Compie dieci anni. Sebbene il club rossonero ottenne la Champions League contro i Reds nel 2007, quando si pensa alle due squadre sopra citate viene in mente solamente una sfida: quella del 25 maggio 2005. Dieci anni fa si consumò quella che a tutt’oggi è considerata la gara più tragica dell’intera storia rossonera, la finalissima di Champions League in quel di Istanbul. Quel Milan era straordinario, con Ancelotti al timone, Stam, Nesta e Maldini in difesa, Pirlo e Kakà a centrocampo, Shevchenko e Crespo in attacco, giusto per citare solo alcuni dei grandi protagonisti meneghini, ed in effetti dopo 45 minuti dal fischio iniziale, il Milan andò negli spogliatoi sul 3 a 0. La settima Champions rossonera sembrava già in bacheca, ma fra il 54esimo e il 60esimo si consumò l’inevitabile: gol di Gerrard, poi Smicer e di nuovo Gerrard su rigore, e il Liverpool in 6 minuti, 360 secondi, riequilibra il match. Le due squadre vanno ai supplementari ma il Milan capisce che quella partita era ormai persa quando Dudek para clamorosamente un tiro di Shevchenko ad un metro dalla porta. La tragedia si consuma ai rigori: il portiere polacco “ballerino”, ipnotizza ancora una volta Sheva, che rispetto a due anni prima quando aveva segnato il gol decisivo dal dischetto contro Buffon, sbaglia, e manda al vento la Champions. Il Milan riuscì a risollevarsi tornando ad alzare la coppa al cielo due anni dopo, ma molti giocatori rossoneri svelarono, anni dopo, che pensarono seriamente di abbandonare i rossoneri (se non addirittura il calcio), dopo quella dolorosa sconfitta.