Non è facile analizzare una stagione come questa, non è facile nemmeno rendersi conto di questa difficoltà a fine aprile. Sarà per il trittico terribile da cui il Milan è uscito con le ossa semirotte, mettendo a repentaglio quella che sembrava essere l’unica certezza dalle parti di via Turati: la conquista del terzo posto in ottica Champions League. Ora è dura: viola e rossoneri affronteranno praticamente le stesse squadre nelle ultime cinque giornate, con la Roma, in particolare, arbitro di una lotta che ci auguriamo avvincente. Anche perché, oggi come oggi, chiudere la faccenda con largo anticipo sembra abbastanza improbabile. Silenzio assordante in zona Milanello, dove si registrano i crescenti malumori di Nocerino e presunte offerte per El Shaarawy. Sul primo c’è poco da dire: dopo una stagione grandiosa, è probabilmente rientrato nei suoi standard da mastino. Si parla sempre più insistentemente di Napoli: “Nocerino non è contento di come è andata la stagione – ha spiegato il suo agente – ed è inutile far finta di nulla, perché l’anno scorso è stato protagonista segnando parecchi gol e non si aspettava di essere messo da parte.  (…) Mazzarri è un estimatore di Nocerino. Non è l’allenatore a dover chiamare il giocatore ma sono le società ed i procuratori a portare a termine una trattativa”. Parole che poco lasciano all’immaginazione e aprono definitivamente allo scambio con Dzemaili. Sul fronte Faraone il discorso è chiaramente più complesso: 35 milioni pronti da Manchester, sponda City, categoricamente smentiti dai diretti interessati. Ma i dubbi aumentano se si pensa all’apertura con cui lo sceicco Mansour, solo tre mesi fa, ha incredibilmente facilitato il passaggio di Mario Balotelli in rossonero. Fantacalcio, s’intende. E se lo augurano anche i tifosi del Milan che soprattutto nella prima parte di stagione hanno ammirato un El Shaarawy splendido splendente. Ma 35 milioni sono pur sempre 35 milioni, una cifra giusta, peraltro, se calibrata sulle sue prestazioni. La stessa cifra che un altro sceicco all’ombra della Tour Eiffel propose ad Adriano Galliani non più tardi di un anno e mezzo fa per l’acquisizione di Pato: sappiamo poi com’è andata a finire.



E premesso che le storie calcistiche del Faraone e del Papero non hanno nulla a che spartire tra loro, quel “35” riecheggerà giocoforza nella testa e nei pensieri dell’ad anche perché, nonostante le cessioni illustri dell’estate scorsa e l’abbassamento del monte ingaggi, il 2012 è stato comunque chiuso con un passivo di 7 milioni. E poi ci sono le nuove leve in attesa di collocamento, da Saponara al giovane Petagna fino a un Niang bisognoso di crescere: prospetti da valutare ma che, presi per mano da SuperMario, potrebbero anche non far così rimpiangere quel ragazzo dalla cresta all’acqua di mare.

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