Un Milan torna campione: è la squadra Primavera allenata da Filippo Inzaghi, che batte l’Anderlecht per 3-1 dopo i supplementari ed iscrive il proprio nome all’albo d’oro del Viareggio per la nona volta. Allo stadio Toruqato Bresciani il baby-Milan va sotto per il gol di Leya, ma riesce a ribaltare il punteggio grazie a Petagna, Fabbro e Mastalli. Rossoneri sopra anche nel computo delle espulsioni: 2-1 “grazie” a Benedicic e Fabbro, per i belgi invece cacciato anzitempo Bastien (tutti e tre nella ripresa). Grande gioia per Pippo Inzaghi e per i numerosi milanisti presenti allo stadio dei Pini, che incorona i rossoneri vincitori tredici anni dopo l’ultima volta (era il 2001). Cade invece l’Anderlecht campione in carica, cui va l’onore delle armi.



Match non entusiasmante ma studiata e combattuta, le squadre si sono date battaglia senza però esporsi troppo in una partita senza un domani. I supplementari hanno riservato le emozioni più forti: squadre stanche, maglie larghe ed occasioni più limpide.

La squadra ha concesso poco all’avversario mostrando un’ottima solidità difensiva; l’attacco ha impiegato di più a carburare e soprattutto dopo l’ingresso di Fabbro ha raggiunto la necessaria continuità d’azione. Poi si è svegliato Petagna e tutto ha acquistato più senso: un centrocampo disposto al sacrificio e non solo al palleggio ed un corpo di squadra perlopiù compatto in entrambe la fasi. Encomiabile l’atteggiamento a difesa del vantaggio: nonostante l’inferiorità numerica il Milan ha intensificato la difesa senza però rinunciare all’attacco, come dimostra la terza rete.



La squadra belga ha impressionato più per l’unità collettiva che per individualità di spicco, eccezion fatta per i due attaccanti (Soumare e Leya). Non a caso la manovra è parsa ben impostata ma priva di imprevedibilità nella trequarti del Milan. Ciononostante i belgi sono riusciti a passare in vantaggio sfruttando uno dei pochi buchi aperti dalla difesa avversaria; la doppia superiorità numerica non è stata però sfruttata a dovere. 

Tre espulsioni per somma di ammonizioni: tutte da regolamento. Non ci sono particolari episodi da moviola, la partita è accesa ma non scorretta, lui la tiene quasi sempre saldamente in pugno.



Milan

Un ghepardo pronto ad abbrancare la preda in uscita; anche tra i pali se la cava bene.

Grande spinta sin dall’inizio, cala alla distanza ma serra la sua zona difensiva.

In ritardo una volta ed è gol. Peccato perché prima e dopo rasenta l’eccellenza.

Dopo un avvio un pò timido si impone in marcatura e vince contrasti in serie.

Facilità di corsa ma anche una certa svagatezza, in alcuni appoggi e posizionamenti difensivi.

Partita di rincorse e sacrifici, premiati dal gol che chiude i conti.

Rifornisce l’attacco ad intermittenza, resta spesso basso per aiutare e proteggere la difesa.

Espulso per uno sbandamento davvero evitabile.

Mezz’ora abbondante di buona vivacità ma scarsi risultati, poi si fa male dal 37’pt PINATO 6,5 Non sempre preciso palla al piede ma fisicamente inesauribile, anche nei supplementari quando il nemico assale.

Quando lo dai per spacciato si accende rivoltando la partita: entra in tutti i gol e tiene palla.

Un tiro-cross nella ripresa fa gridare al gol ma nel suo scout non c’è molto altro dal 24’st FABBRO 7 Un’altra cosa: efficace in velocità e nel dribbling, porta avanti i suoi e si fa espellere ingenuamente.

All.F.INZAGHI 8 Mattone su mattone ha costruito un piccolo capolavoro, adattandosi anche alle situazioni di difficoltà: non a caso il Milan vince ai supplementari e in nove uomini.

Anderlecht 

Difficile attribuirgli colpe dirette, bravo a nel tete-a-tete con Petagna nel primo tempo.

Con Tamas fa match pari, quando entra Fabbro però sono dolori dal 9’pts MIKAL 5,5 Non riesce a difendere adeguatamente: dalle sue parti nasce il terzo gol.

Pronto nelle pulizie d’area, per un’oretta limita Petagna.

Più in difficoltà contro il centravanti rossonero che alla lunga se lo mangia.

Solido ed intraprendente nelle prime battute, si abbassa a lungo andare per poi riemergere nei supplementari.

Buona quantità ma lascia i suoi in 10 in un momento chiave.

Sempre presente ma non altrettanto ispirato, il suo gioco si ferma spesso alla giocata più lineare. Non un male ma ci si aspettava di meglio.

Ottimi tempi di inserimento in area, non sempre assecondati dai compagni; impensierisce Tamas.

Movimenti intelligenti tra le linee e buon supporto all’unica punta: un pericolo sinché sta in campo dal 1’sts LAPAGE 5,5 Nel secondo extra time si nota solo per un fallo di mano in attacco.

Buon riferimento offensivo, spazia dalla trequarti in avanti senza strabiliare nè banalizzare dal 40’st KINDERMANS 6 Partecipa agli assalti buttando in area qualche pallone insidioso.

LEYA 7 (il migliore) Le occasioni migliori dell’Anderlecht lo vedono protagonista. Gol compreso.

All.PEETERS 6 La squadra gira, obbedisce ma manca d’inventiva negli ultimi metri e non riesce a sfruttare la doppia espulsione avversaria.

 

Il tabellino

Marcatori: 18’st Leya (A), 27’st Petagna (M), 3’pts Fabbro (M), 9’pts Mastalli (M)

Milan (4-3-1-2): Gori; Calabria, Pacifico, De Santis, Tamas; Mastalli, Modic, Benedicic; Bende Bende (37’pt Pinato); Petagna, Vido (24’st Fabbro) (Ferrari, Iotti, Simic, Saporetti, Piccinocchi, Aniekan, Di Molfetta, Cernigoi, Barisic). All.F.Inzaghi.

Anderlecht (4-2-3-1): Gies; Carvalho (9’pts Mikal), Isci, Haagen, Matthys; Bastien, Dendoncker; Jaadi, Soumare (1’sts Lapage), M’Haidat (40’st Kindermans); Leya (Bossin, Bourard, Falsaperla). All.Peeters.

Ammoniti: Soumare (A), Fabbro (M) per simulazione, Bastien (A), Haagen (A) per gioco scorretto.

Espulsi: 30’st Benedicic (M), 34’st Bastien (A), 4’pts Fabbro (M) per somma di ammonizioni.

 

(Carlo Necchi)