A suggellare l’addio al Botafogo, il presidente del club carioca Mauricio Assumpçao ha consegnato a Clarence Seedorf una maglia della squadra con il numero 10 e la scritta, in italiano, che dice “buona fortuna”. Prima di questa decisione, come naturale, l’olandese aveva dunque comunicato al Botafogo la volontà di tornare in Italia per prendere le redini del Milan. Seedorf lascia il Botafogo dopo 81 partite e 24 gol; nel 2013 ha condotto la sua squadra al quarto posto nel Brasileirao e alla conseguente qualificazione in Copa Libertadores, e nel campionato carioca (riservato alle squadre dello stato di Rio de Janeiro) è stato votato miglior giocatore.
“Allenerò i rossoneri”. Arriva subito la frase che tutti stavano aspettando. “Sono contento: lascio il Botafogo migliorato nella mentalità”. Dunque è ufficiale: il “segreto di Pulcinella” è svelato, l’ex centrocampista olandese torna a Milanello e si cala nella nuova realtà, quella dell’allenatore. E’ il segno della continuità della società rossonera: da quando il presidente è Silvio Berlusconi la scelta del tecnico è sempre stata orientata su figure vicine alla società se non proprio con un passato in essa. Poche le eccezioni (Fatih Terim e Oscar Washington Tabarez), anche Massimiliano Allegri aveva continuato l’idea del “Milan ai milanisti”, in realtà una forzatura perchè con la maglia rossonera il livornese aveva semplicemente preso parte a una tournee estiva.
La sala stampa all’interno dello stadio Olimpico Joao Havelange di Rio de Janeiro è gremita di giornalisti. Clarence Seedorf è in ritardo, ma tra poco si dovrebbe cominciare: la conferenza stampa dell’olandese dovrebbe, almeno queste sono le indicazioni, all’addio al Botafogo e al calcio giocato, per intraprendere la carriera di allenatore del Milan. E infatti arriva la conferma: “Dopo 22 anni smetto di giocare, è stata una decisione difficile ma lascio la squadra con la qualificazione alla Libertadores”.
La situazione del Milan è molto difficile in questi giorni. Le certezze sono poche, e una di queste è che i rossoneri saranno impegnati domani alle ore 18.00 nell’ottavo di finale di Coppa Italia contro lo Spezia, partita da non fallire visto che questo trofeo è diventato un obiettivo importante per salvare questa brutta stagione del Milan. Un’altra certezza è che sulla panchina si siederà Mauro Tassotti, promosso almeno per un giorno allenatore dopo l’esonero di Massimiliano Allegri, di cui l’ex difensore era il vice. Oggi pomeriggio si è tenuta a Milanello la classica conferenza stampa pre-partita, anche se Milan-Spezia non è stato l’unico argomento: “E’ molto importante andare avanti in Coppa. E’ una strada che ci può portare in Europa anche perché in campionato abbiamo molti punti di distacco. Il momento è difficile e io ribadirò alla squadra l’importanza della partita: giocheremo con la squadra per vincere, senza fare troppi esperimenti. Dobbiamo fare dei fatti e poche parole. L’ambiente non sarà facile e hanno anche un buon allenatore. Giocheremo sulla falsa riga di quello che abbiamo fatto fino ad oggi. Non posso stravolgere la squadra dall’oggi al domani. In porta penso che giocherà Abbiati”. Tassotti in pratica ha dato anche l’addio ad Alessandro Matri (“Farà le visite con la Fiorentina”), in attacco si punta sul ritorno dall’infortunio di Giampaolo Pazzini (titolare contro i liguri) e su quello di Andrea Petagna dal prestito alla Sampdoria. Ci sarà anche Keisuke Honda, al debutto da titolare, mentre su Adil Rami il nuovo mister non si è sbilanciato. Tassotti parla poi del suo ruolo anomalo e del futuro suo e della panchina rossonera: “Mi è sembrato giusto dare la mia disponibilità, sono a disposizione della società. Le colpe sono di tutti, in primis noi che eravamo lo staff tecnico. Io posso dare la mia conoscenza, sono tanti anni che faccio l’allenatore. Dobbiamo lottare con il coltello tra i denti ogni partita, non possiamo pensare di giocare come contro il Sassuolo. Dobbiamo voltare pagina e dobbiamo farlo il prima possibile. Io ho un contratto fino a giugno: fino alla scadenza starò qui e poi farò una chiacchierata con la società. C’era tristezza per l’esonero di Allegri. Diventa difficile e brutto vedere persone che svuotano i loro armadietti. Su Seedorf quello che ha detto Max è la realtà dei fatti. Ci sono stati grandi giocatori che sono diventati grandi allenatori e altri invece che non hanno avuto fortuna. A Clarence non manca personalità, sono curioso di vederlo al lavoro. Conosce bene l’ambiente, mi confronterò con lui e sono pronto a chiarirgli tutte le situazioni delle quali mi farà richiesta”. Tassotti ha analizzato i problemi di questa squadra: “In difesa anche lo scorso anno abbiamo preso parecchi gol, poi nel ritorno abbiamo registrato meglio i movimenti. Quest’anno siamo partiti male, abbiamo cambiato il nostro modo di giocare, abbiamo perso El Shaarawy, è stata fatta la scelta di Boateng, abbiamo scelto altre strade e ci siamo complicati la vita e non siamo riusciti a tornare sulla retta via. La società ci è stata sempre vicina nonostante un girone d’andata molto alterno nei risultati. Dobbiamo invece capire il perché dei tanti infortuni”.