Cambio della guardia: la Primavera del Milan accoglie a braccia aperte Filippo Inzaghi, peraltro ancora impegnato con gli Allievi Nazionali nelle finali scudetto di Chianciano, in partenza lunedì. Una scelta scontata, che noi di SpazioMilan.it avevamo anticipato in tempi non sospetti: naturale che Pippo non restasse relegato nella formativa, ma pur sempre ridotta finestra degli Under 16, come è naturale che molti suoi Allievi vengano seguiti anche nella nuova categoria dal loro maestro di quest’anno. Tuttavia in tanti si stanno concentrando sul futuro di Inzaghi, mentre in pochi pensano a quello di Aldo Dolcetti, timoniere nelle ultime due stagioni della Primavera, sfortunato ma comunque in grado di raggiungere sempre le semifinali nelle Final Eight, oltre alla finale di Viareggio Cup dello scorso febbraio. Ora lo attende il coordinamento tecnico del settore giovanile, un’area che farà da collante con la prima squadra: quel ruolo, tanto per intenderci, che era stato affidato a Massimiliano Allegri dopo Milan-Barcellona, picco massimo dell’amore presidenziale per il tecnico livornese. Dolcetti, @coachdolcetti come si fa chiamare su Twitter, è un uomo senza peli sulla lingua, che non regala niente a nessuno e che sa premiare chi davvero se lo merita. In pochi, anche tra gli appassionati, ricorderanno come la sua posizione vacillò dopo la sconfitta nel derby dello scorso anno contro l’Inter di Stramaccioni: eppure anche in quel caso riuscì ad acciuffare le finali, deponendo le armi solo al termine di una storica semifinale ancora contro i cugini, nel frattempo passati sotto l’egida di Bernazzani. Quest’anno c’è stata, se vogliamo, ancora più sfortuna: l’Atalanta, giovedì sera, non è stata irresistibile come nella regular season, ma davanti sono mancati i gol pesanti. Quelli decisivi. La serata di Gubbio, teatro delle Final, si è tinta di una tristezza difficile da vedere in formazioni giovanili, soprattutto a questi livelli: la conferenza di saluto da parte di Dolcetti è stata molto lucida, ha analizzato pecche e pregi, ma soprattutto ha sottolineato come sia molto più facile lavorare con elementi “ok” come i due capitani classe 1993, Filippo Lora e Simone Andrea Ganz.



“Non tutti lo sono”, ricorda il mister e non si può non dargli ragione: in tal senso i social network svelano molto della vita dei nostri giovani atleti. Non ancora così “attenti” come la maggior parte dei big, non passeremo per bigotti se diremo che il buon atleta si riconosce fin da subito: poca vita mondana e tanto lavoro. Ogni riferimento è puramente oggettivo, basta fare un giro su Instagram. Non ci resta che destinare il nostro più grande in bocca al lupo al nuovo coordinatore Dolcetti. Inzaghi, di auguri, non ne ha certo bisogno…

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