È una beffa quella che matura a san Siro. L’Atletico Madrid, infatti, sbanca Milano e batte il Milan 0-1 grazie ad un gol del solito Diego Costa che sfrutta l’unico errore difensivo milanista all’83’. Rossoneri fermi ai due legni colpiti da Kakà e Poli, e costretti all’impresa nel ritorno a Madrid. il match offre molti spunti tecnici e tattici. Si pensava ad un assolo madridista, invece i rossoneri mettono sotto gli ospiti con pressing, ritmo e qualità. Pochi momenti di stanca, due pali e un gol sono il risultato di una partita appassionante dall’inizio alla fine.
È mancato solo il gol. Grande prestazione dei rossoneri, che però adesso hanno davanti l’Everest. Peccato, perché meritavano la vittoria: non solo per i due legni colpiti nel primo tempo, ma in generale per il gioco espresso e per la continua superiorità nei confronti dell’avversario. Il tutto oltre alla sfortuna di due infortuni decisivi, De Sciglio ma soprattutto Balotelli, che quando esce dimezza il potenziale offensivo rossonero. Un errore pagato a caro prezzo, troppo caro: del resto, è la Champions, bellezza…
Il massimo risultato col minimo sforzo. Anzi, molto di più. Perché soffre per circa ottanta minuti, ma esce con un risultato che in vista del ritorno a casa permetterà a Simeone di dormire sereno. Non si vede, se non a rari sprazzi, la velocità e la qualità che ha permesso al Madrid di essere l’outsider di questa competizione: ma forse è proprio questa la sua forza, l’avere solidità e cinismo quando servono.
Gestisce alla perfezione la partita. Cartellini impeccabili, giusto non dare il rigore reclamato da Poli, calma sul nascere la minirissa in avvio di partita. Insomma, ha il polso della situazione.
Il Milan torna a respirare aria d’Europa, l’Europa che conta. Stride nella sua situazione generale, ma l’occasione per questo non va sprecata. Certo, non sarà facile: a Milano arriva il più forte Atletico Madrid degli ultimi anni, che grazie a Simeone, ex nerazzurro in aria di derby, si è inserito nel duopolio spagnolo Barça-Real con la pretesa di far la voce grossa. Ma, ormai lo sappiamo a memoria, la musichetta della Champions di san Siro sa galvanizzare i rossoneri, e ci si attende che faccia lo stesso con un Super Mario Balotelli che, forse mai come oggi, è chiamato ad assumersi delle pesanti responsabilità dimostrando di essere un campione vero. Fattore in più, da considerare, è la panchina rossonera, occupata da uno che di Champions se ne intende: Seedorf, unico giocatore della storia ad averla vinta con tre squadre diverse (Ajax, Real e Milan). Proprio da Seedorf e Balotelli passano le maggiori speranze dei tifosi rossoneri, senza comunque dimenticare quel Kakà che la Champions, nel 2007, la vinse da solo. Intorno a loro l’olandese schiera “gli altri 9”: Abbiati in porta, Rami e Bonera al centro, Emanuelson e De Sciglio ai lati; centrocampo muscolare con De Jong ed Essien e, a supporto dei due fenomeni, Taarabt e l’insolito Poli. Il Cholo Simeone risponde con un classico 4-4-2, con Courtuois in porta, Insua, Godin, Miranda e Juanfran in difesa, Gabi e Suarez in mezzo, i temibili Arda Turan e Koke ai lati e davanti, accanto a Raul Garcia, l’asso Diego Costa, preferito a Villa in panchina. L’avvio, come prevedibile, è scoppiettante. Ciò che non era pensabile, invece, è che a renderlo tale fossero gli ospiti: gli spagnoli infatti, quasi con fare presuntuoso, cacciano il Diavolo nella propria metà campo, schiacciandolo e intimorendolo con trasmissione di palla veloce e un paio di numeri di Diego Costa. Ma è tutta apparenza perchè i rossoneri, solidi dietro, riescono a far sfuriare i colchoneros, e intorno al decimo minuto cominciano ad invertire il trend. La scossa