“Io non mollo”. Adriano Galliani non cede di un millimetro e prosegue dritto per la sua strada. La crisi del Milan è profonda: si pensava che l’arrivo di Clarence Seedorf fosse un toccasana, ma i numeri parlano di 7 sconfitte in 12 partite, di 35 punti in 28 giornate, di tutti gli obiettivi falliti e di quattro sconfitte consecutive. In più, come un fulmine in un cielo già tempestoso, le parole di Slivio Berlusconi (che a dire il vero non avrebbero ancora trovato una conferma) secondo cui la squadra sia stata costruita male. Come a dire: è colpa di Galliani. Ma l’amministratore delegato, già sfiduciato a suo tempo da Barbara – che invece ieri ha fatto sapere di avere un rapporto di massima collaborazione con lo storico amministratore delegato – non ha la minima intenzione di farsi da parte e, a margine di un incontro di Confindustria, ha pronunciato la frase di cui sopra, aggiungendo che ha un contatto quotidiano con il presidente. Dichiarazioni di facciata? Verità? E se davvero ci fossero dissidi insanabili, quale sarebbe il futuro di Seedorf? Vincerebbe la linea presidenziale o quella di Galliani? Domande per ora senza risposte, ma una cosa è certa: c’è una gran confusione a Milanello.



Cercato dalla Roma che aveva presentato un’offerta, accostato al Napoli negli anni passati, oggi uno dei nomi che il Milan starebbe tenendo d’occhio per ripartire. Douglas Costa ha solo 23 anni, ma è un protagonista da tanto tempo: gioca nello Shakhtar Donetsk, nella scorsa stagione era una riserva ma, viste le partenze illustri dell’ultimo periodo, è tornato nell’undici titolare, e adesso fa gola a tante squadre europee. In particolare ai rossoneri e al Newcastle. Il suo procuratore Cesar Bottega è stato contattato da TuttoMercatoWeb.com e ha negato che al momento possa succedere qualcosa. “L’unico pensiero di Douglas Costa è quello di fare bene con lo Shakhtar” ha detto. “Al momento sta giocando e lo sta facendo bene, vuole vincere il campionato. Offerte? Non ce ne sono state, nemmeno sondaggi”. A fine stagione però le cose potrebbero cambiare, e il brasiliano che gioca in Ucraina dal 2010 potrebbe davvero decidere di cambiare aria.



La crisi del Milan ha origini profonde. E’ questo in sintesi il pensiero di Ernesto Bronzetti, noto e stimato operatore di mercato, da tempo vicino ai rossoneri nelle operazioni con la Spagna. Intervistato dai microfoni di Tuttomercatoweb ha confessato: «Il progetto Milan esiste, ma bisogna capire quale sia l’intento della proprietà. Se ci sono soldi si comprano i campioni, diversamente ci si accontenta delle occasioni e dei parametri zero. Il tutto, a mio avviso, è partito qualche nel 2009. Quando Kakà fu venduto al Manchester City per la clamorosa cifra di 109 milioni di euro. C’erano i contratti firmati, mancava solo l’annuncio. La protesta dei tifosi e la marcia indietro da parte della proprietà fecero saltare l’affare, e Kakà venne venduto sei mesi dopo al Real Madrid per 67 milioni di euro. Quindi il Milan perse in pratica 40 milioni da quell’operazione. E non è finita qua perché qualche anno dopo il Milan poteva mettere a segno un altro grande affare cedendo Pato al Paris Saint-Germain e prendendo Tevez. Pato in quella stessa stagione si infortunò, non potendo contribuire alla rincorsa Scudetto. Con Tevez magari sarebbe andata diversamente. E tutti sanno che la colpa di queste due operazioni poi bloccate non può essere additata a Galliani. Lui si è sempre comportato da uomo e dirigente vero, addossandosi tutte le colpe colpe del caso e non dicendo niente». Secondo Bronzetti per uscire da questa crisi serve l’apporto del presidente Berlusconi: «Come ne può uscire il Milan? Dal Presidente. Sono sicuro che la passione di Berlusconi farà rimettere tutto al suo posto». Bronzetti non se la sente di condannare Balotelli: «Balotelli non sta facendo né il bene né il male. Mi torna in mente la strepitosa macchina da guerra della Roma di Paulo Roberto Falcao. Quando si infortunò lo sostituì egregiamente Valigi, e i giornali gliene dettero merito. Ma Falcao è Falcao, Valigi è Valigi. Questo per dire che Balotelli non può cambiare da solo la sorte di questo Milan. Non ce la farebbero nemmeno Messi o Cristiano Ronaldo. Balotelli l’anno scorso ha fatto benissimo, non è possibile che sia diventato un brocco in pochi mesi. Io non cercherei per forza di cose un colpevole, perché questa situazione, ripeto, coinvolge direttamente tutti». Infine su Galliani: «Mi auguro per lo stesso Milan che non venga sacrificato». I tifosi, però, sembrano pensarla diversamente…



