Un regalo? Arriverà, arriverà, il regalo…” Con queste parole Adriano Galliani ha “rabbonito” i tifosi che lo hanno accerchiato a Milanello, per chiedere un autografo o una promessa di calciomercato. Sono arrivati entrambi. L’amministratore delegato del Milan ha lasciato aperta la possibilità di un altro acquisto, così come aveva fatto il presidente, Silvio Berlusconi, nel giorno del raduno al centro sportivo di casa. Chi sarà il regalo del calciomercato rossonero? Keisuke Honda? Difficile: il giapponese è più un’opportunità: si sta lavorando per acquistarlo subito a prezzo di saldo, male che vada arriverà a gennaio. No, Galliani sembra aver lasciato porta socchiusa ad un altro colpo. Che può essere Adem Ljajic, qualora non rinnovi con la Fiorentina. Attenzione però perchè sommando il rinnovo di Robinho, i progressi di Petagna e il recupero di Pazzini si ottiene un reparto quasi saturo di alternative. Può essere allora un centrocampista, possibilmente giovane e di talento: Christian Eriksen dell’Ajax? Possibile: il contratto del danese è come quello di Ljajic, in scadenza nel 2014, e la cessione sembra imminente anche perchè il giocatore ha fame di grande calcio. Con Eriksen Boateng potrà essere riportato tra i centrocampisti, offrendo ad Allegri un’alternativa in più. Ma può essere anche -e più verosimilmente- un difensore. A ben pensarci è stato lo stesso Galliani, verso la fine del campionato, a parlare di un acquisto per il reparto arretrato: il giovane Vergara si è aggregato dopo le vacanze, basterà? 



Nel frattempo la società ha diramato un comunicato ufficiale, riguardo a quanto è successo nel Trofeo Tim di martedì sera. Kevin Constant ha ricevuto insulti dalle tribune e ha lasciato il campo arrabbiato, dopo aver calciato il pallone verso le tribune. Il Milan condivide l’indignazione del suo giocatore ma tiene a ribadire quello che è il comportamento da tenere in campo: “Nella serata di ieri 23 luglio 2013 si è verificato l’ennesimo episodio di volgare intolleranza razzista: questa volta la vittima è stato Kevin Constant, che ha reagito abbandonando il campo di gioco. Non era, questa, decisione che gli competeva e, pur potendosene comprendere le ragioni, così come l’ira che ha fatto sia pur civilmente trascendere Constant, l’AC Milan ha il dovere di ricordare che tutti gli interventi contro le manifestazioni che offendono l’umana dignità, quali sono tutte le discriminazioni razziali, spettano soltanto al responsabile dell’ordine pubblico e al direttore di gara. La difesa degli strumenti legali e delle istituzioni, dovuta da ogni membro di una comunità per la stessa sopravvivenza d’un sistema civile, non può tuttavia far perdere di vista l’ignobile sfondo su cui con inquietante frequenza accade ormai di doversi confrontare: il razzismo non ha alibi, né se esso corrisponde ad un pensiero disgustoso che divida gli uomini per il colore della pelle o la nazionalità, né se le sue manifestazioni – i suoni, le parole, i gesti – siano il frutto d’uno squallido spirito emulativo, figlio di menti miserabili, persino incapaci di formarsi opinioni, per quanto orribili esse siano. Costoro, i membri dell’una e dell’altra categoria, non meritano tolleranza: da oggi non l’abbiano più. In nessuna sede: si tratta non tanto di difendere un calciatore o uno sport, ma il mondo civile, cui essi non sono mai appartenuti”. 

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