La notizia secondo cui Mark Van Bommel potrebbe raccogliere l’eredità di Massimiliano Allegri per la panchina del Milan non è per nulla da sottovalutare. E soprattutto non è una novità: già nel mercato di gennaio avevamo parlato su SpazioMilan.it della possibilità di un “Generale di ritorno”, disposto a rivestire la sua maglia numero 4 per i primi sei mesi del 2013 nel nome di un accordo facilmente svincolante con il PSV Eindhoven e di un rapporto importante nato in poco tempo con gli addetti ai lavori di Milanello. Mai si era visto nel calcio un giocatore della caratura dell’olandese versare lacrime amare dopo solo un anno e mezzo di permanenza in un club, mai si era visto un giocatore rossonero per soli 18 mesi essere riaccostato così velocemente al Milan per due volte in poco tempo: prima da giocatore e poi, addirittura, da condottiero. Ma da questo punto di vista il buon Mark non si troverebbe impreparato: difficile rivedere una situazione in stile Leonardo, con la squadra che di fatto si autogestiva nel nome del samba (sterile) firmato Pato e Ronaldinho. Curioso capire, piuttosto, se l’integerrimo tulipano sarebbe disposto a scaldare il posto a Cesare Prandelli per una sola stagione con la promessa, magari, di riprovarci sulla stessa panchina, ma più avanti. Una staffetta che, tra l’altro, non sarebbe per niente nuova nella gestione Berlusconi: basti pensare all’interregno di Fabio Capello nella stagione 1986-87, prima del ritorno post Sacchi e della nascita degli “Invincibili”. Discorso che probabilmente sarebbe stato analogo per il già citato Leonardo, se il brasiliano non si fosse poi offerto ai cugini nerazzurri prima di capire che il ruolo tecnico non fosse granché nelle sue corde. Da tutte queste voci, dai tira e molla che rischiano di condizionare pesantemente la corsa Champions, esce ancora una volta con le ossa rotte Allegri. Lui non lo farà mai vedere, non è nel suo carattere, ma non farà nemmeno mai capire fino in fondo…
… se la sua attuale volontà sia quella di arrivare a scadenza naturale del contratto o di escogitare uno scherzo bello e buono al presidente e all’ex amico Adriano. La Curva Sud ha fatto capire a chiare lettere, domenica sera, da che parte sta: difficilmente il tifo organizzato rossonero si era esposto in questa maniera nel passato. Ma gli attacchi di Berlusconi, sotto forma sia di parole mezze dette ai giornali che di presunte confessioni ai “portinai” di partito, non potevano passare inosservati ancora una volta. Come, francamente, non può passare inosservato il mutismo di Galliani: triste epilogo di un amore furtivo in Maremma a cui dover rinunciare dopo che la moglie brianzola, ricca e potente, ha scoperto tutto.