la dà Balotelli, che con una punizione prova a ripetere il gol col Bolgona con scarso successo, avendo però il merito di far sentire la presenza offensiva dei padroni di casa. Questi, sospinti da una Curva Sud in grande spolvero, si galvanizzano col passare dei minuti, grazie anche al timore che pian piano serpeggia nei biancorossi, oggi in maglia gialla. E, intorno al quarto d’ora, diventa puro terrore, visto che il Milan per ben due volte arriva ad un millimetro dal gol: al 14′, infatti, Kakà prende palla in area e di sinistro spara una bordata sulla traversa, mentre al 17′ Poli, splendidamente imbeccato da un fantastico Taarabt, con un gran colpo di testa costringe Courtuois al miracolo, con la palla che poi s’impatta con la base del palo. Due legni in tre minuti, san Siro in visibilio e Simeone, beccato dai tifosi, visibilmente preoccupato. La tensione madridista si avverte in due brutte entrate, una delle quali ai danni di De Sciglio, costretto ad uscire al posto di Abate. Il Milan rifiata, ma al 29′ torna a farsi pericolosissimo, ancora Kakà: bellissimo tacco di Balo in area, il brasiliano a rimorchio però, di prima intenzione, rasa traversa e rete superiore, dando solo l’impressione del gol, nell’aria ma ancora non arrivato. Al 37′ un episodio dubbio su Poli in area, ma l’ultima emozione arriva al 39′, quando Balotelli raccoglie dal limite e spara un destro dei suoi a giro sul secondo, fuori di un nulla. Gli ultimi cinque minuti servono ai rossoneri per rifiatare, e all’Atletico per riprendersi psicologicamente da una mezz’ora d’inferno. Dalla quale esce indenno, ma nella quale è chiamato a tornare per i prossimi 45 minuti… manca proprio solo il gol, che non è un dettaglio, certo, ma comunque non può essere un di meno per un tempo giocato in modo splendido. Le ali difendono e recuperano palla, i centrali smistano bene, la difesa è solida e Kakà e Balotelli illuminano: che sia la solita musichetta, o la chiave di volta per Seedorf? Migliore Milan, TAARABT, 7: non è sugli scudi, ma è forse il più importante, soprattutto a livello tattico. Recupera diversi palloni, il Milan sfonda dalla sua parte, e con la sua qualità crea ripartenze velenose…fondamentale. Peggiore Milan, ESSIEN, 5: perde due brutti palloni al limite dell’area, è l’unico della squadra insufficiente. Sembra distratto, è inconcludente. una buona partenza, poi subisce l’ira del Diavolo. Dov’è la brillantezza e dove la rapidità? Giocatori intimoriti, salvato da due legni. Peggiore Atletico Madrid, INSUA, 5: dalla sua parte Taarabt fa ciò che vuole, è l’anello debole della squadra. Migliore Atletico Madrid, COURTUOIS, 6.5: la parata su Poli è un gol, forse di più. Tiene in gioco la sua squadra con una giocata da fenomeno vero.
Milan
Abbiati, 5.5: poco sollecitato, anzi per niente, se non in occasione del gol di Costa, quando subisce un gol ravvicinato. Forse poteva fare qualcosina di più, di sicuro la colpa non è tutta sua.
Emanuelson, 6: tanta spinta, con costanza e dedizione. Arriva però poco sul fondo, e nel finale si lascia sopraffare dalla foga.
Rami, 6.5: una roccia, fa a sportellate con Diego Costa e chiunque gli passi a fianco, e spesso ha la meglio. Nel finale sfiora anche un gol pazzesco: da lui per la difesa si può ripartire, a patto che non ripeta più errori come quello decisivo nel gol di Costa.
Bonera, 5.5: è da lui che l’Atletico può passare. Se infatti l’errore decisivo lo fa Rami, se guardiamo a tutta la partita, notiamo che le sbavatura, specie nella ripresa, arrivano da lui, che pure nel primo tempo si era comportato bene.
De Sciglio, s.v., esce dopo pochi minuti per infortunio: peccato perché in quel poco tempo aveva dimostrato di avere gamba.
