Il Milan espugna Marassi e lo fa con un convincente 2-0 su un campop ostico e non facile. Quello che ha impressionato degli uomini di Seedorf è stata non solo la fantasia a supporto dell’ottimo Pazzini, decisamente un terminale offensivo migliore rispetto a Balotelli, ma anche la solidità difensiva. I centrali rossoneri hanno concesso le briciole a Gabbiadini e compagni che mai si sono resi pericolosi. Le difficoltà della Sampdoria sono soprattutto a centrocampo dove i due a copertura della difesa non riescono ad arginare il giro palla del Diavolo; allo stesso tempo i quattro davanti si sono rivelati sfilacciati con il resto della squadra e privi di idee. Venendo ai singoli, davvero ottima la prova di Taarabt, autore del gol dell’1-0 e di tanti recuperi in fase di non possesso. Prestazione simile anche per Honda, che lentamente sta tornando il giocatore che aveva fatto impazzire i maggiori club europei ai tempi del CSKA. Zaccardo, nonosntate non sia una prima scelta, è sceso in campo con grinta ed esperienza ed assieme a Rami ha formato una coppia rocciosa e grintosa al punto giusto. Già la grinta. Proprio quello che dovrebbe essere il marchio di fabbrica delle squadre di Miahjlovic oggi è venuto a mancare e la Sampdoria si è scoperta una squadra molle incapace di opporsi agli avversari. Malissimo Wszolek davanti, ancora peggio la linea arretrata che ha regalato di tutto e di più al Milan. Si salvano in pochi fra cui Eder e Soriano, entrato nella ripresa. Capitolo a parte merita Maxi Lopez che è entrato con lo spirito giusto ma si è fatto poi espellere per proteste in un modo assurdo lasciando i suoi in dieci. La partita gli sfugge di mano nella ripresa. Due gli episodi contestati: il gol del Milan (fallo di Pazzini su Da Costa in carica) e il mancato rigore alla Samp (uscita di Amelia su Eder lanciato in porta). Oltre a questo la gestione dei gialli appare non sempre corretta: manca un rosso a Gabbiadini per un brutto fallo all’indirizzo di Taarabt. Giusto invece quello, per doppio giallo, mostrato a Maxi Lopez
Il Milan ha come imperativo quello di dimenticare la cocente sconfitta di Champions League mentre la Sampdoria vuole allontanarsi definitivamente dalla zona calda della classifica. Seedorf (7) propone il solito 4-2-3-1 della sfida europea cambiando qualche interprete; dentro Muntari (6) e Montolivo (6) al posto della coppia Essien-De Jong. A difendere i pali non c’è Abbiati ben sostituito da un inoperoso Amelia (sv). In difesa non c’è Bonera ma Zaccardo (6.5) che ben ha contenuto i rari assalti dei blucerchiati, non lo ha fatto rimpiangere. Abate (5.5) si riprende il posto da titolare ma la gamba è ancora da scaldare e si vede; qualche iniziativa ma tanta imprecisione per uno come lui. Dei tre trequartisti dietro alle spalle dell’unica punta Pazzini (6.5) ottima partita per Taarabt (7) migliore in campo fin qui e autore del gol del vantaggio rossonero, e Honda (6.5). Saponara (6.5) all’esordio dal 1′ ha fatto vedere buoni numeri e ha rischiato di siglare la sua prima rete rossonera. Male invece la Sampdoria che mai si è resa pericolsa eccezion fatta di una debole girata di Gabbiadini (5.5). Il modulo disegnato da Mihajlovic è lo stesso di Seedorf ma qualche ingranaggio non gira come dovrebbe. Malissimo la fase difensiva con Da Costa (5.5) mal protetto dal quartetto formato da Fornasier (5), Mustafi (4.5), Regini (5.5) e Costa (5). La retroguardia locale ha sofferto troppo le iniziative del Diavolo che, ricordiamo, non sta attraversando un buon momento. Una squadra spompata, senza fame nè (quasi) voglia di dimostrare quanto vale. Il Milan non ha fatto una partita fantascientifica, si è limitato a giocare palla a terra e ad effettuare qualche verticalizzazione eppure la facilità con cui i rossoneri si sono resi pericolosi è stata a tratti imbarazzante. Difficile scegliere un migliore visto che degli undici in campo pochissimi meritano la sufficienza piena. Il gioellino blucerchiato meriterebbe il “sei” ma la dormita sul colpo di testa vincente di Taarabt pesa sulla sua partita. È l’unico che prova a dare una scossa ai suoi. Dei quattro dietro è il più in difficoltà. Pazzini, che certo non è un fulmine di guerra, spesso se lo beve in velocità e quando anche Honda e Saponara incrociano per lui è notte fonda. MILAN 7 Continuano i progressi per la squadra di Seedorf. Contro l’Atletico c’era stata una buona partita ma è mancato il gol. Oggi è arriva sia la rete che una convincete gestione del pallone. La difesa ha retto benissimo pur senza un paio di titolari. Che acquisto per il Milan! Lex QPR non solo segna il facile gol del vantaggio rossonero ma corre come un dannato e ricopre al meglio sia la fase offensiva che quella difensiva. Recupera molti palloni e quando punta, quasi sempre se ne va creando la superiorità numerica. In una squadra che ha giocato tutta bene risulta complicato indicare un peggiore. Il gahnese, soprattutto nei primi minuti, è quello che forse più è parso in crisi sul docile pressing doriano. Impressione cancellata dal prosieguo del match. Gara facile da arbitrare. Giusti i cartellini assegnati, manca il giallo a Regini e a Costa. Per il resto nient’altro da segnalare.
