Sull’esonero di Clarence Seedorf si è espresso anche il direttore di Calciomercato.com Xavier Jacobelli. Le sue parole vertono sulla mancanza di stile Milan; rispondendo a una lettrice, il direttore ha sottolineato come la società abbia commesso un errore dal punto di vista dell’immagine. “A decidere l’esonero è stato lo stesso Silvio Berlusconi che aveva fortemente voluto Seedorf al posto di Allegri“. Ricordiamo infatti che il tecnico toscano era stato ad un passo dal licenziamento in più di un’occasione; il presidente lo avrebbe cambiato forse anche all’inizio del secondo anno di fronte ai primi risultati negativi, ma il parere di Adriano Galliani di proseguire sulla stessa linea tecnica aveva avuto la meglio. “La questione” continua Jacobelli “concerne il trattamento ingiusto, ingeneroso e inaccettabile che l’allenatore ha ricevuto, venendo sistematicamente messo sulla graticola da una società che non ha ancora avuto nè la forza nè il coraggio di spiegare ai propri tifosi e al mondo perchè l’abbia fatto fuori così”. E in più c’è la parte economica, come già sottolineato: pur di cacciare l’olandese i rossoneri si dovranno sobbarcare una spesa di circa 208 mila euro al mese, cioè lo stipendio che ancora dovranno corrispondere all’ex allenatore per i prossimi due anni.
Si infittisce il mistero legato all’esonero di Clarence Seedorf. Abbiamo già riportato l’indiscrezione secondo cui il Milan avrebbe comunicato la notizia al diretto interessato tramite una semplice e-mail; ma Tuttosport rincara la dose, rivelando come il tecnico olandese fosse in attesa di una telefonata da parte del presidente Silvio Berlusconi, e che questa telefonata non sia mai arrivata. Ricordiamo che era stato proprio Berlusconi a volere Seedorf sulla panchina dei rossoneri; aveva vinto la sua linea rispetto a quella di Adriano Galliani che avrebbe promosso subito Filippo Inzaghi dalla Primavera. Adesso invece è calato il gelo; nè è servito l’incontro tra le parti per un accordo sulla rescissione consensuale con tanto di buonuscita. Che non è arrivato, e dunque fino alla firma di Seedorf per un altro club il Milan sarà costretto a versare 2,5 milioni a stagione al suo ex allenatore.
Non è più l’allenatore del Milan. La notizia è stata data ieri, ma al di là dell’ufficialità era chiaro dalla fine del campionato 2013-2014 che il rapporto tra la società rossonera e il tecnico olandese si sarebbe interrotto. Filippo Inzaghi era stato messo in allerta, aveva cercato di depistare parlando di impegno al 100% con la Primavera ma ormai tutti sapevano tutto; e infatti, sul sito ufficiale del Milan è comparsa la notizia. Meglio: le notizie. Perchè SuperPippo sarebbe potuto essere annunciato solo a seguito dell’esonero di Seedorf, e così è stato. In simultanea, con lo stesso comunicato. A stridere, di quelle poche righe, è stato il fatto che non ci fossero parole di augurio per eventuali successi futuri dell’olandese, non c’erano ringraziamenti per il lavoro svolto; una prassi, un automatismo se vogliamo, ma sempre e comunque dovuto. D’accordo, direte, Seedorf non ha centrato gli obiettivi della società; ma ha preso in mano una squadra che stava formalmente lottando per non retrocedere (aveva 22 punti in 19 partite) e l’ha portata ad un solo punto dall’Europa League. Ha vinto il derby di ritorno, ha centrato una buona striscia di successi, ha certamente migliorato il gioco della squadra. E allora, perchè non ringraziarlo, nemmeno “di facciata”? Per di più il retroscena lanciato questa mattina da La Gazzetta dello Sport parla di un esonero avvenuto via mail: ovvero, la società Milan non avrebbe neppure alzato la cornetta del telefono per comunicare a Seedorf la decisione. Cos’è successo perchè si arrivasse a tanto? I bene informati parlano di rapporti tesi da tempo, di scelte prese in autonomia dall’allenatore che hanno infastidito la dirigenza. Adriano Galliani in primis, ma anche Silvio Berlusconi che aveva fortemente voluto l’ex centrocampista in panchina ma ha poi accettato il mutare delle cose. Sia come sia, adesso è Inzaghi l’allenatore del Milan; in attesa di capire quel che sarà di Seedorf, e di fare chiarezza su un rapporto decennale bruciato in quattro mesi, e non certo per i risultati sul campo.