Perché Constant e non De Sciglio? In tanti se lo sono chiesti alla lettura delle formazioni di Barcellona-Milan: perché l’ex Genoa adattato da Allegri nella posizione che, tanto per dire, un certo Urby Emanuelson avrebbe fatto carte false per occupare e non il talentino di casa Milan, vetrina per il settore giovanile rossonero? Questa volta non solo il presidente ma anche Adriano Galliani, da quanto ci risulta, si sarebbe arrabbiato non poco per alcune scelte del tecnico da lui più protetto dal 1986 ad oggi. Difficile dargli tolto, anche se la prova del nove non l’avremo mai. Ed immaginando di entrare nella mente del livornese, possiamo ipotizzare che la sua decisione su chi impiegare sulla mancina sia stata dettata dalla volontà di rilanciare immediatamente Constant dopo la bruttissima serata di Genova. Sempre molto attento al livello psicologico, Allegri: rilanciare il numero 21 e, contestualmente, non caricare di troppa responsabilità un astro nascente da coltivare senza fretta. Ma per tanti non è così: per tanti ha sbagliato e basta. Ed ecco riaprirsi le strade per il futuro sulla panchina rossonera, dopo che Max è passato nel giro di pochi mesi dalla graticola alla salvezza, fino alla nuova vita di coordinatore del settore giovanile o giù di lì. E oltre a Donadoni, cavallo di ritorno dopo la possibilità che si era giocato proprio quando venne scelto Allegri, ecco spuntare qualcosa di nuovo. Due strade: quella preferita da Berlusconi che vorrebbe puntare su ex giocatori come Seedorf o Gattuso, o quella preferita da Galliani, sempre orientato su allenatori “veri” o perlomeno già con un po’ esperienza. In tal senso ecco l’ipotesi Vincenzo Montella, che a Firenze, dopo Catania, sta dimostrando di poter far rendere al massimo un potenziale già di per sé molto buono. E se non fosse per l’ultimo mese e mezzo di sbandamento, chissà oggi la Fiorentina che posizione occuperebbe in classifica. Ora testa e gambe proiettate al Palermo, in un pomeriggio domenicale che esige un fondamentale riscatto dopo il Camp Nou. Torna De Sciglio sulla sinistra, tanto per restare in tema, mentre in mediana si potrebbe rivedere Antonio Nocerino. Stagione particolare la sua, con pochi alti e molti bassi dopo l’anno scorso che, francamente, era difficilmente eguagliabile. Recuperato Balotelli, occorrerà tastare quanto questo gruppo abbia retto moralmente lo 0-4 di Champions.
Un tracollo che ha detto molto e sottinteso molto altro: Riccardo Montolivo, capitano in pectore, non ha ancora quella caratura internazionale da top player di cui il Milan, oggi come oggi, avrebbe tanto bisogno. Nulla di irrecuperabile, sia chiaro, ma è sintomo di come spesso i sensazionalismi giornalistici andrebbero dosati con cura. Che possa essere da lezione per molti, se non per tutti.