ascoltare le sue prime parole ufficiali da rossonero: la presentazione di Mario Balotelli sta per cominciare…
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