Ci siamo. Manca un giorno alla sfida che per il Milan può valere mezza stagione: il ritorno degli ottavi di finale di Champions League contro il Barcellona. A inizio anno un passaggio ai quarti non era forse contemplato, ma lo strepitoso inizio di 2013 dei rossoneri e soprattutto il 2-0 dell’andata hanno aperto ai sogni, e adesso che l’obiettivo è alla portata si sente tutta la tensione di una partita che può entrare nella storia del club anche al pari di finali vinte nel corso degli anni. Il nervosismo ce l’hanno soprattutto in Catalogna, dove hanno iniziato a parlare e scrivere di “Remuntada”, esattamente come tre anni fa quando di mezzo c’era l’Inter. Peccato che allora non servì, e che i blaugrana non siano mai riusciti a ribaltare un risultato sfavorevole: l’entusiasmo però sembra tornato, perchè dopo le tre sconfitte in serie (due contro il Real Madrid) Puyol e compagni hanno battuto il Deportivo La Coruna e tenuto 13 punti di vantaggio sulle Merengues. Contemporaneamente, Leo Messi ha segnato nella 17esima partita di campionato consecutiva, e il suo bottino nella Liga 2012/2013 dice già 40. Basterà? Il Milan dal canto suo viene dal 2-0 di Marassi, che ha conferrmato il terzo posto con allungo sulle rivali e avvicinamento al Napoli: si può sperare in qualcosa di più.



Il Barcellona guida le statistiche della Champions League per possesso palla (70%) e pasaggi completati (715 a partita, con l’85% di precisione). Non è certo una novità, quello che invece è cambiato rispetto al passato è che i blaugrana incassano tanto: sono 7 le reti subite in 7 partite, che deriva dal fatto che la squadra non è più così aggressiva come ai tempi di Guardiola, dunque non andando più sulla trequarti offensiva a recuperare palla e mettere pressione diventa vulnerabile dietro, dove difende sempre e comunque con due giocatori più Sergio Busquets che si abbassa, visto che il baricentro rimane comunque alto. La filosofia non è cambiata, semmai si fa più fatica a metterla in pratica. I numeri restano comunque alti: il Barcellona ha tirato fino a qui 106 volte, trovando la porta in 63 occasioni. Come al solito si predilige l’entrata in area con il pallone: 61 di questi 106 tiri sono scoccati dall’interno del 16 metri. I tentativi portano a 11 reti, che ne fanno appena il decimo attacco del torneo al pari di altre 4 squadre: davvero poco rispetto al passato, 1,57 gol a partita (ma nessuno su rigore), ovviamente otto arrivano dall’area e solo 1 di testa, segnato da Leo Messi (contro lo Spartak Mosca) che è fermo a quota 5. Come al solito i cross non sono una prerogativa, però quelli tentati sono 32, nemmeno un numero basso (14 quelli che hanno buon esito). Jordi Roura ha dei dubbi: il turnover di campionato ha dato qualche indicazione importante (Fabregas ha giocato sotto la sufficienza) ma ha anche aperto a scelte difficili, perchè se David Villa partiva favorito per affiancare Messi e Pedro in attacco la buona prova di Sanchez (gol e assist) fa pensare il secondo di Vilanova (che sarà ancora assente). La cosa certa è che l’ex Arsenal non ci sarà: non solo perchè in un momento poco felice (è stato anche fischiato da parte del Camp Nou) ma anche perchè dovendo segnare almeno due gol (per raggiungere i supplementari) il Barcellona deve pensare di schierare un tridente puro senza concedere vantaggi al Milan. L’altro dubbio della vigilia riguarda il centrale di difesa: ci sarà sicuramente Piqué, l’altro posto se lo giocano Puyol e Mascherano con il capitano al momento favorito (anche perchè può dare una mano in più sui calci piazzati).



Sono 9 i gol del Milan in questa edizione di Champions League: 1,29 a gara. Anche qui nessun rigore e un solo colpo di testa (di Pato, contro il Malaga), sei sono arrivati dentro l’area di rigore ma con soluzioni diverse rispetto a quelle usate dal Barcellona. Il possesso palla dei rossoneri, primi in questo dato in serie A, è del 47%: statistica influenzata fortemente da un girone nel quale la squadra di Allegri ha sofferto perchè alla ricerca della sua vera identità. I tiri sono 95, con una percentuale superiore al 50% per quelli che trovano lo specchio: 52, di cui però ben 33 da fuori area, il che riduce ovviamente la pericolosità. La forza del Milan però è anche quella di non avere un marcatore principe: El Shaarawy e Pato hanno segnato due gol e sono i capocannonieri della squadra, dunque spazio a varie soluzioni e al gioco corale, che sta finalmente dando frutti anche a livello difensivo. Siccome in questo periodo almeno un gol i rossoneri riescono a segnarlo, c’è grande fiducia per la partita del Camp Nou, perchè con un rete si costringerebbe il Barcellona a doverne fare 4. Allegri però non potrà contare su Balotelli (che ha già giocato la prima fase con il Manchester City) e Pazzini, infortunatosi venerdi sera contro il Genoa: la soluzione più probabile è schierare Boateng da falso attaccante con Niang largo a destra ed El Shaarawy sull’altro versante, ma c’è anche l’alternativa Robinho, con meno minuti e condizione rispetto agli altri ma tanta esperienza e imprevedibilità in più. Confermato il centrocampo nel quale agiranno Montolivo, Ambrosini e Flamini (difficile vedere Bakaye Traoré), in difesa resta qualche indecisione circa il centrale da affiancare a Zapata, ormai confermatissimo: si va verso l’utilizzo di Mexes, anche perchè il gioco palla a terra del Barcellona rende meno importante la presenza in campo di Yepes.



 

Victor Valdes; Dani Alves, Piqué, Puyol, Jordi Alba; Xavi, Sergio Busquets, Iniesta; Pedro, Messi, David Villa. All. Jordi Roura (vice di Vlianova)

A disp: Pinto, Adriano, Mascherano, Thiago Alcantara, Fabregas, Sanchez, Tello

Squalificati:

Indisponibili: Abidal

 Abbiati; Abate, Zapata, Mexes, De Sciglio; Montolivo, Ambrosini, Flamini; Niang, Boateng, El Shaarawy. All. Allegri

A disp: Amelia, Constant, Yepes, Traoré, Nocerino, Robinho, Bojan

Squalificati:

Indisponibili: Pazzini

 

Arbitro: Kassai (Ungheria)

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