Il Milan incassa la quinta sconfitta su sei gare disputate sul terreno dello Juventus Stadium. Ad eccezione del pareggio dopo i tempi supplementari negli ottavi di Coppa Italia dell’annata 2011/2012, i rossoneri hanno raccolto diverse mazzate dalla Juventus in quel di Torino. L’ultima carneficina, in ordine cronologico, è avvenuta lo scorso sabato quando la squadra del grande ex Allegri ha surclassato gli avversari con una tragicomica superiorità imponendosi per 3-1. Tragicomica perché, nonostante oggi ci sia un abisso tra la qualità dell’undici bianconero e quello meneghino, i gol siglati dalla Juventus sono nati da macroscopici errori del Milan. L’1-0 arriva da un lancio in profondità di Morata per Tevez scattato verso Diego Lopez in posizione dubbia. L’Apache era in fuorigioco o no? Si salvi chi può: il giorno dopo l’accaduto si sono scatenate enormi polemiche tra ‘il geometra’ Galliani e ‘l’arrogante’ società bianconera. Ma al Milan non serve davvero sapere se il piede di Zaccardo teneva in linea Tevez o meno perché non è a causa di questa azione che la squadra di Inzaghi ha alzato bandiera bianca ed è tornata a casa con le ossa rotte. È giusto che Galliani sollevi la polemica relativa alla gestione delle immagini televisive ma appare quanto mai fuoriluogo voler nascondere una sconfitta figlia di un’evidente inferiorità dietro un episodio di difficile valutazione. Sarebbe semmai più utile chiedersi perché la linea difensiva del Milan fosse così alta sul lancio di Morata e per quale motivo ci fosse una voragine enorme non prontamente chiusa tra Alex e Zaccardo, ultimo uomo milanista.
Dopo il gol subito il Milan si è scosso leggermente e quanto meno ha reagito segnando il pareggio grazie a un perfetto colpo di testa di Antonelli in seguito agli sviluppi di un corner. Proprio Antonelli, migliore in campo assieme a Diego Lopez, deve far sorridere Inzaghi. Il ragazzo, prodotto del vivaio rossonero e recente simbolo del Genoa, si è dimostrato professionista serio e affidabile; buona la copertura della propria corsia di competenza e apprezzabili le sgaloppate offensive. Menzione d’onore anche per Paletta, uno che, arrivato dal Parma, si è preso il cuore della difesa milanista con esperienza. Paradossalmente, nonostante le tre reti incassate, il Milan può essere soddisfatto del pacchetto arretrato più solido e preparato rispetto al passato.
Altrettanto non si può dire del centrocampo dove imperversano muscoli e lentezza ma non il binomio qualità-visione di gioco. Bene Poli che, al di là di evidenti limiti tecnici, dà corsa e dinamismo a una mediana piatta e priva di idee; male Essien, impacciato e mai utile alla causa rossonera. Malissimo Muntari, sciagurato capitano nella notte di Torino. Il 2-0 della Juventus arriva da un suo doppio errore; prima il ghanese regala un calcio d’angolo ai bianconeri poi resta attaccato a Diego Lopez sul corner vanificando il fuorigioco sulla zampata di Bonucci. Insomma, un disastro.
Inzaghi dovrebbe poi capire che non sempre la mossa del falso nueve può portare benifici. Le grandi squadre che adottano questo espediente (Barcellona, Bayern Monaco) sono dotate di un centrocampo di estrema qualità e di esterni offensivi instancabili, bravi a coprire tutte le fasce. Honda e Cerci non sono adatti per fare un lavoro simile, soprattutto il giapponese che, ricordiamolo, giocando largo appare un pesce fuor d’acqua. Sia nel Cska che nel Giappone, Honda ha sempre ricoperto il ruolo di trequartista, posizione che esalta le sue doti tecniche e nasconde la sua corsa non propriamente fulminea. E qui scoviamo un altro errore dell’ancora inesperto Inzaghi che, contro la Juventus, ha mandato in campo una formazione non consona all’avversario che aveva di fronte. Perdere con la Juventus di questi tempi non deve comunque rappresentare un dramma. Saranno le prossime uscite a dire se il Milan ha capito come svoltare o meno. (Federico Giuliani – Twitter: @Fede0fede)