È tornato al Milan: notizia vecchia di alcuni giorni ma ancora da assaporare, e soprattutto verificare sul campo. Il ritorno del brasiliano ha ridestato emozioni sopite, nel cassetto più profondo dei tifosi milanisti, e i primi dubbi di chi non ci crede più. Stupisce ad esempio che il Real Madrid abbia accettato una minusvalenza record pur di cederlo; o che Ancelotti, primo estimatore del brasiliano, non abbia opposto resistenza; eppure ora che il latte è versato si può -si deve- considerare il bicchiere mezzo pieno. A ben vedere ci si può accorgere che è un pò più di mezzo. Se la grande famiglia rossonera ha un figliol prodigo, quello è Kakà. Il pallone d’oro 2007 ha sperperato il suo talento in quattro anni di corrente alternata a Madrid, ed ora fa ritorno per gli occhi lucidi di Galliani e il grande banchetto di rito da Giannino. Manfrine a parte resta il dato di fatto: i tifosi del Milan, perlomeno la maggior parte, sono ancora innamorati di Kakà e convinti del suo valore tecnico. L’affetto e la stima dell’ambiente circostante possono recuperare le migliori possibilità di un uomo: San Siro, che in altre vesti sta resuscitando Jonathan e Ricky Alvarez, è pronto a riabbracciare il suo figlioccio, sbocciato proprio tra le sue zolle dieci anni fa. C’è tuttavia chi spiffera, non senza ragioni, i precedenti negativi. Basta citare Shevchenko per ricordare che non sempre chi fa la storia si può ripetere. L’ucraino lasciò un Milan costruito per lui (e Inzaghi) e ne scoprì uno diverso, troppo occupato dalla coesistenza Kakà-Ronaldinho per ritrovarlo a tutti gli effetti (e con un Pato in ascesa). Perché con Kakà dovrebbe essere diverso? Perché la diversità del Milan attuale può fare apposta per lui. Di recente il brasiliano ha perso qualcosa a livello fisico, per gli anni che passano e la ruggine da panchina. Attorno a lui però sono pronti a faticare: dietro Poli, Nocerino o Muntari e davanti El Shaarawy, Balotelli o Matri, gente “irrequieta”, non statica. Senza considerare il fattore strettamente tecnico: un tridente con Kakà, Balotelli ed El Shaarawy ha pochi eguali nel mondo e nessuno in Italia. I problemi di abbondanza torneranno d’attualità insieme a Pazzini, ma Allegri ha l’esperienza per gestirli e spalmarli sulle tre competizioni. Insomma, tutto è apparecchiato: figliol Prodigo e famiglia sono pronti, San Siro rivedrà il suo miracolo? (Carlo Necchi)