Clarence Seedorf ha le ore contate, per lo meno, stando a quanto riportato poco fa dalla redazione di Sportmediaset. Secondo il noto Carlo Pellegatti il tecnico del Milan dovrà per forza fare risultato nelle prossime due partite, le delicate sfide contro Lazio e Fiorentina, due rivali dirette per la corsa all’Europa League, altrimenti potrebbe venire esonerato. Il diktat arriva direttamente dalla poltrona più alta di via Aldo Rossi, quella occupata da Silvio Berlusconi, che avrebbe appunto dato l’ultimatum al proprio “pupillo”. In caso di clamoroso esonero sarebbe già pronto Pippo Inzaghi, tecnico della Primavera del Milan, che Galliani avrebbe voluto già a gennaio. Una notizia in netta controtendenza rispetto alle dichiarazioni rilasciate ieri dallo stesso patron rossonero, che all’Ansa aveva rassicurato il tecnico orange circa la sua permanenza a Milanello, non soltanto fino a maggio quanto e soprattutto durante la prossima stagione. A questo punto appare tutto rimesso in gioco e nessuno al Milan pare aver il posto assicurato in previsione del 2014-2015: da Galliani ai giocatori passando per l’allenatore. Solo la figlia Barbara, si salverà dal tornado che fra pochi mesi si abbatterà su Carnago…

Futuro molto incerto per i vertici di casa Milan in vista della prossima stagione. Il campionato in corso è decisamente disastroso e secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, nessuno avrà il posto assicurato per il 2014-2015. Nel tritacarne potrebbe finire anche l’ad Galliani, e il 16 aprile, giorno di convocazione del nuovo consiglio d’amministrazione del Milan, si capirà come evolverà la situazione. Sempre in base a quanto raccoglie l’autorevole quotidiano, lo stesso Galliani starebbe pensando di farsi affiancare da un direttore sportivo ed oltre al solito Sean Sogliano dell’Hellas Verona, fin qui titubante se accettare o meno la proposta, starebbe pensando a Riccardo Bigon, ottimo dirigente del Napoli che nelle ultime stagioni a saputo comprare e vendere. Galliani è stato recentemente additato da Maldini di sentirsi onnipotente (qui sotto trovate l’intervista di stamane dell’ex capitano rossonero), e con l’aggiunta di un ds potrebbe far felice anche i suoi detrattori. Attenzione però alle voci riportate da La Stampa che parlano di un Ancelotti pronto a chiamare Galliani al Real Madrid: il miglior manager italiano con la potenzia economica delle Merengues, un binomio che fa già tremare le grandi d’Europa…

Il Milan torna a pensare alle stelle del Parma. Stando alle ultime indiscrezioni di mercato, sottolineate in particolare da Tiki Taka di Italia 1, il club rossonero punta nuovamente lo sguardo verso Gabriel Paletta e Marco Parolo. Il difensore centrale della nazionale è accostato ai rossoneri dalla scorsa estate ma fino ad oggi gli emiliani si sono sempre opposti alla sua partenza. In estate il Milan ci riproverà presentando come moneta di scambio il cartellino di Riccardo Saponara. Il trequartista della nazionale italiana Under-21 è già a metà con i Ducali e i rossoneri potrebbero cedere il proprio 50% come acconto per Paletta. Altro nome caldo, come dicevamo, è quello di Parolo, anch’egli accostato a via Aldo Rossi durante le scorse sessioni di trattative. Il “Gerrard italiano”, così come viene soprannominato dalle parti di Parma, sogna il grande salto di qualità e per il Milan sarebbe l’ideale per rinforzare il proprio centrocampo.

