Ultimo colpo di scena per il calciomercato estivo dei rossoneri: il ritorno di Ricardo Kakà che è stato presentato oggi a Milanello. Dopo il doloroso addio nel 2009 (Adriano Galliani ha ricordato che quell’anno 15000 tifosi non rinnovarono l’abbonamento) per i tifosi rossoneri è sicuramente un’emozione grandissima, rivedere con questa maglia il loro idolo. Il legame con la tifoseria è ancora saldo, tant’è che nel video di presentazione questa mattina si è parlato di “certi amori che non finiscono..”. Quest’affetto è anche e soprattutto tra il giocatore e il club: Ricardo parla di un ritorno a casa dove ritroverà “la gioia di giocare a calcio” mentre l’amministratore delegato è visibilmente commosso ma precisa: “bando ai sentimenti che ci sono e sono forti, lui qua per le sue qualità, per quello che ci può dare. È stato Allegri a fare il suo nome e dopo anni di tentativi siamo riusciti”. Insomma il sentimento e l’emozione ci sono, ma non si scorda la logica. Il suo ruolo non è ancora chiaro, Kakà vuole parlarne prima con Massimiliano Allegri, ma un’idea di base c’è. L’intenzione della squadra rossonera è un cambio radicale che inizia con il cambio di modulo e l’adozione del e l’inserimento di Kakà come trequartista di affondo. Le premesse sono buone: Kakà si sente in forma e la motivazione è alta, le sue aspettative sono ancor più alte: “Sono abituato a un Milan vincente: questo Milan può far bene. Sono tornato qui perché voglio ritrovare la gioia di giocare a calcio”. Da queste parole sembra che proprio che non rimpianga la sua partenza dal Real Madrid: messo sempre più in ombra, senza spazi e senza continuità, momenti difficili che hanno portato alla decisione di partire per quella che Ricardo ha chiamato oggi “casa”. Dopo qualche retroscena della trattativa, un giornalista ha ipotizzato la partenza del brasiliano in concomitanza dell’arrivo di Keisuke Honda. Una voce non nuova, con epilogo verso Los Angeles, in quei Galaxy dai quali David Beckham era arrivato per aiutare il Milan. Galliani non ci sta: “Nessuna staffetta con Honda, Ricky resta, di certo non riparte dopo tre mesi. Per il giapponese vedremo a gennaio. Il contratto di Kakà è biennale”. Svanito il dubbio di una sua rapida ripartenza i suo fan posso rassicurarsi: “Giocare subito? Sono pronto, già adesso. Il Milan ha tanti giocatori importanti e di qualità con loro posso solo fare che bene”. Per gli obiettivi la voce del giocatore e di Galliani è unanime: ”Siamo tra le sette miglior squadre in Europa, le uniche ad aver giocato per cinque anni consecutivi la fase a gironi di Champions League. Vogliamo vincere il più possibile”.
