Era arrivato l’estate scorsa tra lo scetticismo generale, reduce dalla retrocessione con il Villareal e in una squadra smantellata, sì, ma con due capi saldi in difesa: Daniele Bonera e Philippe Mexes. Poi gli infortuni del primo hanno permesso a Cristian Zapata, tra alti e bassi, di porsi all’attenzione generale e soprattutto a quella di Massimiliano Allegri che, dopo un po’ di rodaggio, non ha praticamente più avuto dubbi. Sei milioni per il riscatto, un classe 1986 che ha trovato nel compagno di reparto Mexes un gran trascinatore e nel compagno di Nazionale Mario Yepes una guida indispensabile. Yepes che, paradossalmente, proprio a causa del suo riscatto deciderà di non rinnovare con il Milan e di abbandonare la casa rossonera dopo tre anni: grande è il richiamo del Mondiale brasiliano, probabilmente l’ultimo che giocherà da capitano della sua Colombia, che esige un impegno costante in un club che possa permetterselo. Magari nello stesso Chievo da cui “Marione” arrivò a parametro zero nella stessa estate di Allegri. O magari nella Roma, al seguito proprio del conte Max. Quel che è certo è che Mexes e Zapata saranno la coppia centrale di difesa nel Milan dell’anno prossimo. Un reparto arretrato che ha sì concluso la stagione con 39 reti al passivo, ma in fin dei conti solo la Juventus campione e il Napoli secondo sono stati in grado di far meglio. E il colombiano è stato grande protagonista, come testimoniano i numeri rossoneri di fine stagione: nel computo dei minuti giocati, Cristian è quarto a quota 2032, dietro solo ad Abate (2418), De Sciglio (2353) e Mexes (2304). Praticamente la difesa titolare con cui la squadra di Allegri ha chiuso la stagione e che il nuovo, eventuale allenatore sarà comunque chiamato a confermare. Ma all’inizio non è stato così semplice per Zapata: ricordiamo l’espulsione di Udine, il punto più basso d’inizio stagione. Poi, la lenta e inesorabile risalita. C’è voluto un gran girone di ritorno, come tutto quello della squadra, e l’ottima intesa trovata con Mexes per convincere Adriano Galliani (e naturalmente il presidente Berlusconi).
Una figura così imprescindibile negli ultimi tempi per la retroguardia di Max, da sentirne quasi la mancanza: non è un caso che nell’unica partita in cui i rossoneri hanno subito più di un gol su azione nel girone di ritorno, quella contro il Catania in casa, il colombiano fosse indisponibile. Ecco poi la chiusura in bellezza nella gara di Siena, dove il folletto Emeghara è stato quasi sempre arginato con successo. Insomma, non staremo parlando di Nesta o Thiago Silva, ma per 6 milioni questa Colombia potrebbe davvero rivelarsi in chiave futura una manna dal cielo.