Sul primo gol compie il miracolo sul colpo di testa di Taarabt ma non si ripete sul tap in dello stesso giocatore. Bravo in uscita su Saponara nel primo tempo ma non sicurissimo in occasione della seconda rete milanista. Forse c’era fallo di Pazzini ma il portiere blucerchiato era andato fuori tempo…
Nel primo tempo malissimo. I funamboli del Milan gli fanno girare la testa e lui, lanciato nella mischia per necessità, non si fa trovare giustamente preparato. Meglio nella ripresa ma il danno ormai è fatto.
Prestazione imbarazzante del centrale doriano. Pazzini, se lanciato in profondità, lo supera in velocità quasi sempre e lui resta a guardare. Non appare sicuro e trasmette ciò ai compagni di reparto.
Dei quattro dietro appare il migliore pur non giocando una partita da “sei”. Qualche buona diagonale ma anche troppe amnesie che sarebbero potute costare care.
Davanti ha un cliente che cresce con il passare dei minuti: Honda. Il giapponese oggi è ostico e lui deve adattarsi alla versione “picchia duro”. Ci rimette un giallo.
Uno dei giocatori storici della Samp che prova come meglio può ad arginare i buchi a centrocampo. La cattiveria agonistica la trova però soltanto nel secondo tempo quando il parziale è già di 2-0 per il Milan.
Fischiato al momento dell’inevitabile sostituzione. Dove è finito il centrocampista che aveva fatto innamorare mezza europa con le sue gemoetrie unite a interventi da mastino? ( Inevitabile bocciarlo così. Entra in campo con lo spirito giusto e serve in profondità un grande pallone per Eder ma poi cosa gli prende? Un raptus, l’arbitro mandato a quel paese e doppio giallo in pochi secondi).
Inizia male perdendosi Taarabt nell’azione del vantaggio milanista poi prova a riprendersi ma non incide come dovrebbe. Qualche conclusione sballata e un brutto intervento, forse di frustazione, sull’ex QPR.
Corre sì ma a vuoto. E il problema è che quando ci sarebbe da tamponare sulle ripartenze mialniste si fa sempre trovare fuori posizione. ()
Prestazione imbarazzante per questo ragazzo gettato nella mischia dal buon Sinisa. Gioca davanti ma non fa mai i movimenti giusti. Rientra troppo quando dovrebbe allargarsi per proporsi sulla fascia ( Entra e subito si fa vedere. Riceve il pallone sui piedi e fa ripartire azioni interessanti. Bella ma inutile la ruleta in area milanista nel finale).
L’unico dei suoi che ci prova dall’inizio alla fine. Il folletto della Samp cerca di creare fastidi anche se è poco supportato. Resta il dubbio di un rigore su un suo contatto con Amelia. Nel finale il portiere rossonero gli nega il gol dell’1-2.
Non riesce a trasmettere alla Sampdoria quella grinta che lui metteva in campo ai tempi della carriera da giocatore. Se i blucerchiati avessero disputato la ripresa come il primo tempo, qualcosa sarebbe forse cambiato.
Chiamato in causa per l’indisponibilità di Abbiati non si fa sorprendere. Nel primo tempo poco lavoro da fare, nella ripresa è bravo a uscire su Eder (era rigore?), a parare a gioco fermo sullo stesso giocatore doriano e ad alzare in corner un tentativo velenoso nel finale.
Di nuovo titolare in campionato, il biondo terzino rossonero prova a disputare una buona gara e ci mette impegno ma la gamba ancora risente dell’inattività. Non spinge come sa e da lui Seedorf vorrebbe qualcosina in più. Si riprenderà presto.
Lieta sorpresa del pomeriggio di Genova; il Milan riscopre un centrale sicuro e solido e il bello è che l’aveva sempre avuto in rosa. Davvero una bella prestazione del capione del Mondo ed ex Parma.
Il gol e tantissimi interventi degni di un grande giocatore. Acquisto azzeccato da parte di Galliani & co. Il riscatto deve essere un obbligo. Se accanto avesse un altro elemento di livello il Milan risolverebbe tanti problemi.
Nel primo tempo mette qualche pallone interessante ma nella ripresa cala vistosamente fino alla sostituzione finale. Senza infamia nè lode. ()
In una gara non difficile riesce a trovare qualche difficoltà soprattutto in avvio. Nel secondo tempo viene ammonito e diffidato salterà il match contro la Juventus ( Gioca l’ultimo spezzone di gara con esperienza e dedizione).
Il metronomo milanista oggi era un po’ in ombra. Qualche lancio a tagliare il campo ma poco altro. Qualche buon recupero lo salva dall’insufficienza.
Ancora un esame passato per l’ex QPR. Segna il gol che rompe il ghiaccio e palla al piede fa quello che vuole; se punta un avversario quasi sempre lo supera. Prezioso anche in fase di non possesso.
Lanciato nella mischia dal primo minuto gioca una buona partita. Ha l’occasione di segnare il suo primo gol con la maglia rossonera ma fallisce la chance ( Torna nel suo stadio e si sistema al posto dell’ex Parma. Non si fa tradire dall’emozione e macina chilometri su chilometri come da suo dna).
Il giapponese si sta ambientando all’Italia. Non più il giocatore svogliato e fine a sè stesso ma un elemento in grado di tornare, spingere e inventare. Tanto di cappello.
Meglio lui che Balotelli nel ruolo di unico terminale offensivo. Quello che pensavano molti tifosi oggi si è manifestato con evidenza. Il Pazzo è bravo a dettare la profondità e a lottare su ogni pallone. Non si ferma mai.
Il 4-2-3-1 dell’olandese si dimostra ora maturo e solido. Sicuramente una filosofia di gioco più adatta rispetto ai tempi del suo esordio. Adesso i trequartisti tornano, la difesa appare solida e il centrocampo gira alla meraviglia.
(Federico Giuliani)