Pur con una grande sofferenza, il Milan espugna Marassi e torna a casa con tre punti fondamentali per la rincorsa all’Europa League. Decisivi nella formazione allenata da Clarence Seedorf i gol di Taarabt nel primo tempo e di Honda nella ripresa. Non serve al Genoa la rete di Motta, bella ma inutile ai fini del risultato finale. Il Grifone avrebbe forse meritato qualcosa in più viste le tante occasioni create ma un super Abbiati ha salvato i suoi nell’occasione più nitida per i rossoblu: una conclusione ravvicinata di Centurion che sembrava ormai indirizzata in fondo al sacco. Tra i locali buone le prestazioni di Fetfatzidis e Antonelli, praticamente inesauribili. Aveva iniziato bene Marchese che poi si è fatto beffare in occasione del raddoppio rossonero. Non convincono pienamente neppure De Maio e Perin. Gilardino troppo isolato; Sculli nervoso. Tra i rossoneri ottima prova di Taarabt autore dell’1-0 e coprotagonista del raddoppio. Honda non ha giocato in modo ottimale eppure si è sbloccato in Serie A. La difesa ha retto tutto sommato bene sbagliando soltanto in occasione del corner da cui il Genoa è rientrato in partita. Esattamente come nel primo tempo effettua delle decisioni che lasciano più di un’incertezza. Sventola solo due gialli anche se potrebbero essere almeno il doppio. Dubbi sull’angolo concesso al Genoa dal quale poi è scaturito il gol di Motta. Prestazione da rivedere.
L’Europa League è diventata quest’anno l’obiettivo principale dell’incerottato Milan, squadra che sta lentamente ricomponendo i pezzi del suo puzzle. Davanti ai rossoneri c’è chi sta finendo la benzina (Inter), chi va a scatti (Parma e Verona) e chi pur giocando male non vuol sapere di commettere passi falsi (Lazio). In mezzo a tutto questo il Diavolo deve dare una risposta concreta agli avversari e inanellare la terza vittoria consecutiva, evento mai successo in questa stagione: l’ultima volta di nove punti raccolti in tre gare risale addirittura al marzo 2013 quando il club meneghino sconfisse nell’ordine Lazio, Genoa, Palermo e Chievo. Veniamo alle formazioni con il Genoa che sceglie il 3-4-3 con Antonini indisponibile dell’ultimo momento. Confermatissimo Perin in porta, in difesa ci sono Burdisso, De Maio e Marchese. A centrocampo Motta e Antonelli sugli esterni con Bertolacci e Sturaro in mediana. In attacco Gasperini punta tutto sull’ex Gilardino assieme a Fetfatzidis e Sculli. Clarence Seedorf ripropone sulla carta il 4-2-3-1 anche se nei fatti si rivede il più accorto 4-4-1-1, modulo che ha già garantito le convincenti vittorie contro Fiorentina e Chievo. Tra i pali c’è Abbiati; la linea difensiva vede Bonera nuovamente schierato terzino destro, Mexes-Rami (6,5) al centro e Constant sulla sinistra. Il rientrante Montolivo e De Jong si occuperanno del centrocampo assieme ad Honda e Taarabt che spesso e volentieri si allargano sulle corsie laterali. Kakà funge invece da trequartista dietro all’unica punta Pazzini. Il Milan inizia prendendo in mano le redini del match con un giro palla ordinato e qualche sporadica fiammata soprattutto dalla sinistra dove Taarabt (7) sembra inspirato. Il “Cristiano Ronaldo del Marocco” mette in mezzo un cross al bacio sul quale Pazzini (5,5) non arriva di un niente; poco dopo, al 12′, Constant (5) riparte in contropiede facendo tutto bene tranne il passaggio finale una volta arrivato al limite dell’area. Il Genoa pressa senza pausa ogni portatore di palla milanista anche se non si rende pericoloso; al massimo i locali creano qualche apprensione con lanci lunghi alla ricerca di Gilardino (5) . Ma al primo affondo è il Milan a passare in vantaggio con Taarabt al 19′; Kakà (6) lascia passare un pallone a centrocampo per l’ex Fulham che punta la difesa rossoblu e dal limite lascia partire un destro che si infila dove Perin (6) non può arrivare. I padroni di casa provano a farsi vedere con Sturaro (5,5) che salta di netto Taarabt e cerca la porta con un tiro terminato sul fondo: Abbiati (6) deve solo accompagnare. La squadra di Gasperini ci mette la foga e insiste quasi esclusivamente sulla sinistra dove Marchese (6,5) e Antonelli (6) spingono molto senza però mettere in mezzo palloni interessanti. Dall’altra il greco Fetfatzidis (6,5) quando se ne va in velocità fa sempre male a Constant e compagni.Gilardino non ha palloni giocabili mentre Sculli (5) è fin troppo nervoso. Con il passare dei minuti il Genoa cresce e il Milan va in affanno. Al 36’Bertolacci (6) va vicinissimo al gol con una bordata da fuori che sfiora il palo mentre dopo qualche minuto Mexes (5,5) per poco non beffa il proprio portiere intervenendo di testa su un cross dalla distanza. La gara scorre piacevole e doop un inizio in sordina si anima prima grazie ai rossoneri capaci di rompere il ghiaccio con Taarabt poi per via della grande pressione del Genoa che nel finale mette alle corde la squadra di Seedorf. Il carattere è quello giusto soprattutto nel finale. Peccato per quella rete subita in avvio perchè Gasperini aveva schierato un ottimo undici. Aiuta spesso De Maio; sfide sempre oneste ma ruvide con Pazzini. Spinge moltissimo su quel binario assieme ad Antonelli. Vorrebbe spaccare il mondo ma finisce per prendersi un cartellino giallo evitrabilissimo. Troppo arraffone. Il massimo ottenuto con il minimo sforzo. Una rete per mettere in discesa il match poi controllo fino all’intervallo. Preoccupante il calo nel finale. Segna il gol dell’1-0 grazie ad una rete che ricorda la prodezza contro il Napoli. Aiuta anche in fase difensiva. Male il giapponese che fa dei passi indietro rispetto le ultime uscite. Sbaglia le azioni offensive e non aiuta a tamponare il tandem Marchese-Antonelli su quella corsia.
