L’attacco di George Weah al Milan? Un falso. Oppure no? Per il momento le cose che sappiamo sono due: che nella notte italiana sono comparse sul profilo Twitter @weah_official delle dichiarazioni pesantissime a seguito della sconfitta dei rossoneri al Vicente Calderon contro l’Atletico Madrid. Dichiarazioni che, le abbiamo riportate, parlavano di una squadra da rifare in toto, di un passato glorioso da onorare, di un giocatore – lo stesso Weah – che diceva di come lui non si sarebbe mai permesso di fare foto e girare con belle macchine, quantomeno non l’avrebbe fatto come scopo finale. Anzi: lui con il pallone da calcio ci dormiva, non lo abbandonava nemmeno mentre mangiava, era la sua vita. Immaginate la reazione dei media: frasi riprese ovunque, figuraccia da parte del Milan odierno che non è in grado di tenere testa ai suoi antenati che invece hanno vinto tutto. Poi, nel pomeriggio, la smentita. Fabio Parisi, noto agente FIFA che opera in particolare in Francia, ha fatto sapere che “l’account @weah_official è assolutamente un FALSO. Ho parlato poco fa con George che conferma e diffida ad utilizzare il suo nome su Twitter”. Bene. La realtà dei fatti potrebbe invece essere diversa. Intanto perchè andando sul profilo incriminato si scopre che esiste ancora, e che sembra essere autentico. Al di là del numero di follower, i vari tweet e le foto danno la parvenza che sia proprio l’ex attaccante liberiano del Milan a scrivere da questo account. In più, non si capirebbe perchè la smentita debba arrivare a nome di Fabio Parisi (pur se va ricordato che si tratta del suo ex agente, ed è rimasto un amico). In più, e va dato atto a TuttoMercatoWeb.com di averlo ricordato, chi per primo salutò l’ingresso di George Weah nel mondo di Twitter fu proprio Parisi, che all’epoca (era lo scorso novembre) gli dava il benvenuto. Insomma: il mistero si infittisce, anche perchè poco fa è comparso un messaggio, dallo stesso account, nel quale Weah (o chi per lui) sembra lamentarsi di come il suo sfogo sia stato coperto dalla rivelazione del “fake”. “Tutto questo per sviare la grande polemica di ieri sera”. Come a dire: è giusto che si parli della sconfitta. E’ lui o non è lui, come si usava dire tempo fa in un noto programma televisivo? Ci piacerebbe rispondere “ma certo che è lui”, ma a questo punto non ci sono più certezze.