Abate, 5.5: il suo ingresso sa di valore tolto, non aggiunto rispetto a De Sciglio: spinge con meno qualità. Peraltro devia malissimo quel dannato pallone servendo l’assist a Diego Costa.
De Jong, 7: grande partita, diga di centrocampo. Soprattutto nel primo tempo, recupera un’infinità di palloni smistandoli con sapienza e organizzando bene il gioco.
Essien, 5.5: media tra il 5 del primo tempo, quando appare frastornato e d’intralcio, e il 6 della ripresa, quando sfodera due o tre colpi d’esperienza e classe.
Taarabt, 7.5: migliore in campo, senza dubbio. Torna in difesa, pressa, recupera palla, fa partire contropiede e rifinisce. Gli mancherebbe il gol per consacrare una partita pazzesca e far venire giù lo stadio definitivamente, dopo le prove generali per una rabona nel secondo tempo.
Kakà, 6.5: nel primo tempo è devastante, sfiorando il gol in due occasioni. Nella ripresa cala, fino a scomparire dal campo.
Poli, 6.5: corre tanto, prima di scoppiare dopo un’ora. È una delle mosse azzeccate da Seedorf, copertura e offensività allo stesso tempo. Sfiora un gol da urlo.
Constant, s.v.
Balotelli, 7: ottima partita, tiene palla e mette apprensione alla difesa avversaria. Fa sentire la sua presenza con potenza e qualità, e si avverte soprattutto quando esce, col risultato che il Milan si sgonfia.
Pazzini, s.v.
All.: Seedorf, 7: che bel Milan! L’equilibrio tanto caro al professor Seedorf sembra stia per essere trovato. Stasera ci si è andati molto vicino, con una squadra corta, offensiva e a tratti molto aggressiva, asfissiante. Certo, bisognerebbe lavorare più sulla forma fisica…ma step by step, sta crescendo una grande Milan.
(Giovanni Gazzoli)
Atletico Madrid
Courtois, 7: la parata che fa su Poli vale un pezzo di qualificazione. Quanto grande, lo si capirà dopo il ritorno, se qualificazione sarà.
Insua, 5: è il punto debole della formazione di Simeone. Dalla sua parte Taarabt fa ciò che vuole, e il Milan sfonda a ripetizione.
Godin, 6: in avvio è un muro, di testa la prende solo lui. Poi Mario pian piano prende le misure e guadagna centimetri.
Miranda, 5.5: anche lui parte bene, poi cala sotto i colpi del Milan, rischiando il naufragio più volte.
Juanfran, 7: è il migliore dei suoi, un martello pneumatico. L’Atletico trova sfogo solo con lui, che perfora la difesa dei rossoneri quattro volte su cinque. Predica nel deserto.
Koke, 5: delusione della serata. Una sola vera gicoata, nel finale e col vantaggio in tasca. Troppo facile.
Gabi, 5.5: non trova la giusta misura tra le due linee del centrocampo rossonero. bene in avvio, poi subisce.
Mario Suarez, 5.5: anche lui, come il collega, non riesce a prendere le redini del gioco, e spesso il centrocampo viene scavalcato.
Arda Turan, 5: insieme a Koke, il peggiore. Non fa un dribbling, un’accelerazione, non crea una situazione pericolosa…insomma, non fa nulla.
Cristian Rodriguez, 6.5: pronti via e si presenta con un dribbling a fumarsi Abate. Aiuta i suoi a tenere alto il pressing nel finale.
Raul Garcia, 5: impalpabile come spalla di Costa.
Adrian Lopez, s.v.
Diego Costa, 7: killer instinct, torero, chiamatelo come volete, ma questo qua segna sempre. Una sola occasione, peraltro fortuita e in coda di partita, e lui…zac, colpisce. Oltre al gol, tanto fisico per tenere su la squadra.
All.Simeone, 6.5: sul gioco, rimandato al ritorno. Sul risultato, che alla fine in barba agli esteti è quello che conta, chapeau.
(Giovanni Gazzoli)