Non molto convincente la sua direzione di gara. Non ammonisce nei primi interventi poi sventola il giallo a Sculli per proteste. Nel complesso raggiunge però il sei visto che non condiziona il risultato della gara pur con qualche decisione controversa. (Federico Giuliani)
Genoa
Se nel primo tempo è una sorta di spettatore non pagante, nella ripresa è responsabile in parte sul gol di Honda. Uscita sconsiderata che regala al giapponese la prima gioia in A. Mostra altre incertezze.
L’ex Inter e Roma recupera nella ripresa. Dopo un primo tempo non al meglio, mette al suo servizio l’esperienza e chiude bene la sua zona di competenza alle avanzate ospiti.
Duella alla grande con Pazzini e nei contrasti fisici si fa valere ma quando c’è da usare la velocità ne risente eccome.
Era uno dei migliori nella prima frazione di gioco. Lo sarebbe anche nella ripresa ma un errore in occasione del 2-0 del Milan condiziona la sua pagella.
Gara anonima impreziosita nel secondo tempo dalla rete del 1-2 con la compartecipazione di Abbiati. Nel finale sfiora addirittura la doppietta ma Mexes dice no.
Dovrebbe impostare le azioni del Genoa soprattutto adesso che manca Matuzalem ma il giocatore di scuola Roma non disputa una buona gara: poco lucido, sbaglia troppo.
Mediano che all’occorrenza si fa vedere con sporadiche conclusioni che non trovano lo specchio della porta. Non un grande contributo alla causa.
Il suo stile di gioco non conosce pausa; corre dall’inizio alla fine e si rivela il migliore assieme a Motta della sua squadra ().
Luci e ombre per questo talentino greco che ha tutti i mezzi per sfondare in palcoscenici prestigiosi. Gli manca l’ultima giocata che spesso, a causa della troppa fretta, sbaglia ().
L’ex Milan lotta e si danna l’anima ma viene inghiottito dalla coppia milanista Rami-Mexes. Nemmeno un pallone giocabile; si fa dura per una punta come lui impensierire Abbiati.
Nervoso fin dall’avvio. Si becca un giallo e rischia tantissimo in un’altra occasione. Non riesce ad evitare per una questione di centimetri la rete di Honda. Nel complesso non è riuscito a dare sostanza al Genoa ( Si fa notare con due conclusioni pericolose: su una, Abbiati compie un grande miracolo).
Nonostante la sconfitta può essere soddisfatto del suo Genoa che ad eccezione dei primi 15′ ha mostrato il giusto carattere dopo la batosta di Verona. Avrebbe meritato il pareggio.
(Federico Giuliani)
Milan
Media tra la mezza papera sul gol subito da Motta e il miracolo vero e proprio sulla conclusione ravvicinata di Sturaro. Bene nelle prese alte e sui corner, talloni d’Achille del Milan di questa stagione.
A volte l’esperienza non basta. Il buon “Bonny” viene spesso preso in mezzo nella parte finale della gara e la sua zona è terra di conquista per i giocatori del Genoa.
Bella prestazione del francesone al centro della difesa. Non fa passare niente e ogni pallone alto è preda della sua testa. Unica pecca: perde qualche marcatura in occasione dei calci piazzati.
Si completa assieme al connazionale. Nella ripresa salva un gol già fatto poi si fa apprezzare con altri buoni interventi. Che il Milan abbia trovato finalmente una solida coppia difensiva?
L’ex di turno non si fa rimpiangere da queste parti. Perennemente in difficoltà contro Fetfatzidis, perde palloni banali che potrebbero rivelarsi decisivi per la sua squadra.
Il metronomo milanista è tornato e si riprende in mano il centrocampo. Elegante nell’impostare la manovra, prezioso anche in fase di interdizione.
Mastino che morde le caviglie di chiunque passi dalle sue parti. Contributo sufficiente alla vittoria rossonera.
Il giapponese sarebbe stato il peggiore in campo poi si ritrova protagonista del raddoppio. Bravo a saltare in velocità un difensore e delizioso il suo tocco sotto a scavalcare Perin.
Partita onesta senza troppe giocate di classe. Si limita a fare l’indispensabile. Nel primo gol ci mette lo zampino facendo un intelligente velo ().
Il Milan lo deve riscattare subito, immediatamente. Segna un gol pazzesco poi si prende ancora la scena facendo partire l’azione che porta alla seconda marcatura del Diavolo. Non vorrebbe uscire ma Seedorf lo richiama in panchina ().
Il Pazzo lotta e sgomita ma è una lotta impari che questa sera non riesce a vincere: sulle sue tracce ci sono almeno due difensori genoani e i rifornimenti sono pochissimi ( Scampoli di gara: dirige bene due contropiedi. Nient’altro.).
Il suo lavoro adesso porta i giusti frutti: terza vittoria consecutiva che rilancia il Milan in zona Europa League. L’olandese si sta rivelando un buon allenatore nonostante le premature critiche ricevute. Il 4-4-1-1 da le giuste garanzie.
(Federico Giuliani)