In questo calciomercato, il Milan ha aggiunto un importante giocatore su cui costruire il proprio futuro per il centrocampo: Andrea Bertolacci. Il classe ’91 ha parlato della situazione rossonera direttamente dal ritiro della Nazionale, ecco quanto riportato da MilanNews: “Starà a noi dimostrare che indossiamo una maglia importante alla gente e che siamo forti, bisogna trovare spazio nel proprio club per poi approdare in Nazionale. Non sta a me parlare di quale sia il reparto più debole o più forte del Milan, al Milan penserò a fine raduno. Non mi sbilancio, penso a me, a dare il massimo, migliorarmi e fare il bene del Milan. Ho l’obiettivo di ripetere la scorsa stagione con una maglia ancora più importante.”



Alla fine non si è concretizzato l’arrivo di un centrocampista di livello per il calciomercato del Milan. Mihajlovic dovrà dunque lavorare con gli uomini a disposizione, senza dimenticare gli acquisti di Bertolacci e Kucka. Dei due e della situazione tattica rossonera ha parlato Maurizio Compagnoni per Sky Sport 24 sottolineando l’opzione di un cambio di modulo: “Mihajlovic anche senza Witsel deve essere bravo a trovare il sistema di gioco idoneo alla sua squadra. A me non dispiacerebbe vedere come va il Milan con il 4-4-2, così farebbero meglio sia de Jong che Bertolacci. Ci sono anche Montolivo e Kucka che possono giocare in quella posizione”.



Il calciomercato del Milan sembrava destinato ad arricchirsi con l’arrivo di Axel Witsel ma il giocatore alla fine non ha lasciato lo Zenit San Pietroburgo, con anche l’offerta del Tottenham di 18 milioni rispedita al mittente. Secondo Emanuele Baiocchini però, esiste una spiegazione per questo mancato trasferimento, come spiegato dallo stesso a Sky Sport 24: “Witsel non è stato ceduto, come i pezzi migliori dello Zenit, per invogliare Klopp a prendersi la panchina russa”. Ecco perchè dunque la trattativa si preannunciava molto difficile, oltre l’aspetto economico, e chissà che nelle prossime ore appunto Villas Boas non venga esonerato proprio per lasciare spazio all’ex tecnico del Borussia Dortmund, Jürgen Klopp, voce questa che circolava con insistenza nella giornata di ieri.



Il Milan ha cercato di aggiudicarsi nelle ultime ore di calciomercato il brasiliano Axel Witsel per avere qualcosa in più a centrocampo ma la trattativa non ha avuto un buon esito. Della mediana rossonera ha parlato Fabio Caressa ospite negli studi di Sky Sport 24, evidenziando il problema principale del reparto: “Kucka è un buon arrivo ma a centrocampo manca un giocatore di personalità”. A questo punto pare evidente come tutte le responsabilità, non di mercato ovviamente, ricadano su Sinisa Mihajlovic che durante la nuova stagione dovrà riuscire a rispondere dei suoi e la sua personalità sarà fondamentale in questo senso.

La giornata di ieri ha fatto registrare un fatto insolito nella storia rossonera degli ultimi anni: nessun colpo finale per il calciomercato del Milan. La squadra di Mihajlovic aveva di fatto bisogno di aggiungere un centrocampista bravo a far circolare il pallone e nel verticalizzare e per questo si era a lungo parlato di Axel Witsel dello Zenit ma la trattativa, molto difficile da completare, non si è concretizzata a causa del costo elevato del giocatore. Di lui e di una possibile alternativa ha parlato il giornalista Paolo Condò, ospite a Sky nello “Speciale Calciomercato”: Non mi ha mai entusiasmato Witsel, l’uomo giusto per il Milan poteva essere Moutinho ma non so se è stato fatto un tentativo”.

Alla fine non c’è stato alcun colpo di coda per il calciomercato del Milan nei cosiddetti “Giorni del condor”, ovvero quelli in cui Adriano Galliani ci aveva abituato ad accogliere un rinforzo per i Rossoneri all’ultimo istante. Le varie operazioni completate dalla società di Milanello in questa sessione estiva si sono comunque rivelate dispendiose pensando ad esempio ai 20 milioni per Bertolacci, i 30 per Carlos Bacca ed ovviamente i 25 milioni di euro che hanno fatto tanto discutere per l’acquisto di Alessio Romagnoli dalla Roma. Tuttavia, il vero “acquisto top” dell’estate della società di Berlusconi è il nuovo allenatore: Sinisa Mihajlovic. Il tecnico serbo è infatti l’uomo giusto per poter prendere in mano le redini di una squadra finita allo sbando nell’ultima stagione sotto la guida di Filippo Inzaghi. Dopo la grande annata alla Sampdoria, Mihajlovic ha la personalità adeguata per riportare il Milan ai vertici della classifica del campionato, cioè il posto che spetta di diritto ai Rossoneri per storia e natura vincente. La strigliata dell’ex interista al termine della vittoria contro l’Empoli, in cui aveva rivelato che per lui era stato come se avessero perso a causa della prestazione al di sotto delle aspettative per il gioco espresso, è la prova del fatto che la musica a Milanello sta cambiando.

Le prime due giornate di campionato, che hanno portato in dote 3 punti ma anche tanti limiti nel gioco, potrebbero contribuire a sottostimare i giudizi sulle operazioni dei rossoneri; la verità è che, per la prima volta dopo qualche anno di “magra”, il Milan è tornato a spendere e lo ha anche fatto con un certo criterio. Adriano Galliani ha svolto un buon lavoro: si può disquisire sulla bontà o meno di privarsi subito di Pippo Inzaghi, ma parlando della sua sostituzione Sinisa Mihajlovic è sicuramente l’uomo giusto per ripartire perchè ha polso e carattere, e ha dimostrato che sa far giocare in un certo modo le sue squadre. Gli acquisti di Carlos Bacca e Luiz Adriano sono pregiati: forse i tifosi avrebbero sognato il ritorno di Ibrahimovic, ma i due attaccanti hanno pedigree internazionale, sanno segnare (e lo hanno già fatto vedere) e su di loro si possono costruire stagioni di qualità con tanti gol in cascina. Andrea Bertolacci e José Mauri (che alla fine è rimasto, altro punto a favore) rinforzano il centrocampo e l’arrivo di Juraj Kucka, operazione imbastita in poche ore, sarà utile per la quantità che lo slovacco sa dare. In difesa è arrivato Alessio Romagnoli, di cui si dice sia il nuovo Nesta: deve dimostrarlo, ma dal punto di vista del talento e dell’operazione volta anche al futuro Galliani può averci visto giusto. Bene anche la cessione degli esuberi Zaccardo (Carpi) e Matri (Lazio); se vogliamo le note dolenti risiedono nell’alta valutazione dei già citati Romagnoli e Bertolacci (ma oggi il calciomercato in Italia è questo) e nella fumata nera per Roberto Soriano (Witsel sarebbe stato la ciliegina, ma era onestamente fuori portata). Capitolo a parte merita Mario Balotelli: molto probabilmente il Milan non ne aveva bisogno, ma forse anche in nome del marketing ha voluto dargli un’occasione. Se tornerà il SuperMario dei primi sei mesi in rossonero il voto al calciomercato del Milan rischia di alzarsi sensibilmente, altrimenti almeno economicamente il Diavolo non ci avrà poi rimesso. Noi tifiamo per lui, ma dal punto di vista della strategia forse il Milan avrebbe potuto arrivare ad altro.