Sfoga tutta la propria amarezza e la propria rabbia, l’ex capitano del Milan Paolo Maldini. Intervistato stamane da La Gazzetta dello Sport, la leggenda rossonera fotografa la situazione attuale di via Aldo Rossi, società mai così in crisi negli ultimi 30 anni: «La situazione drammatica di oggi nasce dall’addio di tanti calciatori con la mentalità vincente, questa dirigenza dimostra di pensare all’oggi e non al domani. Gli acquisti dovrebbero essere funzionali al gioco, i parametri zero ti possono andare bene una volta, ma la seconda no. Affidarsi sempre ad un procuratore è ugualmente rischioso. In società non c’è un direttore sportivo, quando Leonardo spinse per me nel ruolo di ds, Galliani rispose che è una figura superata. Non ci sono bandiere, solo Filippo Galli e Mauro Tassotti, e anche l’eventuale addio del secondo sarebbe un danno incredibile. Hanno distrutto il mio Milan». Paolo Maldini è stato molto vicino al ritorno a Milanello, nelle vesti di dirigente, durante lo scorso autunno, quando Galliani rassegnò le dimissioni per poi tornare sui suoi passi. La figlia del presidente Berlusconi, Barbara, lo aveva già contattato: «Abbiamo avuto due colloqui, Barbara mi voleva nel Milan, ma dopo la divisione delle cariche non ho più sentito nessuno. Se saprà gestire il Milan, dipenderà da chi si circonderà. Seedorf? C’è il rischio che si bruci, Inzaghi sta facendo molto bene a livello di vivaio e questo conta. Balotelli? Come Pato, non è ancora un campione, ma è sbagliato mettere tutto il peso su di lui, credo però che se giocasse in una squadra già strutturata e vincente sarebbe un’altra storia». Maldini sembra “avercela” soprattutto con Galliani, ottimo dirigente ma forse troppo “presuntuoso”: «Galliani è un grandissimo dirigente – confessa Maldini – ma il Milan che pure ha tanti dipendenti è sottostrutturato a livello sportivo. Faccio un esempio, se arriva un allenatore che dice che Pirlo non serve più al Milan, ci deve essere qualche dirigente che sottolinei che a livello sportivo continua ad essere un patrimonio del club. Galliani si crede onnipotente, non ricorda che tutti i successi non sono arrivati unicamente grazie a lui, ma anche grazie ad un gruppo che sapeva gestire lo spogliatoio. Se qualcuno non rigava dritto ci pensavamo noi».

Siamo agli sgoccioli della permanenza di Mario Balotelli al Milan. Ormai la spaccatura fra Super Mario e l’ambiente rossonero è evidente e nelle scorse ore lo stesso attaccante italiano ha mandato un chiaro messaggio: su Twitter ha postato una foto di se al fianco di Didier Drogba con la casacca del Manchester City. Difficile che tale gesto, come alcuni sottolineano, sia un modo per manifestare il proprio tifo nei confronti del Galatasaray, che questa sera scenderà in campo in Champions League. Piuttosto si tratta dell’ennesima provocazione di un giocatore che probabilmente ha capito che Milanello non è più posto per lui. Una situazione resa ancora più grave dal fatto che in estate il Milan non potrà godere degli introiti Champions League, i classici 20/30 milioni di euro, e di conseguenza qualora venisse presentata un’offerta ad arte, a quel punto l’ex City potrebbe essere ceduto, magari per fare ritorno proprio in Premier League. Il Milan dovrà ripartire da gente di talento e di qualità, ma soprattutto da persone grintose, determinate e di carattere, concentrate solo ed esclusivamente sul campo…