Oggi è il gran giorno di Kakà. Alle 12, presso il centro sportivo di Milanello, il brasiliano verrà ufficialmente presentato dalla società rossonera: un grande ritorno a casa per lui, che ritrova la maglia numero 22 che aveva lasciato quattro anni fa ma solo due compagni di allora, Christian Abbiati e Daniele Bonera. Nel frattempo il Milan è cambiato tanto: i senatori hanno lasciato, Ancelotti se n’è andato, sono arrivati tanti giovani. L’amore però resta: e così, dopo tanti abboccamenti mancati e promesse vane, ecco il ritorno di Kakà in rossonero, ultimo colpo di teatro di Adriano Galliani che ormai ci ha abituati ai botti di calciomercato all’ultimo secondo disponibile. Per Kakà contratto biennale a 4 milioni di euro l’anno; al Milan non è costato niente, liberato dal Real Madrid dove non è mai riuscito a sfondare. Costato alle Merengues 67,2 milioni di euro (di questi, il Milan ne ha incassati 64,5), Kakà si è ritrovato in una squadra che cercava la risalita dopo aver consegnato il campionato al nuovo Barcellona di Guardiola, e che provava a vincere quella decima Coppa dei Campioni che sfuggiva dal 2002. Non è andata bene: la pubalgia, che del resto si era fatta sentire anche nell’ultimo periodo al Milan, non gli ha dato tregua, ne ha limitato le prestazioni in campo unitamente a problemi di collocazione tattica ed abbondanza. Nè Manuel Pellegrini nè tantomeno José Mourinho gli hanno trovato un posto in squadra; tentativi di recuperarlo ce ne sono stati, ma nessuno andato a buon fine; anche perchè nel frattempo il Real Madrid acquistava Mesut Ozil e Di Maria, e infine Isco. Il brasiliano lascia i Blancos con un bottino di 29 gol in 120 partite: troppo poco per un calciatore che aveva abitato in ben altro modo i tifosi. E così, il Milan ha centrato il colpaccio, già tentato in altre sessioni di calciomercato ma mai reso possibile per i costi di cartellino e stipendio. Anche la scorsa settimana Galliani è partito per Madrid senza troppe speranze, ma è tornato a Milano con Kakà, scatenando subito l’entusiasmo dei tifosi.
Entusiasmo più che giustificato: Kakà è stato uno dei calciatori più amati dell’ultima epoca rossonera. Acquistato nell’estate del 2003 per 8,5 milioni di euro, il brasiliano arriva a Milanello a 21 anni, segnalato da Leonardo come uno dei giovani più promettenti della patria del futebol bailado. Ha ragione lui: ci mette poco il numero 22 a lasciare il segno. Il primo anno segna 10 gol in campionato e contribuisce alla vittoria dello scudetto, nella stagione seguente trascina la squadra in finale di Champions League (persa ai rigori contro il Liverpool). Il suo grande momento è però il 2006/2007: in campionato segna 8 reti (il suo record è di 14, nel 2005/2006) ma è in Champions League che si rivela come il miglior calciatore al mondo. Mette a segno 10 gol in 15 partite, compresa una splendida doppietta sul campo del Manchester United, in semifinale, che si rivelerà decisiva per andare nuovamente a sfidare il Liverpool. In finale realizza l’assist per il 2-0 momentaneo di Pippo Inzaghi, a dicembre vince il Pallone d’Oro. Da lì, iniziano i problemi: dopo la vittoria del Mondiale per Club, Kakà inizia a calare nelle sue prestazioni, e per le prime volte si comincia a parlare di una cessione. Resta un giocatore straordinario, talmente forte che il Manchester City, nel gennaio 2009, forte della presenza degli sceicchi presenta a Milanello una preunta offerta da 100-120 milioni di euro. Kakà ci pensa, la società sembra avallare la cessione, i tifosi si radunano sotto casa di Ricky e gli dedicano cori e striscioni, finchè lui si affaccia al balcone con una maglia rossonera in mano e si batte il cuore con il pugno: ha scelto di restare al Milan, ma dura poco. A giugno Kakà diventa un giocatore del Real Madrid, e la storia la sapete già. Ora in tanti si chiedono: tornerà il vero Kakà? Sarà utile ancora a questo Milan? L’agente FIFA Cataldo Bevacqua scommette di sì, ma l’esempio di Andriy Shevchenko, 173 gol in 296 partite con la maglia rossonera prima di tornare ed essere una comparsa, è lì a dimostrare che spesso e volentieri le minestre riscaldate non sono buone. Per il momento abbiamo assistito alla parte emozionale del ritorno: gli abbracci, le lacrime di Adriano Galliani, l’entusiasmo scatenato e più che legittimo dei tifosi. Per la parte “reale”, quella della prova del campo, aspettiamo la partita contro il Torino, dopo la sosta per le nazionali: allora sì che capiremo se anche tecnicamente il Milan avrà fatto centro nel farlo rientrare a Milanello. Nel frattempo, aspettiamo le sue parole: la presentazione di Kakà sta per cominciare…
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